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Focus Trentino – L’inganno delle semplici ingannate

foto di Alessandro Sala / CESURALAB

Nei giorni 25-26 di marzo, Marta Cuscunà ha presentato presso il Teatro Cuminetti di Trento il lavoro La semplicità ingannata, seconda tappa del progetto Resistenze femminili in Italia. È una favola storica nella quale viene ricostruita la rivolta delle clarisse del monastero cinquecentesco Santa Chiara di Udine, la recitazione è quella vivace che usa una madre quando racconta una favola ai suoi bambini. Lo spettacolo si pone però anche come una parabola edificante, che intende offrire un resoconto artistico di un antico atto di resistenza,  con il quale spronare le donne a ribellarsi all’imperante strapotere maschile che le riduce a merce di scambio o oggetto di piacere.

Dal punto di vista strutturale e stilistico, il lavoro si divide in due «libri». Il primo consiste in una interessante genealogia della scelta della clausura, che spiega perché la «semplicità» delle donne viene «ingannata». Queste vengono prima spinte da bambine a desiderare la vocazione presentando il monastero come un paese colmo di delizie e di giocattoli, tra i quali spiccano le sei “bambole suorine” (poste sulla destra del palcoscenico) che andranno in regalo alla bambina più promettente a divenire la «sposina di Cristo». Poi, le giovani cresciute vengono portate a credere, da segni sempre falsi e manipolatori, che la clausura sia una condizione libera e felice, piuttosto che una vita spesa ad «accettare l’inaccettabile» e a rinunciare alle gioie dell’esistenza.

Il secondo libro rappresenta la reazione delle clarisse, che si emancipano dall’autorità ecclesiastica facendo del monastero un polo culturalmente all’avanguardia della città di Udine. In questa fase, Cuscunà dà il meglio di sé sotto l’aspetto recitativo: alterna momenti di narrazione – che purtroppo non sono sempre immuni dalla facile ricerca didascalica dell’effetto – a parti semplicemente brillanti, durante le quali fa parlare le bambole suorine. Soprattutto esilarante è il momento in cui ha luogo lo scontro tra le clarisse accusate di eresia e l’inquisitore (portato sulla scena nella forma di un pupazzo semovibile), che è colmo di battute dissacranti e di ironici doppi sensi sui riferimenti alla cristianità.

Lungi dall’essere un semplice divertimento, le pupattole di Cuscunà servono poi a compiere un atto molto poetico: riscattare l’infanzia perdute delle clarisse. Se nel primo libro le bamboline fungono da strumento di «inganno» per la «semplicità» delle donne, nel secondo accade che la «semplicità» delle donne diviene lo strumento per rimediare all’«inganno» perpetrato ai loro danni. Non è un caso che le clarisse scelgono come strategia di autodifesa dall’inquisitore proprio quello di fingersi stupide o “semplici”. L’atto di resistenza di Cuscunà vince dunque l’inganno passato con un inganno presente, ritorce l’inganno contro l’inganno stesso.

Enrico Piergiacomi

Leggi altri articoli del Focus Trentino

La semplicità ingannata
Satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne

Seconda tappa del progetto teatrale
sulle Resistenze femminili in Italia
Liberamente ispirato alle opere letterarie di Arcangela Tarabotti e alla vicenda delle Clarisse di Udine
di e con Marta Cuscunà
Assistente alla regia: Marco Rogante.
Disegno luci: Claudio “Poldo” Parrino.
Disegno del suono: Alessandro Sdrigotti.
Tecnica di palco, delle luci e del suono: Marco Rogante, Alessandro Sdrigotti.
Realizzazioni scenografiche: Delta Studios; Elisabetta Ferrandino.
Realizzazione costumi: Antonella Guglielmi.
Co-produzione: Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto.

Con il sostegno di Provincia Autonoma di Trento-T-under 30, Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol, Comitato Provinciale per la promozione dei valori della Resistenza e della Costituzione repubblicana di Gorizia, A.N.P.I. Comitato Provinciale di Gorizia, Assessorato alla cultura del Comune di Ronchi dei Legionari, Biblioteca Sandro Pertini di Ronchi dei Legionari, Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Monfalcone, Claudio e Simone del Centro di Aggregazione Giovanile di Monfalcone
E i partecipanti al progetto di Microcredito teatrale: Assemblea Teatrale Maranese-Marano Lagunare UD; Federico Toni; Laboratorio Teatrale Re Nudo-Teatri Invisibili; Nottenera.Comunità_Linguaggi_Territorio; Bonawentura/Teatro Miela-Trieste; Spazio Ferramenta; Tracce di Teatro d’Autore; L’Attoscuro Teatro – Montescudo di Rimini.

Liberamente ispirato a Lo spazio del silenzio di Giovanna Paolin, (Ed. Biblioteca dell’Immagine, 1998)

Marta Cuscunà fa parte del progetto Fies Factory

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