I LABORATORI DI VISIONE 2012
Kilowatt affina lo sguardo
SANSEPOLCRO (AR) – Si inaugura sabato 18 marzo un nuovo progetto di Kilowatt Festival.
In tutta Italia, si è molto parlato del gruppo dei Visionari, i 25 spettatori-non-addetti-ai-lavori che trascorrono l’inverno a vedere e discutere tra loro le circa 400 proposte di giovani compagnie emergenti della scena contemporanea nazionale (e non solo), per poi scegliere alcuni spettacoli da invitare al festival estivo.
Tra l’altro, i materiali arrivati quest’anno al festival sono 370, a testimonianza di una sempre crescente attenzione nazionale all’attività di Kilowatt.
Questo progetto – che è valso al festival il Premio Ubu 2010 – si è sempre basato sull’idea che la forza (o la debolezza) di uno spettacolo fosse evidente a chiunque, che ogni spettatore potesse coglierla anche senza specifiche competenze tecniche. E questa convinzione non è venuta meno.
Però, per quanto il gruppo dei Visionari si arricchisca e in parte si modifichi a ogni edizione, al sesto anno di attività è evidente come non si tratti più di persone inesperte. Ormai i Visionari conoscono moltissimi gruppi della scena contemporanea, ne sanno rintracciare le poetiche e valutare lo sviluppo del percorso artistico, insomma, sono diventati degli esperti.
Si fa dunque strada l’esigenza di approfondire ulteriormente la loro competenza. Nasce così il progetto dei “Laboratori di Visione”, una serie di quattro incontri tra i Visionari, gli artisti e i critici della scena contemporanea che si terranno tra Sansepolcro e Arezzo, dal 18 marzo fino a giugno 2012.
Si tratta di veri e propri “percorsi di visione”, cioè discussioni aperte su come guardiamo uno spettacolo, cosa vi cerchiamo, come arriva o non arriva a toccarci.
Il primo di questi incontri, domenica 18 marzo, alle ore 14:30 sarà condotto da Lorenzo Donati e Alessandra Cava, critici teatrali della rivista on-line www.altrevelocita.it. L’incontro si terrà presso la sede di Kilowatt, a Sansepolcro, in via Luca Pacioli 7.
I successivi incontri coinvolgeranno altri artisti e critici: l’appuntamento seguente si terrà il 21 aprile, ad Arezzo, e sarà condotto dall’attore e regista Claudio Morganti insieme ai coreografi e danzatori Giorgio Rossi e Raffaella Giordano (Compagnia Sosta Palmizi), cercando di analizzare le idee e i pensieri dell’artista che sono sottintese al suo essere in scena, una sorta di indagine nel retrobottega di chi crea uno spettacolo.
Il progetto dei “Laboratori di Visione” si incrocerà con la terza edizione di Kilowatt Spring, prevista dal 21 aprile al 5 maggio al Teatro Pietro Aretino di Arezzo.
E poi ci sarà il festival estivo, quest’anno alla decima edizione, sempre a Sansepolcro, dal 20 al 28 luglio prossimi.
Per info e contatti:
www.kilowattfestival.it
devo dire che il progetto visionaria l’ho sempre trovato sia molto bello che molto ambiguo. Per tanti motivi. Il primo è che – ubu o non ubu – non son per niente d’accordo con l’assunto, cioè che ” la forza (o la debolezza) di uno spettacolo fosse evidente a chiunque, che ogni spettatore potesse coglierla anche senza specifiche competenze tecniche.” O meglio, sono d’accordo che per cogliere degli aspetti dei lavori si possa essere o non essere competenti e che anzi a volte la competenza intralci (per tantissimi motivi, il più evidente mi par quello che si rimanga invischiati nel dettaglio e non presi dall’insieme o che le proprie predilezioni e i propri interessi a livello di gusto e la propria anche conoscenza delle persone e dell’ambiente come la stessa condanna di esser costretti per mestiere a vedere spettacoli su spettacoli di continuo ed a crear delle categorie schematiche con cui guardare gli spettacoli), ma non penso proprio che chiunque, competente o incompetente, possa dire alcunché di oggettivo sulla qualità o la forza di un lavoro, salvo casi eclatanti di incapacità recitative o altro, tanto più che -almeno quanto alle selezioni per il festival – la selezione viene fatta da video, nemmeno integrali dei lavori.
A maggior ragione, se ora sono degli esperti (secondo punto), in dialogo continuo sia con le compagnie che con operatori e addetti ai lavori, cosa li distingue più da operatori e addetti ai lavori?
Preciso. Questo intervento non vuole essere distruttivo o critico tanto per, senza motivo, e nemmeno con un motivo (un motivo non c’è). L’unica ragione è la possibilità di un ragionamento costruttivo, pubblico perché mi sembra meglio pubblico e pubblico perché non mi pare costruttivo chiacchierarne così, in una chat, dal vivo o al telefono con un visionario o uno di kilowatt o un altre velocità. Cose che si posso anche fare o si son fatte.
Sostengo e sosterrò sempre il bel progetto kilowattiano ma mi piace e mi par non inutile e non sterile interrogarsi sul senso che le cose, nel tempo, prendono. In questo, forse troppo abborracciato, il ragionamento voleva essere un contributo a questo processo di revisione e riflessione e ampliamento che già il fatto che si stian organizzando questi incontri mi par dimostrare in atto…
Buon lavoro e buoni incontri.
Ci rivediamo, se ci si riesce, in Kilowatt land, la terra teatrica più elettrica che c’è 🙂