Display è esempio ulteriore delle possibilità collaborative tra azione in palcoscenico e video. La compagnia marchigiana 7 – 8 chili propone un lavoro in cui figura reale e proiezione si avvicendano ora come propaggini l’una dell’altra, ora come riflessi in contestualizzazioni artificiali (blue e green-screen) come pure figurative. L’indagine sull’individuo e la rappresentazione che diviene auto-percezione è resa in chiave contemporanea, con la cifra di una lettura che deve all’estetica pop l’immediatezza del suo linguaggio. Dopo la versificazione plurima del rapporto ego/alter-ego, la conclusione ironica in cui il protagonista si lancia comicamente appassionato nell’interpretazione di “Ci sarà” di Albano e Romina – vestito da donna nel filmato e poi dal vivo – ci appare affermazione riuscita del principio secondo cui lasciare un sorriso è meglio a volte del tentativo di elucubrare ad ogni costo. Ben venga dunque la leggerezza senza sofisticazioni che trova, nella mancata supponenza del capolavoro, la sua abilità non pretenziosa di arrivo diretto. (Marianna Masselli)
Display richiama e ripropone la stessa modalità di gioco di quei libri infantili in cui una figura veniva costituita da parti diversissime fra loro, per cui alla testa di un uomo poteva corrispondere il corpo di struzzo e coda di mucca. In scena Davide Calvaresi, ideatore e performer della compagnia 7-8 chili, suggerisce un’attitudine all’osservazione di sé, ad un’azione che solo in parte è attiva, giocando continuamente tra il dentro e il fuori dell’immagine, specchio e possibilità imprevista in un rapporto col mondo virtualizzato, visibile soltanto attraverso lo schermo posto a centro palco e dal quale uscire come corpo per rientrarvi come video. L’immagine riunificata dai frammenti tra reale e virtuale, nell’economia di scena non sempre perfettamente coincidente, rimane sospesa tra lo stupore e l’aspettativa che ingenera. Del tema sviluppa possibili variazioni in una sorta di onirico pastiche tale per cui, grazie all’ausilio di un montaggio invisibile, mostra con semplicità il mondo globalizzato. Insomma un collage postmoderno, fluido, interrotto solo dallo sguardo perplesso di un secondo corpo reale, che alla fine entra in scena direttamente dalla platea. (Viviana Raciti)
Queste brevi recensioni fanno parte di “Cartoline da Kilowatt 2013”
DISPLAY
ideazione, coreografia e interpretazione/ concept, choreographer and performer Davide Calvaresi
visione/ in collaboration with Valeria Colonnella
durata / lenght 20’