PROGRAMMA RADICONDOLI FESTIVAL 2013
ALTRI SGUARDI
26 LUGLIO-3 AGOSTO
RADICONDOLI (SI)
venerdì 26 luglio
ore 18, Biblioteca Comunale
Tierra immagini
mostra fotografica di Andrea Biancalani
inaugurazione
ore 21.15, teatrino dei risorti
BEING NORWEGIAN
di David Greig
regia Roberto Rustioni
con Elena Arvigo, Roberto Rustioni
Una notte, in Scozia, ai nostri giorni. Un uomo di circa quarant’anni e una donna sui trenta si incontrano per caso. Sean accoglie Lisa nel suo caotico appartamento: si sono conosciuti poco tempo prima in un pub. Uno spazio e un tempo che sembrano sospesi in una realtà quotidiana ruvida e dura. Nell’imbarazzo di quell’intimità non prevista, gli oggetti diventano degli appigli cui legare le frasi, per evitare quei secondi di silenzio che, nella legge delle nuove relazioni, sembrano a volte pesare come ore. L’incontro casuale di due individui in cerca della propria identità consente di immergersi negli stati d’animo irrequieti e turbolenti dell’uomo contemporaneo. L’atmosfera rende il grottesco quotidiano di tante situazioni comuni e mostra la complessità secondo cui si evolvono, nello spazio di un semplice dialogo notturno fra un uomo e una donna, le distanze, gli avvicinamenti e il magnetismo dei caratteri. Il testo di David Greig, giovane autore scozzese contemporaneo descritto come uno dei drammaturghi più interessanti e audaci della sua generazione (Daily Telegraph), crea attraverso l’espositiva sincerità dei dialoghi una trasparenza emotiva che attira immediatamente l’amicizia e la muta confidenza del pubblico. tenero incrocio di vite.
ore 22.30, scuderie progetto speciale Radicondoli festival
Yael Karavan e Tanya Khabarova
Somnambules & the 7 Deadly Sins, progetto speciale Radicondoli festival
di e con Yael Karavan e Tanya Khabarova
perfomance danza
Le due performer ci invitano ad un viaggio fantastico nei misteri che nascondono ciò di cui siamo fatti, trasportandoci negli archetipi, nelle icone e nelle figure ancestrali dentro di noi. Partecipando a questo spettacolo pensato per Radicondoli, vi avvierete in un percorso fra sorprendenti immagini, legate al tempo e all’arte. Un vero piacere, sia per gli occhi che per la mente.
ore 23.30, piazza della collegiata
Mine: storia di una montagna incantata( 15 mn)
proiezione video Survival
Ingesso libero
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Sabato 27 luglio
Ore 21.15, Pieve vecchia della Madonna, progetto speciale Radicondoli festival
Il poema della croce
dall’opera di Alda Merini
con Luca Lazzareschi, Monica Demuru
musiche Mirio Cosottini
a cura di Massimo Luconi
Maria è uno degli enigmi più affascinanti della cristianità, intorno a lei si sono appassionati laici e religiosi, scettici e credenti. L’opera di Alda Merini ci consegna una Vergine diversa da come eravamo abituati a pensarla: quella che ci viene incontro è una donna giovane, fragile, umanissima, smarrita e stupita di fronte al mistero della divinità del figlio e al gran teatro della crocifissione. In questo commovente percorso poetico Maria è corpo, sangue, dolore, eppure la sua voce sembra provenire da uno spazio cosmico, rarefatto, solcato da vibrazioni commosse e lampi di intensa intimità, quasi a dimostrarci che nessun mistero si può comprendere se non sappiamo offrirgli in cambio la nostra autenticità. Su questa via crucis poetica abbiamo lavorato scavando dentro la forza evocativa e l’emozione della poesia ed elaborando una forma narrativa dove la parola si unisce alla musica e al canto in un unico affresco sonoro. Mirio Cosottini, che ha composto le musiche dello spettacolo, è uno dei più talentuosi performer jazz della scena musicale italiana, suona la tromba e il pianoforte con lo stesso vibrante talento.
Monica Demuru, cantante e attrice, vanta collaborazioni con i più importanti gruppi di teatro e musicisti italiani dalla Raffaello Sanzio a Stefano Bollani. Luca Lazzareschi ha lavorato in ruoli da protagonista con alcuni fra i più importanti registi italiani e europei.
Ore 22.30, scuderie, progetto speciale Radicondoli festival
Somnambules & the 7 Deadly Sins
di e con Yael Karavan e Tanya Khabarova
perfomance danza
REPLICA
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domenica 28 luglio
ore 17, palazzo bizzarrini
premio nico Garrone
Lo scorso anno il tema dell’Aperitivo critico – un bel confronto a più voci sul rapporto tra cartaceo e web per la scrittura critica – aveva avuto vasta eco, quasi che in quella semplice situazione dialogica, scambio libero di idee, si fosse toccato un nodo particolarmente sensibile che aveva quindi acceso il dibattito anche oltre il tempo del festival. Così ci si augura per l’edizione 2013 con la questione La funzione critica oltre la scrittura critica, sapendo come la competenza teatrale venga per necessità spesa a più livelli, come direttori artistici per esempio, o consulenti in varia forma. Perché il Premio Garrone è diventato momento importante della cultura teatrale non solo per la scelta di chi debba meritare tale riconoscimento (ogni anno un Maestro e, alternati, un progetto e un critico), ma proprio anche per gli spunti problematici messi in gioco. Un modo giusto per ricordare Nico che sapeva muoversi sempre su molteplici fronti per far crescere la cultura teatrale, festival e libri, recensioni e riprese video… Maestro è per questa quarta edizione Chiara Guidi, preziosa presenza anche per la sua magica specificità pedagogica, con modalità straordinarie sia nei percorsi che negli esiti. Al suo fianco verranno festeggiati gli importanti progetti NeXtwork di Luca Ricci e Aldo Morto 54 di Daniele Timpano. All’interno della cerimonia uno spazio speciale sarà dedicato all’intervento di Fabio Poggiali che presenterà il suo libro Giorgio De Lullo regista pirandelliano. Dal teatro alla televisione, ed. Mimesis, un momento importante di dialogo tra un teatro avvertito ormai di tradizione, ma che ha segnato importanti cambiamenti, e il teatro del presente, in sala anche gli artisti dei progetti premiati. A condurre l’incontro sarà la stessa giuria del Premio composta da Sandro Avanzo, Rossella Battisti, Enrico Marcotti, Valeria Ottolenghi, persone attente alla storia del teatro come alla contemporaneità. Un pensiero speciale andrà certamente a Rossella Falk che ha sempre avvertito il desiderio, il piacere di coniugare quanto depositato dalla cultura con il rinnovamento, mettendo continuamente in gioco sulla scena la sua personalità magnetica, figura indimenticabile.
ore 19, scuderie, progetto speciale Radicondoli festival
Yael Karavan e Tanya Khabarova
Somnambules & the 7 Deadly Sins
di e con Yael Karavan e Tanya Khabarova
perfomance danza
REPLICA
ore 19,30, Pieve vecchia della madonna (interno)
CLEOPATRÁS
di Giovanni Testori
con Arianna Scommegna
al violoncello Antony Montanari
regia Gigi Dall’Aglio
e
ore 21.30, Pieve vecchia della madonna (esterno)
MATER STRANGOSCIÀS
di Giovanni Testori
regia Gigi Dall’Aglio
Alla fisarmonica Giulia Bertasi
Cleopatrás e Mater strangosciàs sono due dei Tre lai, i tre monologhi scritti da Giovanni Testori negli ultimi giorni della sua vita.Tre lamenti funebri ispirati a tre straordinarie figure femminili: Cleopatra, Erodiade e la Madonna.Mater strangosciàs è una donna del popolo, umile, semplice, pura. Piange la perdita del figlio. Si rivolge a Lui. Gli chiede perché gli uomini debbano patire così tanta sofferenza.Gli domanda la ragione, il senso di quel “Sì” che lo ha portato al sacrificio più grande di tutti: la perdita della propria vita. Lo fa in dialetto brianzolo, la lingua della terra sua e dello stesso Testori.Una lingua che il poeta ha reinventato mescolandola con il latino, lo spagnolo, il francese. Mater strangosciàs è l’ultima opera di Testori. È un addio. Una preghiera. Un testamento. Un lascito di speranza. La “Mater” è una figura femminile che incarna un aspetto dell’animo umano diametralmente opposto a quello della “Reina” lussuriosa morta suicida per mezzo di un aspide. Ma Mater e Cleopatrás hanno una medesima chiave di lettura: “per dura che la sia” vivere la condizione di dolore dell’esistenza umana con il desiderio di lasciare aiposteri non un lamento disperato, bensì un sorriso di speranza. La speranza è un atto di fiducia, una fiducia nell’essere umano che non si identifica necessariamente in una fede religiosa ma che, attraverso il teatro, cerca un luogo di catarsi di fronte agli inconsolabili dolori del vivere. Le due figure femminili sono magistralmente interpretate da Arianna Scommegna, attrice dai numerosi registri espressivi e in grado di caricare ogni personaggio di grande e nuova verità.
ore 22,30, teatrino dei risorti
Giuseppe Provinzano
to play or to die, this is the question… today
scritto e diretto da Giuseppe Provinzano
con Chiara Muscato, Giuseppe Provinzano
scene e costumi Vito Bartucca
produzione Babel crew/CSS Teatro stabile di innovazione del FVG
in collaborazione conTeatro Garibaldi Aperto di Palermo
Scompaiono festival, si assottigliano le stagioni, si diradano le produzioni, saltano i contratti e le scritture. Anche il teatro di questi tempi non se la passa bene. Ma da qualche parte ci sono ancora almeno due attori che vogliono fare un Amleto e si aggrappano alle immagini e alla poesia di Shakespeare, si fanno scudo con il pensiero lucido e non rassegnato di Heiner Müller, pronti a tutto pur di andare in scena. Determinati a sostituire tutti i compagni attori che hanno lasciato la compagnia causa crisi contingente, quasi in una tranche che li spinge a interpretare via via tutti i ruoli dell’Amleto, moltiplicando il suo portato di opera di teatro nel teatro. Con questo spettacolo, l’attore e autore siciliano Giuseppe Provinzano immette nuovi sensi alla saga famigliare di Amleto, con divertenti incursioni nella cultura pop contemporanea, una recitazione senza orpelli e uno sguardo sulla cultura e la bellezza che suona sincero e urgente.
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Lunedì 29 luglio
ore 21,15 Piazza della collegiata
Lao Kouyate (Senegal)
L’emotion en partage
concerto per kora solista
Lao Kouyate è nato in un villaggio della Casamance, nel sud del Senegal e fin da piccolo è stato istruito al sapere ancestrale dei suoi antenati griot, i cantastorie africani, e al difficile studio della Kora, uno degli strumenti caratteristici dell’Africa Occidentale. Il suo grande talento deriva dalla profonda conoscenza della tradizione musicale africana e dalle numerose esperienze che ha avuto nel suo percorso di formazione, di contaminazione con il jazz e blues e lavorando con i grandi nomi della musica senegalese e europea. L’Emotion en partage è uno spettacolo di solo voce e Kora (una 21 corde, l’altra 44) interamente prodotto da Lao Kouyate, che vuole promuovere il nuovo album intitolato SUÑU7 composto da dieci brani inediti che mostrano l’eclettismo e la sua continua ricerca nel trattare temi sociali e filosofici, proposti nel modo tipico e suggestivo d’espressione Africano.
a seguire
La vittoria giudiziaria dei Boscimani
proiezione video survival
ingresso libero
ore 22.30, scuderie
Socìetas Raffaello Sanzio
FLATLANDIA
lettura drammatica e musicale di Chiara Guidi
dall’omonimo racconto fantastico a più dimensioni, pubblicato anonimamente nel 1882
scritto da Edwin Abbott Abbott (1838–1926)
tradotto da Masolino D’Amico
cura del suono: Marco Olivieri
La figura geometrica di un quadrato incontra una sfera e intuisce, con sospetto, che possa esistere un mondo a tre dimensioni: alieno, inestricabile, inconcepibile. Tutto il racconto appartiene interamente a una terra piatta, e descrive l’ambiente e la vita di esseri schiacciati che neanche immaginano un’altra dimensione. Il linguaggio ritrae un mondo complesso, formato da un meccanismo coerente che diventa oggetto di conoscenza: il mondo del piatto. Così la pagina della scrittura, la sua rappresentazione grafica diventano letteralmente il mondo. La follia di questa idea è compensata dalla precisione logica della scrittura. L’ordine delle cose è descritto attraverso un apparato ottico bidimensionale, che smantella la consueta certezza delle tre dimensioni della terra. Se la curiosità scientifica si concentra piuttosto intorno all’idea della quarta dimensione, Abbott indica lo straniamento dello spazio euclideo attraverso lo sgomento della seconda dimensione. La sua invenzione consiste in un’azione retrograda dello sguardo, imponendo un’idea poco più che astratta della corporeità. Sta a noi, persone umane, dotate di corpo (già, che cos’è un corpo?), capire la sospensione metafisica di quel momento in cui una sfera “cala” dall’alto per intersecarsi con il piano. Dobbiamo farlo, però, immaginandoci piatti, come figure ritagliate nella carta. Solo così si apre la visione: immaginarsi un mondo che non esiste, in questo mondo. Nel mondo di Flatlandia questo mondo non esiste. Siamo noi l’al di là. Siamo noi le “sfere”. E l’assurda affermazione di un mondo reale soltanto sulla carta fa sospettare che forse è il mondo dei corpi a essere davvero alieno. Il valore di questo paradosso consiste alla fine proprio in questo: non c’era nessuna ragione valida per farlo. Ma per farlo è occorso il massimo della ragione. Tutto questo è uno specchio.
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Martedì 30 luglio
ore 18, l’aquilante/Belforte
raccontafiabe
a cura di Gila Manetti
con la partecipazione di Rabel
19.30, teatrino dei risorti
Teatro dell’Argine
Teatro in viaggio, sulla rotta dei migranti
di e con Pietro FloridIa
«E così partiamo, io (che tengo il diario di bordo), il Gabo (incrocio tra un guerriero maori e uno chef parigino) e il Lando (ammasso di ferraglia a forma di fuoristrada), da San Lazzaro (dove ha casa il Teatro dell’Argine) a Diol Kadd (villaggio del Senegal dove ha casa Mandiaye) attraverso Marocco, Sahara occidentale, Mauritania e Senegal, sulle rotte dei migranti partiti dall’Africa verso l’Italia, sulle tracce di Zine, che dice aver perduto metà di sè nel deserto, di Mustafà stregato per tre anni dall’incantesimo del Caffè Hafa, di Issam musicista dalle dita di farfalla finito ustionato in una bettola di Barcellona, di Said che a piedi è giunto in Italia per amore…».
Teatro in viaggio è uno spettacolo teatrale che racconta le storie vere che in due mesi di viaggio Pietro Floridia, Gabriele Silva e il mitico Landone hanno raccolto in Africa. Ma racconta anche le divertentissime avventure dei tre improbabili viaggiatori: di quando il Lando voleva trasformarsi nel Titanic, di quando il Gabo ha imparato l’arabo per salvarlo dai predoni, di quando in pieno deserto le donne di un’oasi hanno fatto una colletta di olio di semi per fare ripartire il Lando rimasto a secco, delle basi militari scambiate per giganteschi scogli, dei campi profughi saharawi, di cantori seppelliti nell’incavo degli alberi, di quanto un viaggio nello spazio possa trasformarsi in viaggio nel tempo, di quanto possono avere in comune chi fa teatro con chi si fa straniero.
ore 21.15, piazza collegiata, progetto speciale Radicondoli festival
Canti d’ombra
dall’opera di Senghor
partitura poetica per voce e musica
con Paolo Fresu, Uri Caine
e con Mirio Cosottini, Papi Thiam, Maly Dialy Cissoko, Lao Koyatè
voce Fernando Maraghini
a cura di Massimo Luconi
fuori abbonamento
Attraverso la musica e con la parola poetica di Senghor, Diop, Cesaire e altri poeti africani di lingua francese, si entra nel mondo della negritudine, delle tradizioni ancestrali ma anche nei fermenti e nelle speranze deluse del grande continente africano. Un’Africa poetica e forte, colta e raffinata, diversa da quella stereotipata del folklore o dei drammi a cui è abituato il nostro immaginario occidentale. Papi Thiam è uno dei migliori percussionisti e vocalist di tradizione africana e ha suonato con i più importanti jazzisti italiani e europei. Dialy Maly Cissoko è un giovane talento, erede di una antica famiglia di griot e attualmente è uno degli elementi di spicco dell’orchestra di Piazza Vittorio. Dall’incontro con Mirio Cosottini, talentuoso performer e raffinato jazzista, nasce un’alchimia di melodie e di suoni che avvolgono irrimediabilmente, mettendo insieme strumenti normalmente non abituati a convivere, che a volte ricordano Duke Ellington a volte antiche cantate settecentesche di Telemann oppure misteriose nenie di civiltà perdute. La partecipazione speciale di Paolo Fresu e Uri Caine rende la struttura narrativa una perfomance di grande suggestione, fondendo mirabilmente la parte jazz a quella tradizionale africana.
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31 luglio
ore 18, poggio di Radicondoli
racconta fiabe
a cura di Gila Manetti
con la partecipazione di Rabel
ore 19.30, scuderie
Flavio Ambrosini e Renato Palazzi
questa cosa vivente detta guidogozzano
di e con Flavio Ambrosini e Renato Palazzi
regia Flavio Ambrosini
Dopo avere lavorato insieme alla messinscena di un racconto di Thomas Bernhard, Renato Palazzi, critico teatrale del “Sole 24 Ore” e il regista Flavio Ambrosini hanno intrapreso un percorso di ricerca sui versi e sulle lettere di Guido Gozzano, poeta italiano dell’inizio del secolo scorso. Uno studio fuori dai canoni, da cui spicca il profilo di una figura apparentemente ben nota e popolarissima, eppure per certi aspetti ancora tutta da scoprire. Dietro il cantore delle «buone cose di pessimo gusto», dietro l’esteta decadente, lettore di Nietzsche e Schopenhauer, emerge una personalità complessa, tormentata, le cui opere rivelano inquietudini, zone d’ombra, pulsioni auto-distruttive che ne segnarono la breve esistenza – è morto nel 1916, a soli trentadue anni – senza frenarne la capacità di «far cozzare l’aulico col prosastico facendo scintille», come rilevò Eugenio Montale. Accompagnato dalle musiche di Wagner e Rachmaninov, Questa cosa vivente detta guidogozzano vuole dunque esplorare il lato buio di un autore dalle risonanze sorprendentemente moderne, che pare prefigurare tante angosce e tante contraddizioni tipiche dell’uomo del Novecento.
ore 22.30 palestra scuole comunali
Tindaro Granata
Invidiatemi come io ho invidiato voi
scritto e diretto da Tindaro Granata
con Tindaro Granata, Mariangela Granelli, Paolo Li Volsi, Bianca Pesce, Francesca Porrini, Giorgia Senesi
Una donna diventa amante del datore di lavoro di suo marito. Si frequentano di nascosto. La donna, che ha una figlia di 3 anni, progetta di lasciare il marito per andare a vivere con l’amante. Per abituare la bimba alla presenza di una figura maschile diversa da quella del padre, la donna, affida spesso la bimba all’amante. L’amante è un pedofilo e dopo un abuso, la bimba muore. Il pedofilo ha avuto l’ergastolo, la madre viene condannata a 15 anni di reclusione perché viene dichiarata colpevole di connivenza. Sapeva.
Tutti i componenti della storia, dichiareranno la loro versione dei fatti, cercando una verità che non tiene conto della bimba che è morta. Se volessi essere banale e superficiale direi che la bambina rappresenta la nostra Italia. La perdita di un innocenza stuprata dalla nostra disonestà. A volte sono banale.Il testo è basato su una storia vera, ma il riferimento che c’è sotto è puramente metaforico.
Tindaro Granata
ore 21.30, Belforte
Trio radiomarelli
I prof. dello swing
concerto musiche anni 30/40/50
violino e voce Francesco Giorgi,
chitarre, voce e arrangiamento Daniele Zamboni,
basso e voce Pedro Judkowski .
Una storia di canzoni. Un viaggio nella storia italiana attraverso le canzoni. Dalla fine della grande guerra alla nascita della radio e poi dall’arrivo dello swing all’avvento della televisione e dei
grandi festival musicali.
1 agosto
ore 18, teatrino dei risorti
i tre porcellini
video di animazione da Walt Disney alle fiabe di Guido Manuli.
a cura di Mario Serenellini,
ore 19.30 Scuderie, progetto speciale Radicondoli festival
Fagarazzi Zuffellato
H E A V E n E V E R
Un vano desiderio di paradiso. Questo stato stupefacente
HEAVEnEVER è una ricerca sull’idea di paradiso. Un paradiso inteso come metafora per il desiderio umano di ricercare una condizione di benessere. Paradiso come luogo utopico. E cosa fa l’uomo per avvicinarsi ad esso? La nostra analisi prende spunto sia dallo stato psico-fisico indotto da sostanze stupefacenti, fenomeno diffuso nella società ma spesso un taboo genericamente condannato, sia dall’estasi dell’erotismo pornografico ma anche da esperimenti concreti di creazione di isole artificiali, progettazioni di nuovi stati a cui stanno mirando le utopie di alcuni multimilionari. Al tempo stesso questi ideali di benessere ci svelano vuoti e mancanze di queste realtà. HEAVEnEVER e’ un tentativo di desiderio, il fallimento di un paradiso artificiale, una perversa coincidenza tra realta’ e finzione in cui l’abbaglio diventa il suo stato di coscienza. Un giardino che si lascia contaminare da corpi esposti in piccole alterazioni, esplorazioni, cambi di umori, apatie, distruzioni. Un vano desiderio di paradiso, ma un paradiso spogliato di quel bagliore che mentre ci illumina ci fa perdere lucidità.
ore 21.15, pieve vecchia della madonna
Loudovikos di Anoja (Creta)
Concerto la partenza
La sua voce gentile e raffinata, il lirismo convincente delle sue canzoni, la loro grande emotività hanno incantato il pubblico greco per anni. I suoi “concerti di mezzanotte” sono diventati un cult e i suoi cd hanno sempre un enorme successo. Loudovikos viene da Anogia, l’ultimo villaggio sulla strada di accesso al monte Psiloritis (il monte Ida), il più alto dell’isola di Creta. I suoi testi sono ispirati dalla sua profonda conoscenza dello stile di vita, dei sentimenti e del destino delle persone che vivono in quel luogo fra terra e mare dove è nata l’antica civiltà dell’uomo moderno. Un mistico, un poeta e un musicista incredibilmente amato nella sua terra ma misconosciuto al pubblico italiano. Loudovikos esprime, con la sua musica e con i testi delle sue canzoni, il suo commovente misticismo poetico, presentandosi come una delle voci più significative della cultura greca ortodossa e in assoluto uno dei personaggi più forti e profondi di una musica europea che vive senza confini e senza barriere linguistiche.
2 agosto
ore 18, palazzo Bizzarrini
omaggio a Berio
proiezione video
Novissimum Testamentum (1995) di Luciano Berio e Edoardo Sanguineti, burattini di Amy Luckenbach
– Recondita armonia, quarta delle 12 puntate, concepite e condotte su Raiuno nel ’72 da Luciano Berio (da Verdi a Debussy, a Puccini, a Rossini, Schubert…)
ore 19.30, Anqua
Loudovikos di Anoja (Creta)
Concerto il ritorno
Cena su prenotazione ore 21,30
Fuori abbonamento
ore 21.30, piazza della collegiata
Donpasta
Food sound system. Riflessioni di un gastrofilosofo
cucina live e voce narrante Daniele di Michele/ (donpasta)
con Naomi Berril al violoncello
Food Sound System è il progetto multimediale di Daniele Di Michele alias Donpasta (dj, economista, gastronomo) in cui si mescolano cucina salentina, musica, racconto popolare e immagini, per uno spettacolo a 360° tra il teatro contemporaneo, le favole di un vecchio cantastorie e le disavventure di un cuoco maldestro. Una sorta di Tuttifrutti culturale, melting pot artistico in una unione di nostalgia, speranza, riflessione, dove la cucina è cultura, profondamente ancorata nella nostra civilizzazione mediterranea. La musica, rigorosamente dal vivo, suona verso i fornelli e i fornelli la ripagano della stessa moneta. Nuove lasagne musicali spruzzate in levare di reggae, jazz e rock. Nick Drake, Coltrane, Tom Waits, The Clash diventano ingredienti da aggiungere q.b., quanto basta, a questo road movie in cui sfilano uliveti, strade di notte e mercati rionali in un viaggio periferico.
Avvertenze: le immagini di cucina sono veri e propri film sulla creazione di un piatto. Si consiglia vivamente di mangiare prima di vedere lo spettacolo, onde evitare svenimenti da fame o assalti inconsulti alle cucine adiacenti.
3 agosto
ore 18, palazzo Bizzarrini, progetto speciale Radicondoli festival
omaggio a Berio
proiezione video
– A-Ronne (1995) di Luciano Berio e Edoardo Sanguineti, burattini di Amy Luckenbach
– Mille e una voce, quinta delle 12 puntate, concepite e condotte su Raiuno nel ’72 da Luciano Berio (dai Beatles a Purcell, a Bizet, Bussotti, Gershwin, Massenet, Berio…)
ore 19.30, piazza della collegiata, progetto speciale Radicondoli festival
omaggio a Berio
Concerto di Contempoartensemble
LUCIANO BERIO (1925 -2003)
direttore MAURO CECCANTI
Musica Leggera (1974) per flauto e viola, violoncello e tamburo basco. Universal Edition
Les mot sont alles (1976-1979) recitativo per violoncello solo. Universal Edition
Chanson pour Pierre Boulez (2000) per violoncello solo Universal Edition
solista Vittorio Ceccanti
Sequenza I (1958) per flauto n.v. Universal Edition
Solista Arcadio Baracchi
Divertimento (1946–1985) per violino, viola e violoncello Ed. Ricordi Duccio Ceccanti, violino Edoardo Rosadini viola, Vittorio Ceccanti violoncello. Ed. Ricordi
ingresso libero
ore 21, Scuderie, progetto speciale Radicondoli festival
Compagnia di danza Silenda
Preludio
coreografia e interpretazione: Laura Simi
consulenza musicale: Jean Noêl Francoise
costumi Sophie Ongaro
Per questa performance voglio lasciarmi ispirare dal luogo e dalle persone Mi lascerò guidare da ciò che il mio corpo, le mie ossa registrano sul momento e anche da quello che ricordano. La musica ed il suono sono complici di questa esperienza e mi aiuteranno a « catturare » il tempo. Una coreografia personale libera, a volte improvvisata. Preludio a qualcosa che succederà e al corpo che si riscopre ogni volta e riscopre il piacere di abbandonarsi.
ore 21.45, Scuderie, progetto speciale Radicondoli festival
Compagnia di danza Silenda
Expérience #1
Idea e coreografia: Damiano Foà
Musiche originali: Jean Noël Françoise
Testo: Ettore Labbate
Voci recitanti: Ettore Labbate, Fanny Catel, Stephanie Brault, J.N. Françoise
La scena è formata da un sistema di proiettori, di musiche, suoni e testi che il danzatore attiverà grazie ad un sistema di videocamere che seguono il movimento del corpo che interagisce con il video facendo scattare la presenza di un testo, di una luce o di una musica. La coreografia è in effetti concepita come una serie di connessioni decise dal danzatore/artigiano che si appropria della scena come uno spazio di creazione permanente.
22.30, teatrino dei risorti
compagnia Murmuris
Babel
A metà degli anni ‘60 usciva in Italia l’ormai mitologica Grande Enciclopedia della Donna che, incurante del mondo che andava avanti veloce, dava consigli rigorosi alle aspiranti fidanzate, spose e madri. Fu un successo strepitoso. Rubriche di cucina, arredamento e giardinaggio erano graziosamente accostate a consigli di psicologia, lezioni di storia e di bon- ton, il tutto incorniciato da commoventi disegni e illustrazioni. Un imperdibile compendio con cui affrontare il futuro senza perdere di vista femminilità, garbo e buona educazione, ma con la nostalgia per uno stile di vita rassicurante e apparentemente perfetto. Ester, esperta insegnante di economia domestica, ci accompagna attraverso le pagine di un libro che tutto contiene e fagocita, compresa colei che ne parla. Ma la vita fatica a stare tutta quanta in una scatola, è più grande e più feroce e trabocca, imponendosi e facendo franare l’illusione di una confortevole vita di provincia. La nostra deliziosa e spietata Ester chi è davvero? In quale direzione volge lo sguardo feroce di chi desidera una vita diversa, in fondo normale?
oltre il festival ——————————————————-
centrali aperte 4 agosto
un progetto Enel/ comune di radicondoli
ore 18 i pupi di stac I burattini di Firenze dal 1946 presentano
CATERINA E L’ORCHESSA
Seguirà rinfresco
28- 29- 31 luglio dopofestival cena jazz
degustazione al poggio, con la collaborazione di Siena jazz
2/3 agosto sulle strade del corpo laboratorio / stage
condotto da Raffaella Giordano
incontro propedeutico per un futuro migliore per adulti e amatori con la partecipazione del gruppo teatrale Rabel
dal 26 luglio al 4 agosto Biblioteca Radicondoli
Tierra mostra fotografica di Andrea Biancalani
info su www.radicondoliarte.org