Com’è rosso il rosso del sangue! Pirandello di Vetrano e Randisi è una delle applicazioni più fluide del teatro nel teatro che appartiene al grande autore agrigentino, come potessimo dirlo – con una forzatura – Pirandello in Pirandello, ovvero il rispetto emotivo e intellettuale che rende osmotica la traduzione scenica dell’oggi, in testi che non sembrano risentire del tempo che passa. Enzo Vetrano e Stefano Randisi hanno sviluppato la loro ricerca ponendosi di fronte al conterraneo più nobile, la montagna da superare o – meglio – misurare con i propri passi fino alla cima, per mescolare non più che i piedi al passo che la calpesta; questo perché la loro qualità maggiore, in scena, è la consapevolezza di avere di fronte una materia viva che già sola è determinante, capace in sé di innescare la magia e l’incanto che sole fanno il teatro. E dunque se il teatro di Pirandello è già teatro, Vetrano e Randisi assecondandone la magia, lasciano alla sua opera di accadere e generarsi sola, affluendo dello stesso sangue al sangue dell’arte manifesta.
La loro monografia pirandelliana dunque, in scena al Teatro Valle, ha aperto dal 15 al 27 marzo 2011 con I giganti della montagna, testo incompiuto (ma non incompleto) che davvero è una prova di rilievo per ogni artista: la loro scena ha una grande eleganza di stile, sembra come di avere una stoffa sopra lo sviluppo scenico, un velo nebuloso che fa da manto e non sfuma ma dà i toni del colore pieno; il primo atto inizia con un carretto, facile dire che entra assieme il teatro di cui è simbolo: il nomadismo intellettuale dell’arte che contagia lungo i percorsi della sua dispersione per il mondo. Lo spettacolo, di profonda simmetria, è un elogio della lentezza e dell’attesa dell’accadere e quindi del gesto e la parola teatrale, non cerca di mostrare a tutti i costi una genialità estroflessa, nessun brusco tentativo di interpretazione ulteriore, ma si fida di quanto già c’è vivificandolo alla massima potenza. Nel secondo atto la magia si fa più densa, alcuni nodi svelano sorprendendo l’intento tematico attorno al doppio e al gioco di rappresentazione, rapisce l’espressione oltre l’incanto, nel territorio di ciò che non si conosce ma soltanto si avverte. Nulla da eccepire se i due artisti concludono la serata parlando di cronaca contemporanea, di arte e denaro, la loro difesa di quella poesia, del sogno possibile solo nei luoghi dove il teatro si fa.
La dedica del Valle continua con una settimana ancora pirandelliana: lunedì 28 marzo 2011 una serata omaggio di belle letture dal titolo Per mosse d’anima, che inizierà alle ore 18 con la presentazione del volume Diablogues. Il teatro di Enzo Vetrano e Stefano Randisi, edito dalla Ubulibri e curato da Mattia Visani, mentre dal 29 marzo al 3 aprile 2011 ancora alcuni giorni per vedere in scena la compagnia in Fantasmi, gioco di specchi fra più testi: due atti unici di Pirandello, Sgombero e L’uomo dal fiore in bocca, I Colloqui dello stesso autore e Totò e Vicè di Franco Scaldati.
Simone Nebbia
15. 27 marzo I GIGANTI DELLA MONTAGNA
28 marzo PER MOSSE D’ANIMA
29 marzo. 3 aprile FANTASMI
IL TEATRO IN DIRETTA
23 marzo, ore 21.00 Siamo qui come agli orli della vita
PRESENTAZIONE DEL LIBRO
28 marzo, ore 18.00 DIABLOGUES, Il teatro di Enzo Vetrano e Stefano Randisi
che bello spettacolo. che bel lavoro che fanno.
che bel commento da critico ho scritto.
😉