Nell’epoca attuale le pratiche divinatorie, che hanno accompagnato la vita dell’uomo fin dalle origini, sembrano essere state accantonate, marginalizzate, dimenticate: ci sono le previsioni del tempo e la guerra preventiva, gli exit-poll e i pronostici sulle partite di calcio… Insomma l’uomo moderno continua ad agire e pensare in anticipo, ma nessuno si azzarda più a tentare di prevedere il futuro per quanto riguarda la vita concreta della società. Non c’è più molto tempo a disposizione per ascoltare (siano i comportamenti degli animali o le condizioni atmosferiche, numeri, stelle o sogni), figurarsi per l’interpretazione dei simboli o per la messa in relazione dei presagi in una rete capace di diventare significativa per una comunità.
Fuor di metafora, la scommessa del neonato Festival Pre-visioni del Teatro della Tosse di Genova si può leggere in questa dimensione: in un momento storico in cui la cultura in generale (e il teatro nello specifico) sono continuamente oggetto di tagli e riassetti che mettono il settore in gravi difficoltà e rischiano di escludere completamente quelle realtà che si stanno affacciando sui palcoscenici del Paese, la Tosse propone alle giovani compagnie del territorio una vetrina dai diversi propositi, che certo testimonia la situazione presente, ma con un occhio – lo si intuisce dal titolo stesso – rivolto al futuro…
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Roberta Ferraresi
Questo contenuto è parte del progetto Situazione Critica [leggi il comunicato stampa] in collaborazione con Il Tamburo di Kattrin