A volte basta un po’ di coraggio per dare un segnale forte. Piccoli passi per un grande cambiamento. È questa la spinta che ha convinto gli organizzatori del Premio Riccione per il teatro 2011, che si rivolge alla drammaturgia contemporanea ed è all’edizione numero 51, a introdurre alcune modifiche e novità che si promettono determinanti da qui al prossimo futuro. Inizia il comunicato stampa con una frase emblematica: “La meglio gioventù teatrale”, quella che da quest’anno sarà nella rinnovata giuria del premio, ancora presieduta da Umberto Orsini che ha scelto il suo segnale rivolgendo l’attenzione a una generazione di attori, registi, drammaturghi in grande e decisa crescita, lanciando un’opportuna intenzione di sicuro più pratica che teorica. Sonia Bergamasco, Isabella Ragonese, Fabrizio Gifuni, Fausto Paravidino, Alessandro Gassmann, e tra di loro Elio De Capitani e Claudio Longhi a portare il bagaglio dell’esperienza. Assieme agli artisti Franco Cordelli, scrittore e unico critico presente, attento da sempre a rintracciare semi di una nuova drammaturgia italiana.
L’ingrediente di maggior peso è tuttavia dato da una novità sorprendente: il nuovo direttore Simone Bruscia, classe 1977. Questo non dovrebbe far gridare al miracolo, non lo sarebbe in altri paesi europei, ma qui in Italia siamo costretti nostro malgrado a rimirare un direttore così giovane come si fa con una primula rara e preziosa, in una distesa di erbacce e fiori incolti. È lo stesso Bruscia a ricordare quanto sia necessaria questa controtendenza, quanto in questa “opera aperta che produce e pubblica” sia salvo il senso dell’arte che sa fare di creazione e diffusione un unico obiettivo, quanto – aggiungerei – in questi tempi difficili in cui il consiglio direbbe di arretrare, sia fondamentale e coraggioso saper rilanciare. Di questo avviso anche le amministrazioni che hanno operato queste scelte: Provincia di Rimini, Comune di Riccione, Regione Emilia Romagna e MiBAC hanno lavorato in accordo perché fosse chiara la rinnovata direzione da seguire e per dimostrarlo hanno portato fatti concreti come l’aumento del premio per la drammaturgia Under 30, che porta il nome di chi ha fatto la storia del rinnovamento letterario italiano negli anni ’80: Pier Vittorio Tondelli.
Dunque una grande promessa, questa nuova edizione che ha come termine il 2 maggio 2011, volta a soddisfare quella che Orsini ricorda come “grande domanda di teatro”, i cui presupposti portano a una resistenza nei confronti di chi tenta, con ogni mezzo, l’annientamento di un ruolo culturale determinante e che il pubblico premia costantemente, senza che tuttavia sia dato saperne per i mezzi di comunicazione più grandi, impegnati a spartire di scandali e ripicche, mentre il settore culturale continua – sotterraneo e indesiderato – il proprio oscuro lavoro di crescita civile. Come se ne potrà occupare chi lavora nella direzione opposta?
Simone Nebbia
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