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Il bando 2013 per l’Estate Romana, l’ultimo dono alla cultura cittadina

Estate romana vacanza intelligente
Il particolare di una locandina dell’Estate Romana di due anni fa

Ricordate la celebre serie di sketch con cui Corrado Guzzanti metteva alla berlina la Casa delle Libertà? Il geniale comico romano rappresentava cene e riunioni di un gruppo di persone che poteva permettersi qualsiasi cosa. Mangiare a terra, sfondare un muro entrando in casa dei vicini e altri paradossi inscenavano un concetto di libertà esasperato. Ebbene, che negli anni il centrodestra abbia superato qualsiasi aspettativa e rappresentazione assurda delle proprie possibilità è ormai noto, ma non si smette mai di migliorare e Roma è un laboratorio in pieno fermento, qui le migliori teste pensanti che ruotano intorno ad Alemanno ultimamente ne hanno escogitate di tutti i colori, se andiamo poi a dare un’occhiata allo specifico delle politiche culturali le sorprese si susseguono una dietro l’altra come nei migliori vaudeville.

C’è un filo conduttore chiarissimo nelle politiche culturali del Campidoglio: prendersi il merito delle migliori iniziative spendendo poco o niente, lasciare che i piccoli operatori culturali si affamino aspettando bandi, contributi e finanziamenti che non arrivano, rendere dunque la vita difficile a chi occupa le zone più alternative della mappa culturale romana. Perché se all’inizio poteva sembrare distrazione o incapacità gestionale, sul lungo periodo emerge una strategia appositamente disegnata per mettere alle corde la controcultura, quella dei movimenti artistici alternativi, quella che si muove lontano dalle logiche dei grandi finanziatori e può contare solo su piccole comunità di pubblico: la scena contemporanea teatrale è una di queste. Basti pensare allo sforzo economico e programmatico, esiguo, con cui è stato finanziato il progetto Casa dei Teatri e della Drammaturgia Contemporanea, per non parlare della delibera che la istituiva, documento fantasma reso pubblico solo diverse settimane dopo l’annuncio.

Altro tasto dolente per l’Assessorato alla Cultura è l’Estate Romana, sostanzialmente questa giunta se avesse potuto avrebbe cancellato la manifestazione lasciandola totalmente alla libera e privata iniziativa e gioco forza sarebbero sopravvissuti solo quegli eventi di stampo televisivo in cui il massimo dell’approfondimento culturale è la battuta su quanto sia stressante andare da Ikea – a onor di cronaca manifestazioni come queste sono costantemente finanziate dai bandi dell’Estate Romana, anzi apparivano nei primissimi posti nella graduatoria 2012. Anche quest’anno, con il solito ritardo, è stato pubblicato il bando per reperire “proposte di rassegne e festival di spettacolo dal vivo, e/o cinematografici da realizzarsi nella Città di Roma nel periodo giugno/dicembre dell’anno 2013”.

L’avviso è stato pubblicato il 7 maggio scorso, avete tempo fino al 28 dello stesso mese per partecipare, ma quest’anno c’è una sorpresa, è scritta in bella vista, all’inizio del documento, in grassetto, di modo che nessuno si possa sbagliare e lamentare in futuro: “Come specificato nel testo del presente Avviso Pubblico, l’Amministrazione Capitolina procederà al finanziamento delle iniziative selezionate, solo successivamente al reperimento delle necessarie risorse economiche”. Un paragrafo insomma che rende vano il concetto stesso sul quale poggia l’idea di un bando pubblico e che permette al Comune di lavarsi le mani per gli ormai usuali ritardi nei pagamenti. Parliamoci chiaro i finanziamenti del Comune per le attività culturali soffrono abitualmente di ritardi cronici, ma questo è un passo in avanti è una messa a sistema del meccanismo. Insomma, chi ha le possibilità di progettare una manifestazione senza avere nessuna sicurezza sul finanziamento che riceverà si faccia avanti, per gli altri ci dispiace, vadano prima a scuola di liberismo sfrenato o si dedichino a progetti orientati alle masse! Ché di culture e pensieri alternativi qui non ne abbiamo bisogno.

scarica il bando per l’Estate Romana 2013

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