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Non tutto è risolto, o forse sì: un mese di Franca Valeri al Teatro Valle

Mettiamo di essere andati a teatro svogliati, aspettarsi una commedia sofisticata e divertente più per la spinta di risate forzate e applausi in omaggio alla grande anziana attrice, andare con la sola curiosità di capire se la novantenne Franca Valeri ce la farà a tenere un’ora e quaranta di spettacolo, per annotare con un sorriso grasso che in scena in contemporanea all’Eliseo c’è Paolo Poli e all’Argentina Luigi De Filippo, la classe di ferro del teatro italiano, per cercare insomma un vago interesse dietro un doveroso passaggio al Teatro Valle…ora togliamo tutto e restiamo incantati dalla sorpresa di trovarci invece uno spettacolo straordinario, di quelli che restano nella memoria per proprio le caratteristiche contrarie a quelle immaginate. Ecco allora che tutto cambia, ci si sente diversi uscendo dalla sala, uno strano senso rinfrescante, dissetante, coglie dopo uno spettacolo con queste premesse. Avevo pensato di non scriverne, eppure non posso esimermi dal farlo e scrivo di questo Non tutto è risolto, di e con Franca Valeri e regia di Giuseppe Marini.

Il Teatro Valle, nel secondo anno delle monografie di scena, ha rischiato davvero nella proposta, nessuno ne avrebbe predetto successo. A questo spettacolo, infatti, in scena due settimane, seguiranno La vedova Socrate e Avrei voluto essere un mezzosoprano, per tutto il mese di gennaio, che a questo punto consiglio vivamente. Questo spettacolo con cui si apre la monografia è un debutto nazionale ed è un testo della stessa attrice basato su ricordi personali e un intento di trasfigurazione autobiografica. È forse questa la cosa che più sorprende: il testo ha una rara qualità d’intelligenza, fatto di continue frasi da voler rubare e portarsi via: c’è una felicità di ritmo impressionante nella resa scenica, un’arguzia disincantata come fossero tutte frasi scappate di bocca, come tanti a parte ironici riversati nel testo; questa qualità cristallina serve con ogni riverenza agli altri attori (grandi: Licia Maglietta, Gabriella Franchini, Urbano Barberini) un prova di rilievo, le cui individualità la regia di Marini e le scene monumentali di Chiti sanno ammansire.

La contessa Matilde – o quale altro nome abbia – tornata insieme alla sua fida segretaria in una casa abbandonata che crede sua per averci abitato, vi incontra un uomo che vive lì da diseredato e grida di essere suo figlio; assieme a loro la cameriera appena assunta, sotto le mura sgranate di un intonaco cadente, nel vuoto delle stanze e dell’esistenza. Questa cellula narrativa si dipana senza una trama ben definita per tutto lo spettacolo, ma è lo stile a riempire i vuoti e la curiosità, il senso di una sottile decadenza che del testo è uno dei temi principali, il tradimento della memoria che è – sembra dire la Valeri – il modo più diretto per recuperarne una veritiera. Il suo quasi combattimento con i ricordi, che tratta con poco deferente distanza, è tutto giocato sul controtempo, sul contrasto tra la parola e l’ironia che la sveste, denunciando una gioventù espressiva davvero inattesa, sia della scena che del testo. Soltanto nella seconda parte la continuità sfugge via, ma è un peccato davvero di scarsa entità.

A restaurare il ricordo in una memoria comunque viva, al centro della stanza una stufa spenta, la cui accensione sempre rimandata è il fulcro di tutto: il non voler ricordare, lasciare tutto dov’è stato perché oggi non più interessante, eppure vivere in continua presenza di quella memoria. Dice la Valeri che “la vita non è abbastanza interessante per ricordarla”, dico io che se si è capaci di ricordarla così e farne questo uso, non è questo un ricordare nostalgico, ma vivere una seconda volta.


Simone Nebbia

dall’11 al 23 gennaio, ore 20.45
ad eccezione dei giorni 16,19, 23 gennaio ore 16.45
18 gennaio ore 19.00
Teatro Valle [vai al programma]
Roma

NON TUTTO È RISOLTO
di Franca Valeri
con Franca Valeri, Licia Maglietta, Urbano Barberini, Gabriella Franchini
scene Alessandro Chiti
costumi Mariano Tufano
regia Giuseppe Marini
durata 1 h 40′

ALTRI SPETTACOLI ED EVENTI NELLA MONOGRAFIA DEDICATA A FRANCA VALERI DAL TEATRO VALLE

11.23 gennaio NON TUTTO E’ RISOLTO
25.28 gennaio LA VEDOVA SOCRATE
29 gennaio AVREI VOLUTO ESSERE UN MEZZOSOPRANO

30 gennaio
INCONTRO
IO E IL CINEMA: UNA BEN STRANA COPPIA
con Franca Valeri
FILM
PARIGI O CARA
regia Vittorio Caprioli

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3 COMMENTS

  1. Simone Nebbia, perdonami ma la tua recensione fa schifo…una sequela interminabile di sbrodolamenti di belle parole. Ma sei un giornalista?

    • Caro Andrea,
      poi quando hai tempo e riesci a raccogliere i tuoi pensieri, che si vede sono acutissimi e di alta fattura, ci spieghi l’utilità del tuo commento rispetto al dibattito sullo spettacolo o sul teatro in generale, perché sull’infondatezza c’è poco da dire. Gli attacchi gratuiti ai redattori sono poco interessanti oltre che svilenti per chi su questa rivista sputa il sangue ogni giorno per darvi un servizio capillare e di altissimo livello. Ma si sa non tutti hanno le capacità per apprezzare.

      Andrea Pocosgnich

      • torno dallo spettacolo di cui sopra,eseguito al Biondo di Palermo.Sono esterrefatta ,delusa,amareggiata.Non si capiva una parola di quello che diceva Franca Vale3ri.Un presenza patetica.La distruzione dell’immagine di una grande attice.Dovrebbe avere il buon senso di ritirarsi.Flora Pagano.

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