HomeArticoliFestival: reportage e articoliAttraversamenti Multipli 2011: cominciando da Genova, per ricordare

Attraversamenti Multipli 2011: cominciando da Genova, per ricordare

Attraversamenti Multipli è iniziato e lo ha fatto partendo dall’università (poi si sposterà nel quartiere Pigneto) con l’intento di intercettare non solo un pubblico giovanissimo ma anche un clima, una serie di istanze che si agitano dal basso. Ed è una sensazione di spaesamento quella che ti prende entrando di sera all’ Università La Sapienza, si respira il silenzio dei viali che portano verso quelli che dovrebbero essere i centri nevralgici di formazione e creazione culturale del paese. La facoltà di Lettere con il suo atrio è stata scelta da Margine Operativo per questa prima tappa del consueto festival urbano, come sempre alla ricerca di spazi non artistici da attraversare con una ventata di multiformi espressioni. Nel decimo anniversario del G8 di Genova la prima serata non poteva che essere dedicata a quegli avvenimenti. Ma partire da qui vuol dire anche essere attraversati inevitabilmente da altre istanze politiche, abbracciare cause, come quella del 17 novembre che porterà gli studenti in piazza oppure più semplicemente dare voce all’ associazionismo che all’università lavora e sempre più spesso assolve quel ruolo che dovrebbe essere dell’istituzione. È il caso del progetto C.Re.W per l’ assistenza legale gratuita contro gli affitti a nero. Al loro banchetto incontriamo Stella, ci spiega che il governo – forse per sbaglio o più semplicemente per pulirsi la faccia a mo’ di condono – ha varato un decreto legislativo che permette di registrare il proprio affitto in nero ottenendo così un regolare contratto a un prezzo che può scendere anche dell’80% e tornare a livelli sopportabili. Leva che farebbe crollare un mercato ormai dominato da una speculazione insopportabile e infatti quasi mai pubblicizzata dalle istituzioni.

La serata prende corpo lentamente con gli orari comodi di chi sa che il giorno dopo le giovani energie gli permetteranno di riprendersi dalla nottata, la sala si riempie a poco a poco. Alessandra Ferraro di Margine Operativo, ideatrice insieme a Pako Graziani, mi parla dell’importanza che per loro ha questa serata. Tornare a parlare del G8 dieci anni dopo, tanto tempo è dovuto passare prima che riuscissero ad assimilare il dolore e metabolizzare il ricordo in forma artistica, non solo con l’intensa performance video-musicale, ma anche intrecciando il proprio sguardo con quello del fumetto indipendente. Una generazione di artisti, spiega Alessandra, che in questi anni è riuscita a rielaborare fermenti sociali, culturali ed espressivi con grande forza. Sono le tavole e strisce di Zero Calcare, Cisco Sardano, Frey e Gobbi, A. DEF Medda, Toni Bruno e G. Romano, ad animare la serata prima dello spettacolo con il progetto Genova 2011 #ioricordo (leggilo online) , curato da Sherwood Comix.

Tornare a Genova, questo il titolo della performance di Margine Operativo che vede sul palco due musicisti, chitarra e tromba (Andrea Cota e Giancarlo Romani), e una videoproiezione. Nessun attore, nessuna voce dal vivo. Alla musica live e ai suoni sintetizzati viene affidato il compito di accompagnare, sostenere e amplificare la forza empatica delle immagini. I video di repertorio, le voci dei telegiornali, le parole zoppicanti dei politici, tutto si stratifica con il ritmo sincopato della memoria che ritorna. Il presente – già perduto in un fiume di fango e dunque irreale – vede un bambino spensierato arrivare a Genova, è il figlio di Alessandra e Pako, lo hanno portato a Genova facendogli fare il percorso della manifestazione, verso la zona rossa. Le parole fallimentari – oggi possiamo dirlo con ancora più forza – di Berlusconi, che vedono nel libero mercato la soluzione a tutti i mali, echeggiano prima degli scontri, prima che il bambino in bianco e nero lasci il posto ai colori degli eventi passati, invertendo la consuetudine della narrazione filmica che vorrebbe il contrario. Il video, come la memoria, è piena di ellissi, di salti, di slittamenti temporali evidenziati da un uso ritmico e un po’ retrò dello split screen. Si respira il gelo per la morte di Carlo Giuliani, poi il video diventa buio e lascia spazio solo alle parole proiettate insieme all’audio catturato da una telefonata tra due esponenti delle forze dell’ordine. Si lamentano del lavoro in più che la manifestazione ha portato loro, dei disordini, scherzano, li chiamano “zecche”: “ma adesso stiamo 1 a 0”, dice l’agente donna alludendo alla morte di Carlo. Di certo la macchina empatica fa il suo dovere a meraviglia, la musica riparte e come un urlo sottolinea il dolore, poi il grido arriva veramente, subito dopo l’audio-racconto dell’irruzione alla scuola Diaz, qualcuno tra il pubblico non ce la fa e si lascia andare a piena voce.

Al termine dello spettacolo mi fermo a parlare con degli amici, è piaciuto mi dicono, è stato emozionante e importante. Ne sono abbastanza convinto: certo ogni comunità soprattutto se schiacciata e oppressa si impone dei riti collettivi in cui la memoria rafforza il presente. Uno dei mie amici non è convinto, si infuria, non vede prospettive. Cosa porta di diverso questo video dopo dieci anni? E’ troppo facile, mi aspettavo qualcos’altro, spiega. A mente fredda poi capisco cosa intendeva e cosa mancava al lavoro di Margine Operativo: la messa in crisi dello spettatore, delle sue convinzioni. E il problema forse nasce anche dalla scelta dello spazio e della comunità a cui si rivolge. Il lavoro, formalmente interessante e capace di diventare macchina emozionale a orologeria, in questo contesto sociale e umano rischia di avere senso solo come mantra per non dimenticare.

Andrea Pocosgnich

visto giovedi 10 novembre
Attraversamenti Multipli 2011 [leggi il programma completo] Facoltà di Lettere – Università La Sapienza
piazzale Aldo Moro

h 21 _ videopresentazione
Genova 2011 #ioricordo a fumetti
a cura di Sherwood Comix

h. 21.30 _ teatro Margine Operativo
Tornare a Genova
con/musiche originali Andrea Cota e Giancarlo Romani
regia Alessandra Ferraro e Pako Graziani

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