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Stagione 2011 – 2012 Teatro Carignano (Stabile di Torino)

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Teatro Carignano

3 – 6 novembre 2011 | prima nazionale
La belle joyeuse
di Gianfranco Fiore con Anna Bonaiuto
“Sanguinaria assassina” per il governo austriaco, “sfacciata meretrice” per papa Pio IX, “Bellezza affamata di verità” per Heine, “Prima donna d’Italia” per Cattaneo: Cristina Trivulzio principessa di Belgioioso suscitava tra i suoi contemporanei giudizi estremi, definitivi e inconciliabili. Figlia del Rinascimento e dell’Illuminismo, musa del Romanticismo, intellettuale, brillante, orgogliosa, stravagante, autoritaria, trovò principalmente nell’arte della seduzione la forza di attraversare da grande protagonista l’epopea del Risorgimento italiano. La belle joyeuse è il monologo interpretato da Anna Bonaiuto, attrice straordinaria e volto cinematografico della matura Cristina nel film diretto da Mario Martone Noi credevamo, che incarna in tutte le sue sfumature un’unica figura di donna contraddittoria, egocentrica, ma assolutamente affascinante. Attraverso un flusso di ricordi, di visioni, di emozioni, nostalgie, frustrazioni, emerge prepotentemente l’orgoglio di una Primadonna che teme l’oblio come nemico finale.
Lo spettacolo consegnerà l’ultimo palcoscenico ad una voce dissonante, aspra, appassionata, a tratti necessaria e illuminante anche per i nostri giorni, restituendo così Cristina di Belgioioso non al suo tempo, ma al nostro.

8 – 20 novembre 2011 | prima nazionale
Natale in casa cupiello
di Eduardo De Filippo con Nello Mascia, Galatea Ranzi, Sergio Basile regia Pietro Carriglio Teatro Biondo Stabile di Palermo
È un classico del teatro di Eduardo oltre ad essere una delle commedie più famose e celebrate: Natale in casa Cupiello, nell’allestimento del Teatro Biondo Stabile di Palermo e con la regia di Pietro Carriglio. Un debutto in prima nazionale a Torino che vedrà sul palcoscenico del Teatro Carignano Nello Mascia, Galatea Ranzi e Sergio Basile. Luca Cupiello come ogni Natale prepara il presepe fra il disinteresse della moglie Concetta e del figlio Tommasino. Ci sono poi i continui litigi tra il fratello Pasqualino e Tommasino, entrambi col vizio del furto. Ninuccia, l’altra figlia, ha deciso di lasciare il marito Nicolino per l’amante Vittorio e di scrivere una lettera d’addio; Concetta, disperata, riesce a farsela consegnare. La missiva capita però nelle mani di Luca che, ignaro, la consegna al genero che viene così a sapere del tradimento. Durante il pranzo della vigilia di Natale, i due rivali si scontrano violentemente. Nicolino abbandona Ninuccia e Luca, resosi improvvisamente conto della situazione, cade in uno stato d’incoscienza. Nel delirio finale, Luca scambia Vittorio per Nicolino e fa riconciliare involontariamente i due amanti.

22 – 27 novembre 2011
Spettri
di Henrik Ibsen traduzione Franco Perrelli elaborazione drammaturgica Letizia Russo con Patrizia Milani, Carlo Simoni, Alvise Battain, Fausto Paravidino, Valentina Brusaferri regia Cristina Pezzoli Teatro Stabile di Bolzano
Spettri è uno dei drammi più significativi del teatro di Henrik Ibsen, oggetto di numerosi allestimenti in ogni paese e soprattutto in Italia dove è stato a lungo rappresentato, nonostante le numerose polemiche che accompagnarono la sua comparsa, a partire dalla prima americana e fino alla tardiva presentazione nella patria del drammaturgo, nel 1900, proprio l’anno in cui Ibsen viene colpito dalla paralisi che lo renderà un vegetale. Scritto tra Roma e Sorrento nel 1881, è la storia di Helene Alving, prigioniera di una vita costruita sulla menzogna e destinata al disastro. Sposatasi senza passione, per conformismo ha tenuta nascosta la corruzione del marito: dopo la sua morte la donna attende il ritorno dall’estero del figlio Osvald, senza sapere che il suo destino è ormai segnato. Per Ibsen la scelta della falsità conduce alla caduta, travolgendo i protagonisti e le loro famiglie, che pagano senza sconti per la propria ipocrisia. Così la vita non vissuta e le ombre del tempo soffocano ogni speranza di redenzione, mentre gli spettri del passato trionfano sul domani. Cristina Pezzoli affronta per la prima volta Ibsen, con un cast che è un perfetto incastro di generazioni teatrali: da Patrizia Milani, Carlo Simoni, Alvise Battain alla giovane Valentina Brusaferri e all’ormai affermato attore-drammaturgo Fausto Paravidino.

2 – 3 – 4 dicembre 2011 | prima italiana
La princesse de milan – Edizione 2011
in scena danzatori, musicisti, attori un’opera coreografica ispirata a La Tempesta di William Shakespeare
musiche Michael Nyman
Compagnie Karine Saporta (Francia)
Poche volte il termine evento può essere utilizzato nella sua piena accezione, come per questa La Princesse de Milan, opera coreografica che riunisce uno dei testi più grandiosi ed esoterici di Shakespeare al talento di Karine Saporta, da più di vent’anni ai vertici della creazione coreografica contemporanea occidentale, e al musicista di fama internazionale Michael Nyman. Sontuose scenografie, echi rinascimentali, quel senso di malinconia e incantesimo che sono
l’anima de La Tempesta hanno condotto Saporta a un perfetto intreccio tra la musica e l’arte visiva, arcaismo e modernità, attraverso scene che vivono di posture manierose, agitate da convulsioni scomposte – capriole, elevazioni, voli, vortici di tessuti, palpitazioni, gorghi. Questa atmosfera è potenziata dalla partitura di Nyman, scelto dalla coreografa perché componesse «una musica forte e toccante, coniugasse l’energia del rock e delle parti ritmico-melodiche, perché trasmettesse allo stesso tempo atmosfere barocche e ripetitive».

6 – 18 dicembre 2011
Misura per misura
di William Shakespeare con Eros Pagni regia Marco Sciaccaluga Teatro Stabile di Genova
Eros Pagni è protagonista di Misura per misura di William Shakespeare, spettacolo prodotto dal Teatro Stabile di Genova e diretto da Marco Sciaccaluga. «Come sempre in Shakespeare – scrive il regista – anche in questa “dark comedy” troviamo il mondo che c’è stato, quello che c’è e quello che verrà. All’interno di questa universalità, c’è poi la rappresentazione di una specifica realtà che per molti versi assomiglia molto alla nostra attuale. Una realtà insieme mostruosa e affascinante, ben sintetizzata dalla battuta del Duca travestito da frate: “Il mondo è sempre uguale, non fa che peggiorare”». Tutto in Misura per misura finisce col diventare sogno, immagine vana e fugace, falsa e mutevole apparenza che non sembra celare alcuna sostanza certa. E sullo sfondo, anche se sovente in primo piano, ci sono i grandi temi sempre contemporanei della tragedia del potere, della giustizia e della corruzione, della lussuria e della devozione, del rapporto tra le passioni umane e i valori etici.

27 dicembre 2011 – 8 gennaio 2012
Il mare
due tempi di Paolo Poli da Anna Maria Ortese diretto e interpretato da Paolo Poli Produzioni Teatrali Paolo Poli Associazione Culturale
Paolo Poli, insieme ai suoi “attori – mimi” porta in scena Il mare, uno spettacolo in due tempi da Anna Maria Ortese, i cui racconti, composti nel lungo arco di tempo che va dagli anni Trenta ai Settanta, affiancando la produzione dei grandi romanzi, riflettono sorprendentemente la complessa personalità dell’autrice. Storie quasi senza storia che dipingono una realtà tragica come attraverso un sogno. «Una scrittrice – dichiara Poli – considerata triste, lagnosa. Invece nei suoi lavori c’è una grande ironia che mi affascina. Infanzia infelice, ma luminosa, adolescenza insicura, ma traboccante, amore sfiorato ma mai posseduto, tutta la narrazione avviene attraverso il ricordo struggente facendo affiorare figure e figurine di una “italietta” arrancante nella storia dove le canzonette fanno la parte del leone».

10 – 22 gennaio 2012
Elettra
di Hugo von Hofmannsthal con Elisabetta Pozzi e cast in via di definizione traduzione e regia Carmelo Rifici Teatro Stabile del Veneto
Elettra figlia di Agamennone, vive a lungo fianco a fianco con gli assassini del padre, la madre Clitemnestra e il suo amante Egisto, animata dall’attesa del ritorno del fratello cui è affidato il compito della vendetta. Hugo von Hofmannsthal scrisse Elettra per Eleonora Duse, che non porterà mai in scena questo testo, che invece debutterà con successo nel 1903 a Berlino. Se l’autore è un uomo profondamente immerso nelle temperie culturali del suo tempo, così nella sua Elettra convivono la baccante dionisiaca e la donna isterica moderna, un omaggio alla forza espressiva dell’attrice italiana a cui era stata destinata la tragedia, ma anche all’incontro tra mito e psicoanalisi, alla ricerca di un ideale ricongiungimento tra l’uomo moderno e le sue antiche origini.
Dopo il successo di Fedra di Euripide, allestita nel 2010 al Teatro Greco di Siracusa, si ricompone la coppia artistica formata dal regista Carmelo Rifici e da Elisabetta Pozzi.

24 gennaio – 5 febbraio 2012
Servo di scena
di Ronald Harwood traduzione di Masolino d’Amico diretto e interpretato da Franco Branciaroli CTB Teatro Stabile di Brescia e Teatro de gli Incamminati
Franco Branciaroli è regista e interprete di Servo di scena, uno dei più celebri testi teatrali di Ronald Harwood, che ne curò l’adattamento cinematografico dell’omonimo film di Peter Yates (1983) interpretato da Albert Finney, Orso d’Oro a Berlino. Appassionato omaggio al teatro e alla sua gente, è una perfetta ricostruzione d’epoca che fa da cornice agli ultimi successi di un grande attore, ormai al tramonto, il quale deve la sua sopravvivenza alle cure e alle attenzioni costanti del suo servo di scena. La commedia racconta la storia di un vecchio capocomico, attore shakespeariano un tempo osannato dalle folle e dalla critica. Colpito da malore proprio alla vigilia della prima del Re Lear, l’attore sembra sul punto di dare forfait: sarà il suo servo di scena Norman a buttarlo in scena, nonostante tutto… Omaggio all’Inghilterra e a Shakespeare, questo testo è soprattutto un inno al teatro, alla sua capacità di resistere in tempi difficili, alla sua insostituibilità.

7 – 12 febbraio 2012
Diceria dell’untore
dal romanzo di Gesualdo Bufalino pubblicato da Bompiani con Luigi Lo Cascio e Vincenzo Pirrotta adattamento teatrale e regia Vincenzo Pirrotta Teatro Stabile di Catania
Diceria dell’untore è la trasposizione scenica dell’omonimo romanzo di Gesualdo Bufalino, esordio tardivo (1981) celebrato da un enorme successo editoriale, ispirato dalla propria storia personale, come dichiarava in un’intervista apparsa sull’Espresso firmata da Leonardo Sciascia: «Mi è venuto dall’esperienza di malato in un sanatorio palermitano: negli anni del dopoguerra, quando la tubercolosi uccideva e segnava ancora come nell’Ottocento. Il sentimento della morte, la svalutazione della vita e della storia, la guarigione sentita come colpa e diserzione, il sanatorio come luogo di salvaguardia e d’incantesimo». Questo allestimento annovera tra gli interpreti il talento di Luigi Lo Cascio e quello di Vincenzo Pirrotta, che ne ha curato adattamento e regia.
La creazione lirica e barocca di Bufalino rivive nell’originale rilettura di Pirrotta che innesta e imprime, nella trama scenica, le orme di forti tensioni drammatiche, scaturite dal suo personale universo poetico. Fino a riconsiderare e smentire l’assunto bufaliniano, in una prospettiva rovesciata in cui a prevalere – nelle storie come nella Storia – non è più l’inesorabile Mietitrice, ma è la Vita che abbraccia la Morte.

14 – 26 febbraio 2012
Blackbird
di David Harrower versione italiana Alessandra Serra con Massimo Popolizio e Anna Della Rosa e con Silvia Altrui regia Lluís Pasqual Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Lo spettacolo è sconsigliato ai minori
Lluís Pasqual porta in scena a Torino un testo duro e scomodo, Blackbird del drammaturgo scozzese David Harrower, spettacolo prodotto dal Piccolo Teatro di Milano. Nel testo si affronta un tema drammatico: l’amore di un uomo adulto per una ragazzina. «Mettere in scena Blackbird – spiega Pasqual – significa portare in evidenza un tema che tutti conosciamo nella sua realtà quotidiana, per guardarlo in modo più profondo, al di fuori di ogni significato scandalistico». Il linguaggio teatrale diventa lo strumento privilegiato per uno sguardo “altro” sulle cose, soprattutto quando si tratta di vicende scomode e, quindi, spesso taciute. Così, attraverso le molte stratificazioni del testo e i numerosi livelli di lettura, l’ordinaria storia di una violenza si trasforma in una grande storia d’amore, che lega indissolubilmente, in maniera unica e crudele, due esseri umani. Una discesa negli inferi dell’animo umano, che dell’animo umano prova a svelare le ombre

28 febbraio – 11 marzo 2012
Rusteghi I nemici della civiltà
da I Rusteghi di Carlo Goldoni traduzione e adattamento Gabriele Vacis e Antonia Spaliviero con (in ordine alfabetico) Eugenio Allegri, Mirko Artuso, Natalino Balasso, Jurij Ferrini e con (in ordine alfabetico) Nicola Bremer, Christian Burruano, Alessandro Marini, Daniele Marmi regia Gabriele Vacis composizione scene, costumi, luci e scenofonia Roberto Tarasco Fondazione del Teatro Stabile di Torino/Teatro Regionale Alessandrino
Dopo l’ottima accoglienza riservata allo spettacolo nella scorsa stagione tornano in scena i Rusteghi diretti da Gabriele Vacis, nella versione solo al maschile tradotta e adattata dal regista e da Antonia Spaliviero. Scrive Vacis: «Ai tempi di Shakespeare le donne non facevano teatro. Era vietato. Quello della scena era un mondo omosociale. Anche quello dei Rusteghi è un mondo omosociale.
È arcaico, pre-cortese, è quel mondo fatto di legami tra maschi che esclude la minima scheggia di femminile. Quella è gente, i rusteghi, che ha bisogno di tenere asserviti i giovani e le donne». Lo scontro uomo-donna, la battaglia tra sessi che si insinua in quella tra generazioni, sono celebrati dalla lettura registica, una spietata e divertente edizione dove due generazioni di attori si confrontano in una delle commedie più sarcastiche del drammaturgo veneziano.

20 marzo – 5 aprile 2012 | prima nazionale
the coast of utopia (la sponda dell’utopia) [recensione] di Tom Stoppard
con Alessio Boni, Valentina Cervi, Michela Cescon, Luigi Diberti, Jasmine Trinca e Luca Zingaretti
e cast in via di definizione regia Marco Tullio Giordana
Fondazione del Teatro Stabile di Torino/Teatro di Roma/Zachar
Produzioni di Michela Cescon
Trilogia composta da Viaggio, Naufragio e Salvataggio, scritta nel 2002 e rappresentata con enorme successo a Londra, New York e Tokyo, The Coast of Utopia di Tom Stoppard ha vinto negli Stati Uniti il maggior numero di Oscar teatrali mai assegnati. Il testo ripercorre trentatré anni di storia Russa (1833-1866), protagonisti l’anarchico Michail Bakunin, il rivoluzionario scrittore e filosofo Alexander Herzen, il critico letterario Vissarion Belinsky e lo scrittore Ivan Turgenev. Stoppard racconta i loro sogni utopici e le loro storie private, le loro passioni, gli innamoramenti, le delusioni, i dolori, con una levità e una profondità che ha fatto paragonare l’opera alle grandi commedie di Čechov. La storia intreccia un grande fallimento ideologico con gli altrettanto grandi fallimenti personali. Un susseguirsi di emozioni, colpi di scena, battute fulminanti, dialoghi ironici e anche momenti struggenti: è una comunità in viaggio quella raccontata da Stoppard, per la quale l’azione comincia nella campagna russa, continuando a Mosca, per poi seguire i protagonisti nel loro esilio europeo tra Parigi, Londra e l’Italia.

17 – 22 aprile 2012
Otello
di William Shakespeare con Alessandro Haber, Maurizio Donadoni, Lucia Lavia regia Nanni Garella Arena del Sole – Nuova Scena – Teatro Stabile di Bologna in collaborazione con 63° Festival Shakespeariano dell’Estate Teatrale Veronese
Si rinnova con Otello il sodalizio tra Nanni Garella e Alessandro Haber che dopo Arlecchino servitore di due padroni, Woyzeck e Zio Vanja, propongono un classico del teatro shakespeariano. «Un avamposto militare in un territorio di occupazione – scrive Garella – la Repubblica veneta contro i Turchi, Occidente contro Oriente: una storia già vista, che ritorna e costruisce nella mente un immaginario di guerre, purtroppo, vicine e devastanti. La fibra morale di un mondo, quello occidentale, messo a dura prova dalla crudezza dello scontro, con l’inevitabile ripercussione sulle vicende private dei protagonisti: di quelli nobili e virtuosi, come di quelli meschini e malvagi. Nell’Otello di Shakespeare, alla fine, perdono tutti, i nobili e i malvagi. Tutti fanno scelte sbagliate. Il mondo non ritrova il suo equilibrio, dopo l’atto estremo di Otello e il sacrificio di sua moglie: come dopo un’eclissi di sole e di luna – stralcio simbolico di una immagine barocca – l’uomo resta sotto un cielo vuoto». Haber sarà affiancato da Maurizio Donadoni e Lucia Lavia.
carignano

24 aprile – 6 maggio 2012
Lo scarfalietto
“Lo scaldaletto” di Eduardo Scarpetta con Geppy Gleijeses, Lello Arena, Marianella Bargilli adattamento e regia Geppy Gleijeses
Teatro Stabile di Calabria/Teatro Quirino – Vittorio Gassman
Dopo tre stagioni di tournée con Ditegli sempre di sì e poi con L’affarista (Mercadet l’affarista) diretto da Antonio Calenda, Geppy Gleijeses ritorna alle origini della riforma del teatro comico napoletano, portando in scena Lo scarfalietto di Eduardo Scarpetta. Al suo fianco un grande attore comico italiano, Lello Arena che «prima con Troisi e De Caro e poi autonomamente, percorrendo una strada di continua qualificazione e senza cedimenti, rinverdisce i fasti comici del nostro teatro». Ispirata all’opera francese La Boulé di Meilhac e Halévy, ‘O scarfalietto, scritta nel 1881, è una delle più belle commedie di Eduardo Scarpetta che volle guardare oltre la cultura partenopea e, rimasto affascinato dalla pochade francese, scrisse commedie brillanti, basate sugli intrecci dei vaudevilles, ma esaltando lo spirito e il gusto partenopeo.

15 maggio – 3 giugno 2012 | prima nazionale
Macbeth
di William Shakespeare con Giuseppe Battiston, Frédérique Loliée regia Andrea De Rosa Fondazione del Teatro Stabile di Torino
Dopo il successo dello spettacolo La Tempesta, interpretato da Umberto Orsini, e dopo la fortunata regia lirica del Macbeth di Giuseppe Verdi, Andrea De Rosa affronta la tragedia più breve di William Shakespeare scegliendo due intensi interpreti per le parti principali: Frédérique Loliée, sua attrice prediletta e indimenticabile interprete di Elettra, e Giuseppe Battiston, talento cinematografico e teatrale, applaudito e premiato interprete nella scorsa stagione teatrale di 18 mila giorni di Andrea Bajani.
«Quando ho lavorato alla messa in scena dell’opera di Giuseppe Verdi, nel 2008 – scrive il regista – mi tornava spesso in mente la frase di un filosofo che diceva che, tra tutti i mali, il peggiore che si possa immaginare è quello che i nostri desideri si avverino. Ho capito il senso di questo paradosso solo di fronte a Macbeth. Quello che le streghe gli dicono, è il suo desiderio più nascosto e inconfessabile. Il suo tragico destino è legato indissolubilmente all’avverarsi di quel desiderio. Lontano da qualunque anacronistica tentazione psicanalitica, penso che sia lì, nel dire i propri sogni e desideri, che il lato oscuro di Macbeth prende forma. È lì che il lato più misterioso dell’esistenza si affaccia, in forma di visione, di felicità, di terrore».

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