CASA?
Non sono i muri, le poltrone, la tv, il gatto che fa le fusa. Non sono le bollette e il design di tendenza.
Casa è quel luogo in cui il mondo fuori trova rifugio prediletto, con tutto il suo movimento, le cose eterne e quelle caduche, quelle brutte e quelle belle, quelle giuste e quelle sbagliate, lì dove il fascino selvaggio si fa a nostra misura.
Mura e tetto, corridoi e porte diventano aperture e chiusure, orizzonti e attimi sfuggenti, gesti abituali e stupore.
E quando ci hanno insegnato che il mondo è casa, che il viaggio è la nostra velocità, che questa terra poliglotta è piccola e accogliente, non mentivano, ma dimenticavano qualcosa di importante: che questo viaggio senza confini è sempre un viaggio verso casa: una ricerca di posti in cui tornare, di post-it da attaccare, di amori da usare e poi gettare. Una seconda vita, avventure, abitudini e luoghi sconosciuti, che a uno sguardo migrante svelano molto più che a uno assopito dall’abitudine.
Vertigine del nuovo che si mescola quotidianamente al timore dello sconosciuto. Dove sono gli animali da avventura che le mitologie underground hanno tatuato nei nostri immaginari di poco più che ventenni? A volte vorremo riavere indietro la noia della routine quotidiana, il calore e la certezza dei codici per creare confini, muri, soffitti e poi distanze e vicinanze tra simili, tornare a quel nido rassicurante che abbandoniamo, per scelta, necessità, o avventato lancio nel vuoto.
Mi trasferisco a Parigi per studiare: Cooperazione artistica Internazionale è il nome del master a cui mi iscrivo all’Université de Paris 8, Saint Denise, l’ateneo dove insegnò Gilles Deleuze. Scelgo la Francia come modello di civiltà, all’avanguardia per quanto riguarda la legislazione e le strutture istituzionali dedicate alla gestione delle arti, sebbene con la coscienza che a un contesto strutturalmente favorevole non necessariamente corrisponde una produzione artistica altrettanto prospera per qualità o quantità. In altre parole intuisco che la presenza di strutture in grado di sostenere le arti oltre una prima fase di produzione e fin dentro quella rivolta a promuovere, a dare visibilità e riconoscimento sociale all’opera non rappresenta necessariamente un incentivo alla creatività: spesso l’abbondanza di mezzi e la fertilità delle idee procedono in una logica inversamente proporzionale.
Vorrei allora narrare quei luoghi che anche da qui hanno accolto i miei desideri, le mie passioni, le mie incertezze, le opportunità cercate e quelle scoperte; quel teatro della vita che spesso è più eccitante, e di certo più sincero, della vita nel teatro. Da studentessa, frequentatrice di spazi dell’arte, reali e virtuali, da girovaga degli ambienti culturali e onnivora delle grandi città, nella Ville Lumière vorrei andare alla ricerca di storie da ascoltare, di suggestioni e suggerimenti da appuntare; luoghi, contesti, spazi, opportunità, festival, mostre, tendenze, space concept, idee-lavoro, idee e basta, storie di teatro e storie di vita; per una lettura che possa essere piacevole come semplice narrazione, utile a chi decida di migrare, per brevi o lunghi periodi, e che possa offrire una chiave di lettura del fenomeno culturale in un contesto sociale e politico molto diverso dal nostro.
La quotidianità si mischierà all’analisi critica, poiché ciò che nel viaggio sempre cerchiamo non è altro che una casa, accogliente e stimolante. Della costruzione di questo nido sarete testimoni e, in qualche modo, partecipi.
Da questa città, che non sarà la femmina dalla sensualità misteriosa a cui Roma ci ha abituati, ma che nasconde un animo suadente ed elegante da quarantenne sempreverde, avvolta nel manto del suo fiume luminoso, vorrei fissare su queste pagine un appuntamento costante.
E mentre il primo focus di questa rubrica non potrebbe essere dedicato ad altro che alla ricerca della casa – prima tappa del migrante –, nei prossimi giorni presenteremo EXIT, innovativo festival internazionale che unisce le arti figurative e le performing arts, con un’attenzione particolare a tutto ciò che è “natura artificiale”, tematica che cattura l’attenzione di un vasto pubblico, abituato a barcamenarsi tra la moda del bio e quella della tecnologia. Nomi importanti tra cui Constanza Macras, Ivo Van Hove e altri che sveleremo al prossimo appuntamento!
Casa n.1
La ricerca di una casa
La ricerca di un appartamento a Parigi è di certo l’avventura numero uno, non solo in ordine di tempo ma anche e soprattutto per le energie e l’ingegno richiesti. Che siate alla ricerca di un appartamento per un breve periodo o per un periodo più lungo, per voi, soli o in compagnia, prima vi abituate a recitare la parte giusta, prima riuscirete nell’ardua impresa. Non sono solo immagini mitologiche le lunghe file di non meno di 30 persone, fino a più di 60, in attesa – per ore – di visitare uno stesso appartamento, il quale poi naturalmente sarà occupato dal raccomandato di turno, o da chi in grado di porre a garanzia uno stipendio che supera di tre volte il costo dell’affitto.
Non a caso si dice che a Parigi è la casa che sceglie l’inquilino piuttosto che il contrario. E dopo i primi veri e propri “casting” scoraggianti iniziamo a capire che la tattica giusta è quella di adattare le aspettative alle possibilità reali – non avrete mai una casa nel Marais; ed è una fortuna, ci sono posti molto più belli -, ma ancor di più interpretare il ruolo del bravo affittuario. Sicuri, simpatici, se vi presentate con un amico/a siate una coppia addirittura prossima al matrimonio, anche lesbo o gay se necessario. Ancor più che da noi, in Francia la “coppia” è una delle poche certezze rimaste, rappresenta la soluzione in grado di assicurare una permanenza a lungo termine e tranquilla.
La riservatezza del francese che vive da solo in 10 metri quadri piuttosto che in un appartamento da condividere è invece la ragione del prolificare di studi di piccole o medie dimensioni. I colloque (leggi: collòk), appartamenti condivisi da studenti, non sono certo più economici (una stanza si aggira attorno ai 600 euro), anche se in alcuni casi possono rappresentare un modo per inserirsi nel “giro” parigino. È necessario imparare anche a usare un po’ di immaginazione per raddoppiare la metratura dei piccoli appartamentini francesi – 9 mq a 600 euro sono una casa per una persona, con 30 mq a 900/1200 euro per due, c’è da ritenersi fortunati! Non spaventarsi di fronte a case non arredate, nemmeno se prevedete una permanenza di pochi mesi, ché per arredare una casa con Ikea e mobili raccattati ai margini dei marciapiedi bastano pochi soldi e un po’ di rigore e creatività.
Non temiate le scale e i tanti piani a piedi, 4/6 rampe di scale scoscese sono comuni, appartamenti vecchi o vecchie chambres de bonnes (camere delle inservienti) restaurate, che certo non accoglieranno famiglie o coppie di mezza età, sono la sistemazione perfetta per chi voglia spendere meno e annullare parte della concorrenza.
E infine, mai dire che restate meno di uno o tre anni, a seconda del tipo di contratto proposto: mentite! Evitate le agenzie, che chiedono caparre e cauzioni, e soprattutto sfruttate lo Stato Sociale francese finché regge, il quale attraverso il Caf (http://www.caf.fr/), contribuisce secondo percentuale variabile al pagamento mensile dell’affitto.
E una volta sistemati, godetevi la casa! D’obbligo e tradizione inaugurarla con un Crémaillère (nome che originariamente definisce il pentolone per la zuppa), festa alla quale vi conviene invitare anche tutto il vicinato, se non volete rischiare che la polizia, in ogni caso sempre molto gentilmente, suoni il vostro campanello alle due di notte.
Le feste a casa che tanto amiamo noi mediterranei sono di scarso uso nella capitale francese.
Chiara Pirri
Leggi gli altri diario/report di una studentessa di performing arts da Parigi
Siti Utili (direi necessari) per trovare casa:
pap.fr: http://www.pap.fr/annonce/locations-appartement-paris-75-g439, scegli le zone in cui cercare e crea un “allert” giornaliero così da poter essere il primo a chiamare per fissare un rendez-vous! È certamente il sito numero uno per trovare casa a Parigi e in Francia.
annonce étudiante: http://www.annonceetudiant.com/. Soprattutto per collocation (camera in casa condivisa).
italiani on line, sezione Parigi: http://www.italiansonline.net/sezioni_index.php?sezione=2. Si possono trovare annunci di subaffitto, camere che si liberano per brevi periodi o anche periodi più lunghi.
se loger: http://www.seloger.com/. Attenzione! a volte sugli appartamenti proposti c’è una sovrattassa da aggiungere per l’agenzia on-line.
Immagini: Paint make-up da Facebook mobile upload pics by Anna Osnato
chez nous 🙂
Parigi è più facile insieme!