Nancy Brilli porta a teatro anziane donne impellicciate, giovani su tacchi vertiginosi e vestiti da sera con spalle scoperte, uomini con il ghigno che si accompagnano a belle spilungone, e poi volti noti della tv e del cinemino italiano, ragazze e ragazzi intimoriti dal vip del momento, del giorno, dell’ora…
Lo fa al Sistina dove ieri è andata in onda la prima di Sette, spettacolo one woman show in cui Nancy Brilli recita sette monologhi sui sette vizi capitali di cui sono protagoniste sette disperate housewives, donne sconfitte dalla meschinità del quotidiano. Una valorosa prova d’attrice, la Brilli recita (malino, è proprio vero che in tv sono capaci tutti, ma a teatro…), canta (abbastanza stupefacentemente), balla (rischiando di slogarsi una caviglia) e suona addirittura quattro note al piano. Ci dimostra di essere una vera poliglotta dello spettacolo!
Fortunatamente è accompagnata dalla Musicomix orchestra, di cui nel manifesto non sono citati nemmeno i musicisti principali, eppure a mio avviso la vera comicità è la loro, come il talento (di alcuni, nota di merito a Stefano Lenci al piano e Mario Caporilli alla tromba). Anche la musica comica non è un’ invenzione nazionale né del momento, fonti certe ci confessano che molte delle pratiche della Musicomix orchestra sono “citazioni”, senza indicazione di fonte, da esempi illustri della tradizione, come il pianista danese Victor Borge, che da enfant prodige della musica classica negli anni ’30 provò l’innovativa miscela di musica e comicità, riscuotendo un grande successo, prima in Danimarca poi in America. Dunque nulla di eccezionale nemmeno sotto questo fronte.
Glisso sulla banalità dei testi e sulla lunghezza estenuante dello spettacolo, dose massiccia di spettacolo dal vivo per un pubblico da “a teatro una volta l’anno” (e con quello che costa un biglietto al Sistina!). Come la televisione, Sette appartiene a quel genere di teatro (se tale si può definire): finalizzato a stordire lo spettatore che se ne torna a casa soddisfatto di aver assunto la sua dose di sottocultura spacciata ad alto costo .…
Fa eccezione la prima parte del monologo di Franca Valeri sull’ira, attributo divino che siamo intenti a spezzettare in surrogati: il rancore, il fastidio, ma l’ira, quella totale, violenta, ideale, dov’è finita? Carico se non altro di una certa attualità ed elevazione.
I problemi tecnici: il microfono che non funziona, risolto brevemente da un tecnico dietro le quinte e poi quel diavolo di meccanismo che dovrebbe elevare al cielo una Nancy bulimica che sogna di essere una balena (sai il volo metafora del sogno…), ma non funziona. E dopo i primi minuti di imbarazzo Nancy lo annuncia: “Non funziona!”, il pubblico invece di ridere si preoccupa, mamme e amici di attori e musici si chiedono con pathos cosa stia accadendo, solo che nessun problema tecnico può essere tanto grave, e che atmosfera dovrebbe rompere una pausa in uno spettacolo del genere? Che qualcuno si fa problemi ad andare in bagno nel bel mezzo di uno spettacolo di cabaret televisivo?
L’agognato finale giunge con la Brilli che sale in piedi sul pianoforte, luccicante di brillanti, tanti applausi, saluti, e lei invita sul palco e bacia uno ad uno tutti i collaboratori, una sfilza di persone invade il proscenio, dai sette scrittori dei testi, alla costumista, il regista e chi più ne ha più ne metta, bacino di Nancy e poi tutti a casa. La diva esce più volte a crogiolarsi tra gli applausi finche esausta si getta a terra: “E scusatemi ho fatto quel che potevo, ma la voce, la voce, non ne avevo tanta…”
Degna di nota anche la postilla che la soubrette pone a morale della favola: Cari bambini, nel Medioevo la tristezza era l’ottavo vizio capitale. Non bisogna essere tristi perché si può sempre guardare il bicchiere mezzo pieno! O farsi consolare da un amichetto! (e se proprio ti va male diventa masochista, che così anche il dolore diventa piacere).
Scusate se ripeto: altro che Mulino bianco! Almeno lì si vede che la casetta è finta, e la mamma è troppo giovane, e la merendina non è tutta spiaccicata come quando la tiri fuori dal pacchetto nel mondo reale. Il vecchio scopo che giustifica i mezzi torna di nuovo utile all’analisi, Mulino Bianco vende dolciumi, e Nancy Brilli? llusioni di bassa lega e sogni da marciapiede? Proprio come la tv. È la sorpresa dell’ovetto kinder. Sei felice quando la hai in mano?
Chiara Pirri
in scena dal 15 febbraio al 6 marzo 2011
Teatro Sistina
Roma
il commento tuo e’ esilarante, sicuramente meglio dello spettacolo, il finale poi….
rita
grazie rita! in effetti più che lo spettacolo, che era alquanto noioso, era l’atmosfera della pirma al sistina ad essere veramente comica. un esperienza unica, consiglio a tutti.
chiara