PROGRAMMA TREND – nuove frontiere della scena britannica – XII edizione
TEATRO BELLI (ROMA) 2 – 14 aprile 2013
rassegna a cura di Rodolfo di Giammarco
2 – 3 aprile
Argot Studio
BRAVO CON LE PERSONE
(GOOD WITH PEOPLE)
di David Harrower
traduzione di Natalia di Giammarco
con Vanessa Scalera e Tiziano Panici
progetto visivo Andrea Giansanti
musiche originali Marco Scattolini
costumi ed elementi di scena Marta Genovese
organizzazione Katia Caselli
con il contributo artistico di Alice Spisa e Francesco Frangipane
regia Tiziano Panici
J’accuse…! Citando le parole del giornalista e scrittore francese émile Zola, il giovane Evan Bold ritorna nella vita della signora Helen Huges come un colpo di pistola.
La stessa locuzione che liberò l’ufficiale francese Dreyfus dalle accuse mosse a suo carico in uno dei più famosi casi giudiziari della storia europea, sembra essere usata da questo giovane uomo per ribaltare gli esiti di un passato troppo scomodo e assolversi dalla colpa di un torto inflitto al giovane Jack Huges, figlio della donna.
Helensbourgh è la piccola cittadina che ha racchiuso il segreto di Helen per quasi dieci anni. Un fatto invisibile ed inquietante, nascosto nei suoi ricordi, le ha sconvolto la vita e colui che ha causato il suo tormento riappare dopo tanto tempo innescando un meccanismo di tensione che è destinato a deflagrare e che azzererà tutto improvvisamente, come una bomba.
L’autore del grande successo Blackbird, torna ad occuparsi di un caso morale senza porre alcun giudizio nella vicenda. Sembra voler lasciare il pubblico nella difficoltà etica di attribuire un giudizio alla vicenda narrata, ma non lascia appigli sufficienti a garantire la sicurezza interiore di chi osserva. Anzi alimenta l’incertezza e sposta continuamente l’asse dell’empatia nei confronti dei due protagonisti, ribaltando continuamente il ruolo di chi infligge la colpa e di chi la subisce.
Sullo sfondo la ferita interna e ancora aperta di una nazione che si divide a sua volta tra gli uomini che ne vogliono difendere il valore attraverso il “nobile” uso della forza e chi affronta urlando una classe sociale asservita ed incapace di non arrendersi al giogo del potere.
5 – 6 aprile
TSI La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello
SETTE MELODIE PER FLAUTO
(SEVEN TUNES ON THE FLUTE)
di Sam Hall
traduzione di Valentina Rapetti
con Antonella Attili, Caterina Bertone, Daniela Duchi
Michela Giamboni, Xhilda Lapardhaja, Daniele Natali
Dajana Roncione, Pio Stellaccio, Isabella Tedesco, Zoe Zolferino
abiti di scena Marta Genovese
collaboratore artistico Daniele Paoloni
regia Paolo Zuccari
Le vite di un gruppo di amici universitari cambiano radicalmente corso quando David, giovane pittore sulla soglia della celebrità, ha un incidente stradale e va in coma per oltre dieci anni. Rispetto a questo evento principale passato presente e futuro si alternano raccontando le vicende dei personaggi del gruppo, in un arco temporale di trenta anni. I loro amori, le delusioni, i ritorni imprevisti.
Un originale linguaggio teatrale riesce a raccontare i punti di vista diversi della memoria di ciascuno. Il tempo ha trasformato, pian piano, la loro percezione del passato. Un passato con gli anni sempre più diverso, lontano, e fortemente personale. L’amore stesso, che lega molti di loro, non sembra mai fermarsi in un punto preciso. Finché alla fine, in una coppia, si manifesta nel suo aspetto più assoluto e impossibile. Un puzzle feroce di ricordi. La soggettiva di una generazione.
7 – 8 – 9 – 10 aprile
Accademia degli Artefatti / Teatro della Tosse
TIM CROUCH A PEZZI
(7 aprile)
MY ARM [recensione]
traduzione di Luca Scarlini
con Matteo Angius e Emiliano Duncan Barbieri
cura degli ambienti Diego Labonia
video Lorenzo Letizia
regia Fabrizio Arcuri
My arm è il monologo di un trentenne che ha sfidato se stesso e le proprie possibilità e la propria noia, e quella universale: dopo aver dimostrato di riuscire a stare per quattro mesi senza andar di corpo e per un periodo più o meno ugualmente lungo senza parlare, un giorno porta un braccio sopra la testa e prova a verificare per quanto tempo riuscirà a tenercelo…e ora vive e muore del suo braccio reso inattivo, arto ucciso, ma insieme unico superstite al resto del corpo. ‘L’uomo del braccio’ racconta la sua storia prendendo a prestito dagli spettatori foto, chiavi, accendini che raffigurano luoghi o personaggi cui però non rimandano affatto, e che diventano scenario e protagonisti di un suo spettacolo personale (ripreso da una telecamera live e proiettato): ecco un teatro ulteriore, un mondo ulteriore e un linguaggio che raccontano una storia tanto vera e per questo impossibile, manipolando la realtà e mettendola a servizio di una rappresentazione che però non ha nulla da raccontare.
(8 aprile)
BANQUO (dal “Riccardo III”)
traduzione di Pieraldo Girotto
con Enrico Campanati
regia Fabrizio Arcuri
Banquo è una tragicommedia del drammaturgo britannico Tim Crouch, che racconta la tragedia shakespeariana Macbeth, da un punto di vista diverso da quello canonico. Protagonista della vicenda è Banquo, generale dell’esercito scozzese di Re Duncan, che viene ucciso da tre sicari ingaggiati da Macbeth per eliminare un pericoloso avversario nella salita al trono. Il racconto di Crouch prende il via da questo momento, Banquo muore e torna come fantasma diventando il protagonista/testimone dell’intera vicenda. Testimone impassibile degli intrighi e delle follie di palazzo non può far niente per impedire che il destino dei diversi personaggi si compia. Racconta gli omicidi, la violenza, la follia e le guerre che si susseguono aumentando l’efferatezza e l’orrore degli eventi, analizzando i comportamenti dei diversi personaggi senza mai giudicarli se non in maniera tollerante. Il fantasma del generale scozzese si domanda cosa sarebbe successo se fosse ancora vivo e se al posto di Macbeth ci fosse stato lui. Si chiede se avrebbe compiuto le stesse azioni e lo domanda al pubblico. Analizza il fascino e l’ossessione del potere, cercando di capire se a dominare i sentimenti umani è il desiderio di raggiungerlo o la paura di perderlo. Il sangue macchia il suo vestito bianco. Sul palco c’è anche suo figlio Fleance, scampato all’agguato organizzato da Macbeth e costato la vita al padre. Fleance, interpretato da un tecnico dello spettacolo Matteo Selis, si limita a osservare con circospezione gli eventi da un angolo del palco con distorsioni elettriche e suoni amplificati. Un’ossessione, quella del potere, che diventa come tutte le fissazioni quasi comica, perché innesta meccanismi e logiche stupide per le persone razionali.
(9-10 aprile)
PEASEBLOSSOM (dal “Sogno di una notte di mezza estate”)
traduzione di Pieraldo Girotto
con Matteo Angius
regia Fabrizio Arcuri
Il “Sogno di una notte di mezza estate” è visto qui attraverso gli occhi di un bambino, un bambino confuso che si fa domande sull’immagine e sul senso dell’amore adulto così come lo rappresenta Shakespeare. I personaggi, nella raccolta di monologhi “I, Shakespeare” (“I, Malvolio”, “I, Banquo”, “I, Caliban”, “I, Peaseblossom”), combinano la missione di dire la storia del loro testo con una chiave che appartiene lucidamente alla riflessione delle figure e degli scenari contemporanei. A testimoniare che Tim Crouch è, sì, autore, attore e regista odierno di teatro, e di cultura performativa, ma è anche, come pochi, un professore shakespeariano.
11 – 12 aprile
Mixò / I.E.T. Independent English Theatre
Compagnia Teatrale SOFIS
STOCCOLMA
(STOCKHOLM)
di Bryony Lavery
traduzione di Marco Calvani e Sandra Paternostro
con Vincenzo De Michele e Ketty di Porto
consulenza musicale Diego Buongiorno
aiuto regia Sandra Paternostro
assistenti alla regia Letizia Letza e Alberto Alemanno
regia Marco Calvani
Oggi è il compleanno di Todd. Kali sembra aver pensato proprio a tutto pur di festeggiarlo in maniera indimenticabile. Due bottiglie di champagne nel frigorifero e una cena romantica a base di pesce coroneranno una giornata cominciata deliziosamente. Fuori la dolce primavera pronta a sbocciare.
Todd e Kali sembrano formare una moderna coppia perfetta. Sono emotivamente aperti, sessualmente intensi e fieri della loro casa e del loro prossimo progetto: una vacanza a Stoccolma, una città che li attrae magneticamente.
Ma qualcosa durante la serata va storto e l’entusiasmo lentamente si spegne lasciando spazio al dubbio e ai sospetti e rivelando la vera e contorta natura della loro relazione. Attraverso carezze e cattiverie, baci e insulti, ricordi e bugie, Todd e Kali diventano protagonisti di un gioco al massacro dove entrambi si rivelano ostaggi l’uno dell’altra, dove la verità è un’arma a doppio taglio e la fiducia un caldo veleno.
13 – 14 aprile
Associazione Teatro C/R – Associazione Olinda
ESSERE NORVEGESI
(BEING NORWEGIAN)
di David Greig
traduzione di Valentina De Simone
con Elena Arvigo e Roberto Rustioni
regia Roberto Rustioni
Desidero ringraziare per il sostegno la compagnia Fattore K e per l’aiuto e la consulenza Marta Gilmore, Margaret Rose e Paolo Calafiore
David Greig, drammaturgo e sceneggiatore nato ad Edimburgo nel 1969, è uno degli esponenti di punta del nuovo teatro scozzese. E’ un’area drammaturgica che spesso si interroga sul senso di identità nazionale e culturale, Greig in particolare esplora la questione dell’identità nella sua matrice politico-sociale,linguistica e soprattutto umana, l’aspetto che mi interessa di più.
Gli stereotipi culturali e comportamentali ci aiutano nelle relazioni? Cosa ci definisce? La tua identità è “nazionale”? Ti sostiene veramente nei rapporti interpersonali?Oppure l’identità è qualcosa che deve essere reinventato di volta in volta in risposta a ciò che è “altro” da te? “Being Norwegian” ci parla di tutto questo con delicatezza ed ironia.
Una notte, in Scozia , ai nostri giorni. Un uomo di circa 40 anni ed una donna sui 30 anni si incontrano per caso. Lei dice che viene da un altro Paese, non è di lì come lui.
Uno spazio ed un tempo che sembrano sospesi in una realtà quotidiana ruvida e dura.
La situazione è precaria,i due provano ad entrare in contatto. Ci riusciranno?
Direzione Artistica: Rodolfo di Giammarco
Organizzazione Generale: Carlo Emilio Lerici
Ufficio stampa: Paola Rotunno e Margherita Fusi
Direttore Tecnico: Loris Pioppo
Orario spettacoli tutte le sere alle ore 21,00
Prezzi posto unico € 10
Informazioni e prenotazioni 06 5894875
info@teatrobelli.it
www.teatrobelli.it
Teatro Belli – piazza Sant’Apollonia, 11a – (trastevere)
La manifestazione è realizzata con il sostegno di Roma Capitale – Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico