Pubblichiamo qui di seguito una petizione che arriva da un comitato di artisti del teatro polacco. La petizione sta facendo il giro dei luoghi di spettacolo di Varsavia e non solo, in cerca di sostegno tra spettatori e operatori. I tagli e le nomine di nuovi direttori rischiano di far cambiare rotta culturale al sistema teatrale polacco mandando al macero una delle tradizioni e sperimentazioni più attive d’Europa.
Per favore, firmate questa petizione inviando una email all’indirizzo list_ludzi_teatru@yahoo.it con il vostro nome, cognome, posizione professionale e per favore fatela circolare tra i vostri contatti.
Come professionisti del teatro desideriamo esprimere la nostra profonda preoccupazione riguardo al futuro dei teatri pubblici in Polonia. Questo perché, per la prima volta dal boicottaggio dei teatri sancito sotto la Legge Marziale, la nostra comunità sta tentando di riunirsi in una sola voce. Non ci stiamo rivolgendo a voi dalla tribuna di una particolare fazione o scuola di teatro. La questione è di gran lunga più seria. È l’esistenza di un modello polacco di teatro d’arte ad essere in pericolo. Confidiamo che la sopravvivenza di questo modello sia importante non solo per noi, ma anche per voi: i nostri spettatori e interlocutori, le persone che contribuiscono alla creazione della cultura. Diversi giorni fa i funzionari dell’ufficio della Lower Silesian Voivodeship Marshal hanno deciso di rivedere le liste dei teatri locali e di congedarne i direttori, che verranno sostituiti da imprenditori con un background strettamente aziendale. Questo è stato fatto senza consultare gli amministratori dei teatri in questione, i sindacati degli artisti e neppure il ministero della Cultura. Questi atti senza precedenti stanno diventando sempre più comuni.
La città di Varsavia ha a tutt’oggi fallito nel costituire una ragionevole politica della gestione teatrale. I direttori vengono sostituiti con criteri apparentemente casuali, il Dipartimento della Cultura del Municipio non è in grado di specificare la propria politica di intervento alle istituzioni di competenza, né di mettere a punto una strategia riguardo ai teatri in generale. Il futuro di uno dei più importanti e affermati teatri polacchi, il Teatr Dramatyczny, è tuttora incerto. Le recenti disposizioni dalle autorità, che vedrebbero il Dramatyczny ricalcare lo schema di un teatro commerciale specializzato in frivolo intrattenimento, testimoniano la loro completa mancanza di responsabilità nei confronti della cultura polacca. Nel frattempo ai teatri della capitale sono stati drasticamente tagliati i fondi e non dispongono delle risorse necessarie per programmare nuove produzioni. Quest’anno il contributo a loro destinato è stato ulteriormente abbassato di oltre il 10%, scendendo da 90 a 80 milioni di zloty (meno di 20 milioni di euro). Nello stesso periodo, il budget messo a disposizione per la promozione della città è stato quasi raddoppiato, raggiungendo ora i 60 milioni di zloty contro i 35 dello scorso anno (14,4 milioni di euro contro 84), anche se l’affermazione dei teatri d’arte in Polonia e all’estero sarebbe molto utile alla promozione della capitale.
La forza del teatro polacco è nella sua varietà di linguaggi e di estetiche. Eppure questa varietà potrebbe presto trasformarsi in uniformità, dal momento che la maggior parte di coloro che prendono le decisioni si comportano come se non avessero bisogno di una cultura che vada al di là del mero mercato, e sembrano supporre che neppure il pubblico avverta questa esigenza.
Il sostegno per i teatri in Polonia è andato riducendosi sistematicamente. Di conseguenza, i teatri cadono nel debito, il che finisce per divenire un’ottima scusa per liberarsi dei direttori artistici, invece di ripensare quelle stesse politiche che in primo luogo hanno causato tale situazione.
Ciò che stiamo lottando per riportare alla luce è quel fenomeno unico che è il teatro d’arte in Polonia. Sappiamo che il teatro cambia insieme ai tempi e che la sua struttura istituzionale dovrebbe mutare con lo stesso criterio – ma ciò non dovrebbe avvenire a spese e a costo del deperimento del teatro stesso. Chiediamo che i professionisti del teatro abbiano voce in capitolo nelle future decisioni che riguarderanno il teatro, chiediamo che un dibattito sul sistema di finanziamento del teatro in Polonia non abbia il profitto come unico criterio di valutazione. Il teatro non è una corporazione o un servizio commerciale e coloro che lo frequentano non sono clienti. Invece di dire no agli artisti, diciamo no a chi prende decisioni senza la necessaria competenza.
[trad. SLG]Hi everybody,
please, sign this letter sending email to: list_ludzi_teatru@yahoo.plwith your Name, Surname, position
And please, forward it to every theatre person
Marcin Zawada
As theatre professionals, we wish to express our deep concern regarding the future of public theatres in Poland.
That is why, for the first time since the boycott of officially-sanctioned theatres under Martial Law, our community is trying to speak as one. We are not addressing you from the standpoint of any particular faction or school of theatre. The matter is far more serious. What is a stake is the Polish model of artistic theatre, whose very existence is currently under threat. We hope that the survival of this model is something that matters not only to us, but also to you: our spectators and interlocutors, the people who contribute to the creation of culture.
Several days ago, officials from the Lower Silesian Voivodeship Marshal’s Office decided to revise the charters of local theatres and dismiss their directors, who are to be replaced by managers with a background in business. This was done without consulting the ensembles of the theatres in question, artists’ unions, or even the Ministry of Culture and National Heritage. Such unprecedented moves are becoming more and more common.
The city of Warsaw has, to this day, failed to come up with a consistent policy towards the theatre. Directors are being replaced seemingly at random, the Department of Culture at City Hall is unable to define its expectations vis-à-vis specific institutions, nor is it able to come up with any strategy regarding its theatres in general. The future of one of the most important and most accomplished Polish theatres, Teatr Dramatyczny, is currently uncertain. Recent statements by the authorities, to the effect that Dramatyczny should emulate profitable theatres specialising in light entertainment, testify to their complete lack of responsibility for Polish culture. Meanwhile, theatres in the capital are drastically underfunded and lack the resources to put on new productions. This year, their subsidy has once again been cut by over 10 percent, going down from 90 to 80 million zlotys. Over the same period, the city budget for promotion has nearly doubled, and now stands at 60 million zlotys as compared to 35 million last year, even though artistic theatres enjoying a strong position in Poland and abroad would provide a truly effective means of promoting the city’s culture.
The strength of Polish theatre is in the diversity of the idioms and aesthetics it employs. Yet this diversity might soon give way to uniformity, since most decision-makers act as if they had no need for culture that goes beyond the purely commercial, and assume that the public has no such need, either.
Subsidies for theatres in Poland are being systematically reduced. Consequently, theatres fall into debt, which is used as a convenient excuse to get rid of their artistic directors, instead of rethinking the policies which brought this about in the first place.
What we are fighting to uphold is the unique phenomenon that is artistic theatre in Poland. We realise that theatre changes with time, and that its institutional structures should change along with it – but this should not be done at the expense, and to the detriment, of theatre itself. We demand that theatre professionals have a say in any future decisions regarding theatre, we demand a debate on the system of financing theatre in Poland, where profitability is not the sole criterion. The theatre is not a corporation or a commodity, and theatre-goers are not customers. Instead of saying no to artists, let us say no to incompetent decision-makers.
80 milioni di zloty sono tantissimi. Non si possono convertire in euro, senza considerare che in polonia con 4 zloty mangi e bevi in abbondanza. Questo non giustifica il taglio ovviamente. Era, la mia, solo una precisazione all’aggiunta tra parentesi.
Ciao Bea,
Beh, ora addirittura “con 4 zloty mangi e bevi in abbondanza” mi sembra esagerato. Diciamo che con 6/7 zloty riesci a trovare una pinta di birra, quindi comunque a meno della metà del prezzo in Italia. Almeno a Varsavia, da dove sono appena tornato. È vero che costa meno dell’Italia, ma potremmo anche dire che i soldi investiti in Italia nella cultura sono almeno 20 volte superiori a quelli, che so, del Congo o del Trinidad, e il doppio di quelli investiti in Lussemburgo. Purtroppo discorsi come questo non riescono a non restare attaccati a una relatività geografica. Almeno fin quando il mondo funzionerà per micronazioni.
Grazie della precisazione tra parentesi.
E grazie di leggerci, come sempre
Sergio