La favola di un’altra giovinezza è rappresentazione sotto forma di racconto monologante della storia di una donna sessantacinquenne rumena-italiana. Dopo essere stata colpita da un fulmine si ritrova inaspettatamente ringiovanita a ripercorrere e fare i conti col proprio vissuto, in una sfasatura continua tra passato e presente (l’ospedale, il coma, l’infanzia, la figlia morta, l’abbandono del marito). Eliana Cantone, qui interprete e alla prima esperienza da regista, regge la narrazione con grande omogeneità di presenza e dimostra padronanza attoriale oltre che nel controllo della partitura spaziale contratta tra una sedia e la ribalta, anche e soprattutto nell’impostazione dei toni nella voce che va dal verso monocorde a quello dinamico fino al canto, passando per il trascinamento melodioso delle parole sull’accompagnamento del violino e della lira presenti in scena, tutto con cadenza vernacolare pugliese ben calibrata. L’impianto della drammaturgia di Giordano V. Amato in senso ampio sembra limpido, cristallino e quindi apprezzabile per l’ideazione e la realizzazione, qui beneficiante di una certa coscienza espressiva che per dichiarazione attecchisce nell’influenza e nella consulenza di Alejandro Jodorowsky. (Marianna Masselli)
La trama del romanzo Un’altra giovinezza di Mircea Eliade sembra adattarsi perfettamente con alcuni spunti autobiografici di Eliana Cantone, che qui si auto dirige, avvalendosi della consulenza drammaturgica di Giordano V. Amato, in La favola di un’altra giovinezza, brillante performance in grado di mostrare come la voce possa farsi ampio campo per una sperimentazione che dal dialetto – un pugliese che sa di straniero, quasi come la colonia italo-rumena da cui proviene il personaggio – passa al canto, alla nenia, fino alla pura sonorizzazione, in una reiterazione che saprebbe di rap se non fosse supportata da un registro di archi eseguiti dal vivo. La storia – in una drammaturgia non lineare, ma che si sviluppa comunque con chiarezza, focalizzando l’esposizione e semplificandone i movimenti – è quella di Maria, che, sopravvissuta alla caduta di un fulmine, si scopre sessantacinquenne estranea in un corpo miracolosamente giovane. Tale estraneità, vista come motore della sua ricerca di senso, si riflette nel suo rapporto col mondo, dai vicini che l’additano come peccatrice punita, dal dottore che la studia, arrivando al marito, assente volontario, e alla figlia, di cui l’ambiguo ricordo della sua perdita porta con sé un’amara conclusione. (Viviana Raciti)
Queste brevi recensioni fanno parte di “Cartoline da Kilowatt 2013”
La favola di un’altra giovinezza
liberamente ispirato a Un’altra giovinezza di / freely inspired by Youth Without Youth by Mircea Eliade
interpretato e diretto da / performer and director Eliana Cantone
drammaturgia / dramaturgy Giordano V. Amato
musica dal vivo / live music Elisa Fighera
consulenza di / consultant Alejandro Jodorowsky
in collaborazione con / in collaboration with Salone Internazionale del Libro Off, Circoscrizione 7, Circuito Teatrale del Piemonte
durata / lenght 55’