drammaturgia / regia Fabio M. Franceschelli
interpretazione Francesca Guercio, Lara Brucci, Corrado Scalia, Claudio Di Loreto, Davis Tagliaferro
voci fuori campo Marco Fumarola, Claudio Di Loreto
disegno luci Marco Fumarola
progetto grafico FineDesign
produzione amnesiA vivacE – Figli di Hamm
distribuzione Consorzio Ubusettete
PENOMBRA DEL PRIMO MATTINO, 4 atti, dove i primi 3 narrano una storia e il quarto la rinarra variandola leggermente (ma significativamente) negli eventi, nei ruoli, nel finale. Si resta col dubbio su quale delle due sia la versione “vera” e quale quella “onirica” (compensatoria dell’altra).
La nuova produzione OlivieriRavelli vira rispetto ai lavori degli ultimi anni (Totem, Terzo Millennio, Appunti Per Un Teatro Politico), tesi questi ad una particolare elaborazione di atmosfere, tematiche e linguaggi della stagione dell’Assurdo. La continuità stilistica risiede nella forte deformazione onirica del plot narrativo, che mette a fuoco relazioni, caratteri, dualismi, dinamiche, psicologie, ma rifrange la trama sdoppiandola in una sorta di gemellarità omozigote dove le minuscole differenze affascinano e sconvolgono ben più delle somiglianze.
Si racconta di un padre, ex calciatore troppo velocemente posto in cima agli onori mondiali e troppo velocemente scalzato giù nell’oblio. Si racconta della sua rabbia, depressione, voglia di vendetta, e delle sue vittime, i familiari. Si racconta di un amore “reietto”, quello tra fratello e sorella. E infine si racconta di due personaggi, forse reali, forse fantasie emerse da un immaginario biblico, che muovono i protagonisti del dramma a proprio insondabile piacimento.
La storia narrata è quindi un “dramma borghese”, con protagonista una borghesia (o, più estensivamente, una “umanità”) degradata, malata, chiusa in trappola. E tale trappola, posta dalle vicende del padre, chiede scelte radicali a cui le due versioni (primi tre atti da un lato e quarto atto dall’altro) propongono differenti soluzioni.
Quattro atti, in definitiva, che si confermano e poi si contraddicono tra loro, narrando di grandi carriere calcistiche spezzate, vergognosi e impossibili amori incestuosi, irreali presenze maligne e ostinata ricerca del senso del male, in un impianto drammaturgico al tempo stesso geometrico e lynchiano.
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