Quando un artista prende responsabilità è prima di tutto con sè stesso, poi con tutto il suo pubblico. Ma è rispetto alla sua arte, al motore che lo spinge a fare comporre ed essere che maggiormente si esplicita quella relazione avvolgente ed esclusiva che è il vero atto politico dell’artista. L’affermazione continuata e placentare, gravida, ha spinto Claudio Morganti a questo invito agli artisti e Attilio Scarpellini a scrivere queste righe che seguono. S N
“Sono convinto che per una volta si possa parlare di teatro senza parlare delle condizioni in cui il teatro versa, che chi fa ricerca nell’arte possa parlare del proprio percorso di ricerca senza necessariamente dover parlare di difficoltà economiche e istituzionali” Mentre la crisi affanna e scompagina anche il mondo della cultura, provocando diverse forme di reazione, l’attore e regista Claudio Morganti, più che reagire, rilancia e con una “lettera aperta agli artisti della scena” chiama a raccolta le forze dello spettacolo dal vivo sull’unico terreno in cui possono ancora esprimere una completa autonomia, quello dell’arte. Per un’arte clandestina. Le ricerche è il titolo di un incontro dedicato alle poetiche della scena dove l’espressione “stato dell’arte” prenderà, per una volta, un senso letterale nelle relazioni di Raffaella Giordano, Danio Manfredini, Alfonso Santagata, Riccardo Caporossi, Cesar Brie oltre che dello stesso Morganti e di qualunque altro artista avrà risposto all’appello (pubblicato sul sito del web magazine Teatro e Critica). Una “dolce forma di lotta” l’ha definita ancora il suo promotore che, parlando di poetiche, vuole “elevare a potenza l’azione che qualunque poetica porta con sé”.
L’appuntamento è per domenica 20 novembre alle ore 10 a Villa Celestina, Pineta Marradi di Castiglioncello. Le relazioni saranno precedute dagli interventi di Piergiorgio Giacché, Massimo Paganelli e Attilio Scarpellini. Sostenuto dal festival Armunia Costa degli Etruschi, l’incontro è appoggiato dalla rivista web Teatro e Critica, che archivierà e pubblicherà i materiali della discussione sul proprio sito, e da i Quaderni del Teatro di Roma.
Attilio Scarpellini
Per informazioni e adesioni contattare Armunia 0586 754202
Relazioni e interventi possono esser inviati a redazione@teatroecritica.net
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L’ attore regista Claudio Morganti evidentemente non soffre la stessa crisi e soprattutto la stessa fame di centinaia di lavoratori dello spettacolo che stanno lottando contro i tagli e gli sprechi del denaro pubblico investito in una cultura che non solo della ricerca artistica se ne fa un baffo ma intende azzerare qualsiasi luogo e mezzo perchè si possa produrre in futuro. Claudio Morganti, insieme ad altri autorevoli nomi dell’ avanguardia teatrale che hanno ben goduto del riconoscimento del pubblico e della critica in questi ultimi trent’ anni, dovrebbe restituire ADESSO la sua autorevole voce e unirsi a chi sostiene la cultura come diritto costituzionale anzichè snobbare promuovendo iniziative “clandestine” per soliti noti!
Evidentemente le urgenze artistiche ed economiche in Italia non son le stesse per tutti in questo momento.
Carissima Raffaella,
la tua accusa è la stessa che mi ha rivolto qualche anno fa un boss dei teatri lombardi. Mi sbandierò la crisi, forse pensando che io fossi un suo creditore. Gli dissi, con intento provocatorio, che sono vent’anni (da quando rinunciai al denaro pubblico) che sono in crisi, che non ho altro reddito se non quello che viene dal mio lavoro, che non usufruisco di contributi, nè regionali, nè provinciali, nè comunali, nè nazionali.
Che campo a stento del mio lavoro, dei miei piccoli (e per me vitali, ma questo non gliel’ho detto!) lavori, le mie letture, i miei laboratori e poi gli ho detto, con intenzione, della speranza, della fiducia e dell’amore che ho nei confronti degli attori, e della loro forza.
Il bell’imbusto mi disse, scivolando consapevole e vile : “ah, beh, allora tu non la senti la crisi!”
Siccome non volevo sporcarmi le mani, il mio pugno verso la sua faccia non partì.
Scusami, ma io penso che tu non abbia capito. E voglio risponderti pubblicamente perchè temo che tu non sia la sola a pensarla in questo modo.
C’è, però, anche una seconda possibilità, e cioè che tu abbia ragione e che io non abbia capito nulla!
Ma provo comunque a dire.
Penso che una lotta non possa esaurirsi in un’unica forma.
Il nemico va “toccato” con modalità differenti. “Ignorare il nemico contribuisce all’abbassamento del suo morale” (Carl Von Clausevicz).
No, non credo che Von Clausevicz abbia mai detto una cosa del genere, ma la dico io.
Ho un’indole paziente e giocosa e rifuggo le vie di mezzo. Detesto la politica (l’arte del compromesso!!!) e dunque conosco solo ciò che vi sta molto sopra o molto sotto, vale a direo l’arte o tutto ciò che necessita in contingenze estreme.
Ma questa seconda via vorrebbe dir che l’arte non serve a nulla e invece io ho una fiducia infinita nell’arte, pur nell’impossibilità di trovar lavoro.
Se vuoi scrivermi per scambio di argomenti, questa è la mia mail
morganti.claudio@libero.it
ma se tu potessi fare un salto a Castiglioncello (l’invito è per TUTTI e ADESSO, dunque l’opposto dell’elite), sarebbe bello PARLARE).
Claudio