HomeVISIONIRecensioniPasticceri: la cucina-teatro di Abbiati e Capuano

Pasticceri: la cucina-teatro di Abbiati e Capuano

Cibo e teatro hanno da sempre avuto una contiguità formidabile. Salta subito agli occhi come entrambe le discipline (senza scomodare fenomeni e apparati artistici) siano costruite sull’agire. Ad altissimi livelli, la cura che lo chef ripone nei consueti gesti di preparazione non è forse la medesima con la quale un artigiano della recitazione cerca i toni con cui arrampicarsi sulle parole e i timbri con cui modellarle? Se osserviamo un grande chef nella sua sfavillante cucina capiamo che l’atmosfera  non è poi così distante dal lavoro del regista teatrale o cinematografico. Il punto di contatto non è solo nella performatività specifica, ma soprattutto nel dedicarsi a un’audience che pubblicamente si ritrova per godere di un prodotto. Teatrale o culinario che sia quel prodotto verrà condiviso da una comunità di persone che hanno scelto di radunarsi per un determinato rito sociale. Certo si può cucinare per sé stessi come d’altronde si è liberi di declamare il famoso monologo di Amleto sotto la doccia. Passata però la fase in cui la cucina è un’espressione umana prettamente pragmatica, è la cultura del cibo e del suo utilizzo ad affermarsi ed  ecco che il suo specchio artistico più prossimo è quello del teatro.

Spettacoli dove attori, registi e scenografi hanno dovuto misurarsi con fornelli accesi sul palco per sperimentare pietanze prelibate e allietare il palato del pubblico durante la performance se ne sono visti numerosi, ma quello che trovate in scena al Teatro Ambra Garbatella fino a domenica 4 Marzo non è uno spettacolo dove l’atto culinario rappresenta un momento  a sé all’interno di una più ampia drammaturgia, è invece un vero e proprio show di cucina performativa. In scena Roberto Abbiati e Leonardo Capuano, autori e interpreti di Pasticceri,  prodotto nel 2005 da Benvenuti srl e Armunia Festival Costa degli Etruschi. Non me ne vogliano i due autori se ribalterò la sintesi che si fa concetto sul foglio di sala: “la trama del Cyrano di Bergerac riscritta e raccontata all’interno di un laboratorio di pasticceria, tra fornelli, zucchero, cioccolata e panna montata”. Terminata l’ora e più di spettacolo, dopo aver atteso invano una riscossa della drammaturgia sulla forma culinaria spettacolare, ecco che capiamo con un po’ di amerezza che il ribaltamento è diventato forma strutturale.

I nostri due personaggi – entrambi manovrati da attori ottimi anche se la fisicità passiva e muta di Abbiati pare renderlo ancora più profondo – si raccontano mentre a ritmo di un’orecchiabile playlist (inaugurata sulle note di Sweet home Alabama) cucinano creme, impastano meringhe, preparano profiteroles e charlotte. Tutto accade dal vivo, fino a quando nella platea la vaniglia si porta dietro un esercito di soffici profumi che prende facilmente il controllo olfattivo degli astanti, i quali iniziano inevitabilmente a scambiarsi puntuali considerazioni sulle ricette e sulla fame, forse inconsapevoli di poterla scoprire a teatro. C’è una festa sul palco grazie al meccanismo collaudatissimo di fulminati battute e divertenti coreografie, gli oggetti di scena e di cucina – una vera pasticceria è stata costruita sul palco con tanto di frigorifero, fornelli e impastatrici – prendono vita nelle mani dei due attori e sembrano danzare con essi. Sarà insomma che quando si inizia a ballare difficilmente ci si può fermare se non per riposarsi, ma a conti fatti, le storie dei due fratelli passano in secondo piano. Vivono di veri e propri a parte, di ricordi emersi sotto a una luce a pioggia, oppure in dialoghi interrotti persino da brevi momenti di metateatralità della quale sinceramente non si sentiva il bisogno – far finta che si rompa un faro o che ci si dimentichi la parte senza dare un seguito strutturale, rischia solo di interrompere un canale empatico costruito nel migliore dei modi. In definitiva del plot amoroso avvinghiato con forza alla storia di Cyrano rimane solo un ombra che si scioglie tra l’acquolina del pubblico al quale, finito lo spettacolo, viene offerto il gradito frutto del dolce e faticoso lavoro.

Andrea Pocosgnich

in scena fino al 4 marzo 2012
Teatro Ambra Garbatella [cartellone 2011/2012] Roma

PASTICCERI
Benvenuti srl e Armunia Festival Costa degli Etruschi presentano
Compagnia Abbiati Capuano
di e con Roberto Abbiati e Leonardo Capuano
tecnica Luca Salata
assistente alla regia Elena Tedde
organizzazione Benvenuti srl

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