Frequentando le arti performative come spettatori, osservatori, cronisti e, di certo, anche come protagonisti, una delle più evidenti debolezze di questo sistema sta nel fatto che la sua spinta creativa sia strangolata da un ragionamento che procede per compartimenti stagni, assegnando etichette ormai desuete. Sono davvero poche le occasioni per accedere a un ambiente in cui con maggiore fluidità le arti possano prendersi per mano, i linguaggi finalmente scambiarsi le energie e la produzione di senso consegnarsi alla fruizione libera da logiche anacronistiche. E solo in questo ambiente meno “coerente”, meno rigido, può avvenire quella esplosione di necessità che sappiamo essere – mai sopita – nel cuore del panorama performativo nell’Italia di oggi.
A Dro, in provincia di Trento, da molto tempo un luogo protetto, Centrale Fies, è ritagliato per la creazione e per la produzione artistica, modulando lo spazio in modo che non sia mai davvero statico, in modo che gli artisti che lo attraversano possano cambiarlo ogni volta lasciando tracce del lavoro svolto, restituendo al terreno che ne ha cresciuto le idee la linfa necessaria per restare fertile. E di questo processo virtuoso, da ormai 33 edizioni, avviene che si possa respirare l’effetto, partecipando al Festival Drodesera, quest’anno in apertura dal 20 al 28 luglio. L’anteprima di giovedì 19 alla Galleria Trasformatori parte con un dj set di Silvia Calderoni e prosegue nel foyer con il nuovo spettacolo di Dewey Dell, Tuono, in cui Demetrio Castellucci stende la musica in collaborazione di Black Fanfare, indirizzandosi al movimento. Fino alla fine del festival lo stesso spazio ospita le installazioni di Dem (Magianaturalis); Enrico Boccioletti (Content Aware); Andreco (The green wild man) e Ioana Nemes (xxxxx); la serie di disegni di Anna Deflorian (Ogoz Noble); le foto di Marvellini (Marvellini in Centrale).
Si entra poi nel vivo il 20 con gli storici Motus e i tre movimenti site specific di W. 3 atti pubblici, tre azioni ispirate al “viaggio verso animale politico”; il gruppo Cosmesi, autore della perfomance Ghezzz e tornano a giocare in casa i “residenti” Dewey Dell con il lavoro Grave, sulla caduta di “un corpo che precipita”. I belgiPeeping Tom approdano con A louer, per giocare, come sempre tra danza e vocalità, con uno spazio mai statico, sempre drammatico; si avvicina cautamente al Requiem di Mozart il gruppo di Codice Ivan, al primo studio di Muori // Sounds good, prima di lasciar spazio al dj set di Black Fanfare. Dalla Germania arriva, il 21 luglio, il gruppo Invisible Playground, che prepara, in prima nazionale, Dro in Play – Love, Greed and Superstition, un’esperienza urbana sulla personale memoria dei luoghi, una sorta di caccia al tesoro in cui sempre ci si perde e sempre ci si ritrova e una “special night” dal titolo Tetris Smuggling. C’è sempre spazio anche per ilCollettivO CineticO di Francesca Pennini, senza dubbio una delle realtà più interessanti e dirompenti di questi ultimi due anni, qui in replica con XD scritture retiniche sull’oscenità dei denti e, domenica 22, il dispositivo ludico interattivo Cinetico 4.4. Parla da sola la presentazione di Folk-s, con cui il prolifico performer Alessandro Sciarroni guarda alle danze popolari come paradigma radicato nell’evoluzione del movimento («Il ballo come regola, dittatura, flusso di immagini che seguono il ritmo e la forma, non il contenuto»); il dj set stavolta è in mano a Trinity.
Domenica 22 accoglie Michele Bazzana e il suo Mezzogiorno di fuoco, titolo ma anche “motore” del progetto, «una pista che occupa un veicolo e il suo carburante, ma divisi e riuniti nel modo sbagliato». Occhi spalancati per lo studio del nuovo progetto di Marta Cuscunà, coprodotta da Centrale Fies: La semplicità ingannata – satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne rintraccia nelle rivendicazioni delle donne nel Cinquecento quella che dovrebbe tornare a essere un’urgenza sociale. Il duo belga-portogese Pieter Ampe & Guilherme Garrido presenta in prima nazionale Still standing you e lascia poi spazio alle note di Dumbo gets mad. Lunedì 23 la performance di Luigi Presicce Sputato a Cristo coinvolgerà direttamente gli spettatori, tornerà Sciarroni con Cowboys, ancora sulle danze folk e ci sarà modo di rivedere il Sangue sul collo del gatto, Fassbinder secondoAccademia degli Artefatti. La “mistica performance”di Alterazioni Video sulle note del gruppo berlinese Arto Ushan and the Nice Music chiuderà la serata. A partire dai disegni di Enzo Mari del 1973 arriva dall’Austria Andrea Maurer & Thomas Brandstätter/Studio 5 con Performance for a seated audience e The End, mentre tra uomo e territorio si muove il ragionamento del belga Andros Zins-Browne in The Host. Il concerto della norvegese Susanna è poi il preludio al Private Culture dj set. Pietro Babina e Mesmer Artistic Association portano Eco-Applicazione [1] Preparatorio per: Tremore e The Draft film [1] Video notazione per: Tremore; passa da Dro ancheIl giro del mondo in 80 giorni di Mk e lascia che Max Tigre chiuda il dj set.
Giovedì 26 è la volta dei rumeni Apparatus 22, checon Morpheus buyback usano gli incubi degli spettatori per definire un inconscio collettivo; sul tema della caccia verte il nuovo lavoro di Anagoor L.I. Lingua Imperii – violenta la forza del morso che la ammutoliva; Zapruder filmmakersgroup porta due progetti (All inclusive e Joule) e Francesca Grilli, in scena il giorno dopo con la performance Iron, mette i dischi a fine serata. Rispettivamente norvegese e giapponese sono Heine Avdal & Yukiko Shinozaki, presenti venerdì 27 con il site specific Fieldwork: Office mentre Mali Weil installa la White Noise Machine, una dimensione sonora e fisica per 5 persone ogni 10 minuti. Dalla Francia, la performance diPhilippe Quesne/Vivarium Studio L’Effet de Serge riflette sul linguaggio del solo e i tedeschi Riverman regalano un concerto molto intimista ispirato al folk dei tardi anni Settanta. Si chiude il 28 con HOT di Reinhard Plank e Palaearalemusikantn, performance che fotografa anche il momento della creazione e il grande concerto multietnico di P o P _ X, Walter Biondani, la Tribu Malu e The Nasty Power Bitch.
I progetti speciali includono la performance parassitaria di Mk Grand Tour, il percorso di arte pubblica a tappe The city of happiness curato da Codice Ivan, il laboratorio di reportage fotografico Photobuster guidato dal gruppo Cesuralab e la collaborazione tra WorkOfOthers e Il Tamburo di Kattrin nel progetto di attraversamento di Dreamcatcher.
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Sergio Lo Gatto