HomeArticoliInternationalSierakowski. Il futuro cupo e ironico di Komuna Warszawa

Sierakowski. Il futuro cupo e ironico di Komuna Warszawa

foto da komuna.warszawa.pl

Il teatro polacco si confronta con la sua storia, remota e recente, e lo fa attraverso una drammaturgia basata su testi verbosi e quasi sempre scritti per l’occasione. Il teatro a cui abbiamo assistito durante i giorni del ventiseiesimo Congresso dell’Associazione Internazionale Critici di Teatro (AICT/IATC), organizzato a Varsavia, è un teatro politico, impegnato, serio anche quando ironico. Ogni spettacolo del festival Warszawskie Spotkania Teatralne, che presenta a un pubblico internazionale le ultime creazioni del teatro polacco, termina con un discorso di protesta e manifesti che dalla platea si alzano a rivendicare i diritti di un settore alle prese con la coscienza di sé, oggi più che mai. Come nel resto d’Europa, anche qui la situazione di crisi acuisce quelli che da sempre sono i problemi del settore dell’arte e della cultura in generale.
La protesta, la rivolta, la rivendicazione e le riflessioni politiche caratterizzano il teatro polacco degli ultimi anni più di quanto questo non accada negli altri paesi europei. Dimenticate il teatro immaginifico e l’aspetto figurale del teatro di Kantor, o quello spirituale e attoriale di Grotowski. Questa scena si confronta direttamente, e attraverso un profluvio di parole, con la realtà sociale, culturale e politica, con l’humus in cui germoglia la vita quotidiana.

Non si sottrae a questa tendenza nemmeno il teatro così definito “alternativo” che, fuori dai tanti luoghi istituzionali che affollano Varsavia, la nuova Berlino, opera in spazi off, nella periferia di quella che dimostra essere una città in forte fermento culturale. In certi casi grazie a parziali sovvenzioni erogate dalle istituzioni, si aprono molti spazi, in perfetto stile europeo: bar con arredamento post-industriale, luci soffuse, sale piccole ma ben attrezzate. Komuna Warszawa si inserisce perfettamente in queste tendenze del contemporaneo teatro polacco, anche se lo fa fuori dal teatro istituzionale, in un percorso di ricerca sulle forme e sui linguaggi. Con Sierakowski la compagnia presenta nella sua sede uno spettacolo attorno al personaggio omonimo, una delle figure più intriganti della scena politica polacca degli ultimi anni, il creatore del movimento “Political Critique” che, ispirandosi a movimenti politici e soprattutto a idee filosofiche come quelle di Alain Badiou e Slavoj Žižek, ha introdotto una critica al capitalismo nel dibattito pubblico.

Quello che immaginiamo e iniziamo a recepire come uno spettacolo volto a sostenere e diffondere il pensiero che va affermandosi attraverso la figura a il lavoro intellettuale di Sierakowski, svela il suo lato ironico. In scena due musicisti/dj (violino e chitarra) e tre performer, esecutori/dettatori di una partitura vocale e fisica minimale. Una costruzione schematica che divide lo spettacolo in capitoli accoglie la declamazione – che a a tratti si volge in canto marziale – volta a narrare una biografia futuribile e totalmente immaginaria del personaggio, il cui ego è sottoposto a una ironica decostruzione. Chiamando in causa filosofi e teorie politiche del passato e del presente, in questo delirio geometrico i dettatori ripetono le frasi fino a farne svanire il senso, lasciando il posto a immagini grottesche come quella di Sierakowski che ingurgita decine di banane. Molte sono le citazioni dirette, le belle frasi importanti di menti illustri che i performer riportano in una cantilena dura capace, nella sua affermazione, di dissolvere il pensiero. Dal buio emerge un’immagine, la poesia di tanti specchi che si si sommano e riflettono sul soffitto le lettere verdi che vanno a comporre la frase: «Future is darkness».

L’angoscia di un futuro non trova pace nel sistema intellettuale che Sierakowski ha costruito per sé e per i suoi seguaci; evidentemente non saranno le “allucinazioni teoretiche”, neppure quelle illuminate, meditate e costruite con ardore a portare il cambiamento. La domanda resta aperta: verso quale tipo di politica volgersi dunque? Per quale futuro?

Chiara Pirri

[ndr: Komuna Warszawa non usa inserire nomi nei credits. Abbiamo chiesto espressamente a uno degli attori una lista, questa la risposta]:

«Siamo una comune, anche se non crediamo nella rivoluzione»:

FUTURE TALES (SIERAKOWSKI)
testo: Ensemble
musiche originali: Ensemble
scene: Ensemble
regia: Ensemble
attori: Ensemble

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