Sostanze volatili, rassegna di spettacoli teatrali che nascono e crescono fuori dai circuiti istituzionali, curata e ospitata dal Teatro Valle Occupato – che ha appena compiuto il suo primo anno di età –, accoglie il caso/spettacolo L’Operazione, di Rosario Lisma, in quest’occasione regista e drammaturgo, oltre che attore protagonista. Oltre un’ottima produzione, la vittoria del Premio Nuove Sensibilità nel 2008 procurò a Lisma e ai suoi attori una lunga tournée; lo spettacolo fu bloccato dopo le primissime rappresentazioni, e tutte le date successive cancellate per problemi politici più che culturali. Strano caso, la commedia portata in scena con passione da un gruppo di attori diversissimi per formazione ma accomunati da originali qualità attoriali oltre che, a tratti, da ammaliante presenza scenica, voleva e vuole denunciare con ironia proprio il mondo corrotto e meschino del teatro e più in generale dell’Italietta che trova compromessi e scappatoie.
L’Operazione vive una dimensione meta-teatrale in cui quattro attori sono alle prese con una produzione teatrale sul tema delle Brigate Rosse. In tal modo accoglie riflessioni e pensieri sul sistema e sulle pratiche artistiche del nostro teatro nazionale, pensieri che a tratti si fanno dichiarazioni di poetica, in altri momenti esplicita denuncia. Con tale operazione Lisma rivendica la legittimità di un teatro naturalista, che affronti i temi della quotidianità, nei suoi lati umani e politici, difendendolo dalle tendenze del contemporaneo che optano per il sensazionale sfruttando il desiderio di scandalo a cui gli spettatori sembrano oramai assuefatti. Inoltre, inserendo nella storia un vecchio giornalista (che i personaggi definiscono “Il Critico”) di “quadriana” memoria, l’artista denuncia la dipendenza delle opere teatrali e del loro destino dal gusto della critica, sempre di parte e sempre necessariamente parziale.
Nonostante i buoni presupposti lo spettacolo gira su se stesso, gli attori si destreggiano abilmente tra una battuta e l’altra, legate tra loro attraverso quella che credo sia la chiave di lettura dello spettacolo: lo stacchetto musicale. Come le musichette che saturano l’aria tra una gag e l’altra di uno spettacolo di cabaret televisivo, o tra le battute di una soap comica, stessa funzione ha la musica nello spettacolo di Lisma. Un tale utilizzo extra-diegetico della musica riconduce in quello spazio da cui lo spettacolo pareva volesse evadere: il mondo finto e superficiale dell’intrattenimento. Così Il tema si accartoccia su se stesso, non esce dalla scena, non incontra la realtà né tanto meno dimostra una volontà critica profonda. Da tempo ormai le pagine culturali dei giornali quotidiani, a cui nello spettacolo si fa riferimento, sono gestite da giornalisti e non da critici, e certo questi non sono il motore delle scelte relative la vita o la morte di uno spettacolo e della compagnia che lo porta in scena. L’iper-potere dell’operatore è certo un tema ancora poco discusso, al contrario del luogo comune che riguarda la figura del critico/giudice supremo, la quale ha trovato nel tempo varie e anche affascinanti declinazioni.
Ci rendiamo conto, e questa webzine lo dimostra, che la critica oggi sfugge la carta e sceglie di occupare spazi democratici e aperti all’interazione e all’approfondimento, allo studio e all’interdisciplinarietà, in armonia con un universo culturale in mutamento. Di questo lo spettacolo non fa menzione, mentre si accanisce contro un mondo in definitivo declino, identificando in tal modo uno sterile campo d’analisi. Una meta-teatralità che riflette sulle estetiche liquidando il teatro dialettale con un «io non ci capisco niente», che ironizza sulle estetiche contemporanee, con chiari riferimenti ai maestri del teatro d’avanguardia degli anni ’70/’90 così come ai gruppi più giovani, liquidando il problema come originato da un bieco desiderio di stupire l’interlocutore attraverso pratiche violente o tecnologiche, certo non aggiunge nulla alla discussione che ferve attorno alle modalità eminentemente contemporanee della scena.
Un pubblico divertito ride alle battute – come gli stacchetti musicali anche queste risate hanno reminiscenze catodiche – che ancora una volta non sono in grado di fuoriuscire dalla scatola nera del teatro e incontrare il dibattito reale, dove la forma trova giustificazione nelle idee, e l’una e l’altra risultano essere indivisibili al fine di poter giudicare l’originalità di un prodotto artistico. La serata ci ha accolti in una favola di altri tempi, una storia ben raccontata, in una forma coerente e da attori accattivanti, ma nulla trasborda da quella scena, niente contamina o si lascia contaminare dal reale, nonostante questi sembrassero essere gli intenti.
Chiara Pirri
visto al Teatro Valle Occupato, Roma
L’OPERAZIONE
scritto e diretto da Rosario Lisma
con Andrea Nicolini, Andrea Narsi, Ugo Giacomazzi, Rosario Lisma, Franco Sangermano
produzione Fondazione Teatro Piemonte Europa