Dopo due mesi di stop torna Le Vie dei Festival a Roma. Una prima parte dedicata al teatro italiano (in cui a farla da padrone erano stati Elio Germano e i Motus) si era chiusa a fine settembre. Ora restano due appuntamenti, in questa XVII edizione che ancora soffre questa scelta di diluire gli spettacoli nel corso di un intero autunno. Ci chiediamo infatti se sia o no possibile richiamare a teatro lo stesso pubblico che più di un mese fa era “passato a guardare” i lavori sopracitati. Noi, nel nostro piccolo, cerchiamo di dare una mano, illustrando qui in breve perché è importante non perdersi questi due appuntamenti.
Il 24 e il 25 novembre alla Sala Casella di Via Flaminia debutta Made in Paradise, spettacolo dell’eccentrico artista olandese Yan Duyvendak. Il lavoro presentato, frutto della collaborazione di Duyvendak con l’attore Omar Ghayatt, racconta in un misto di documento e distorsione umoristica la deriva morale dell’estremismo islamico, tra burka, sciovinismo e perdita di identità. La particolarità di questo artista è l’uso del mezzo cinematografico e televisivo per creare un cortocircuito tra immagini registrate e performance live e il rapporto molto diretto con il pubblico, che nel caso di Made in Paradise è chiamato a partecipare con commenti e interventi che influiscono profondamente sullo svolgimento dello spettacolo.
C’è poi il Belarus Free Theatre, gruppo teatrale bielorusso nato nel 2005 come ultimo baluardo di lotta intellettuale contro il regime di repressione culturale del presidente Alexander Lukashenko. Il governo bielorusso esercita tuttora un controllo totale nei confronti della stampa e dei prodotti artistici, sui quali applica una ferrea censura. Il risultato è che da più di cinque anni, ormai, il Free Theatre lavora in totale clandestinità, mettendo in scena opere originali in contesti privati, vicoli nascosti o addirittura boschi. Una comunicazione convenzionale non sarebbe pensabile, ovviamente. Ed ecco che un semplice e soprattutto prudente passaparola sostituisce il lavoro degli uffici stampa.
Per fortuna nel corso degli anni diverse istituzioni internazionali si sono interessate al lavoro di vera e propria resistenza portato avanti dal BFT. E così, le prime segnalazioni di The New York Times (Steven Lee Myers nel 2006) e The Guardian (Michael Billington nel 2007) hanno portato agli artisti bielorussi, già reduci di un incredibile successo nell’underground dissidente locale, un po’ di notorietà all’estero e l’appoggio di intellettuali e uomini di cultura militanti del calibro di Václav Havel (drammaturgo ed ex presidente della Repubblica Ceca), Tom Stoppard, Harold Pinter e Mark Ravenhill. Il risultato è che ora la compagnia è a tutti gli effetti un gruppo stabile, composto dai fondatori (il drammaturgo Nikolai Khalezin e la produttrice Natalia Koliada) e da altri otto tra attori e tecnici.
Due repliche di Zone of Silence (28 e 29/11) e una di Discover Love (30/11) daranno la possibilità a chi non conoscesse questo gruppo di farsi un’idea del loro lavoro. Se non altro per poter dire che, in faccia ai nostri taglia e cuci governativi, esistono posti in cui la cultura non esiste più, se non per qualcuno che rischia tutto per tenerla viva. E soprattutto vera, mentre qualcun altro tenta disperatamente di strangolarne il pensiero.
Il Belarus Free Theatre arriva per la prima volta a Roma all’Auditorum Parco della Musica. Anche qui, in mezzo al capogiro di attività messe in cantiere all’Auditorium di Renzo Piano, tra festival jazz e libagioni del cinema, il salto de Le Vie dei Festival da una data all’altra ha visto un gap di ben due mesi interi. Ci sarebbe da ritirare fuori quel vecchio detto, secondo cui esiste un modo infallibile per scontentare tutti: tentare di accontentare tutti.
Michelle Martini
Vai al programma completo di Le vie dei Festival 2010
giovedì 25 e venerdì 26 novembre
ore 21:00
Sala Casella Via Flaminia 118
dai festival La Bâtie-Festival de Genève, Moussem Festival – Brussels, Zürcher Theater Spektakel, Extra 09
Festival – Annecy, Des Souris des Hommes 1.1 – Bordeaux, Tanz, Musik aus der Romandie – Berna, Temps
d’Images – Marne-la-Vallée, Festival International de Accion Artistica Sostenibile – Murcia, Inteatro Polverigi
MADE IN PARADISE
di Yan Duyvendak, Omar Ghayatt e Nicole Borgeat
con Yan Duyvendak e Omar Ghayatt
traduttori in scena Iyas Jubeh Rinaldo Marasco
scenografia in collaborazione con Sylvie Kleiber
graphic design Nicolas Robel, B.u.L.b. Grafix
produzione Dreams Come True – Genève per Yan Duyvendak – Omar Ghayatt (Genève – Il Cairo)
coproduzione Théâtre de l’Arsenic Losanna; Dampfzentrale Bern; GRÜ Ginevra; La Bâtie-Festival de Genève
co-realizzazione FRAC Alsace; Montévidéo, Marsiglia
spettacolo in lingua francese e araba con traduzione simultanea in italiano
domenica 28 e lunedì 29 novembre
ore 21:00
Auditorium Parco della Musica – Teatro Studio
dai festival Contemporary Drama Festival Budapest, Zurcher Theater Spektakel, Vie Scena Contemporanea
Modena
ZONE OF SILENCE
moderna epopea bielorussa in tre capitoli
regia Vladimir Shcherban
ideazione capitolo I Natalia Koliada, Nikolai Khalezin e Vladimir Shcherban
Capitoli II e III Vladimir Shcherban
drammaturgia Konstantin Steshik
autori/attori Pavel Gorodnitski, Yana Rusakevich, Oleg Sidorchik, Anna Solomianskaya,
Denis Tarasenko, Marina Yurevich
Belarus Free Theatre (Bielorussia )
produzione
spettacolo in lingua russa e bielorussa sottotitolato in italiano
martedì 30 novembre
ore 21:00
Auditorium Parco della Musica – Teatro Studio
dai festival Kilkenny Arts Festival – Irland, The Netherlands, Internationale Keuze – Rotterdam, Passages”Festival –
Nancy, Stage Festival – Helsinki, David Performing Arts Center – Washington, CalArts Theater Festival – Los Angeles,
Andrey Sakharov Freedom Award – Oslo
DISCOVER LOVE
non fiction
scritto da Nikolai Khalezin con la partecipazione di Natalia Koliada
regia Nikolai Khalezin
con Oleg Sidorchik, Anna Solomianskaya, Pavel Gorodnitski
coreografato da Olga Skvortsova
intro MC Coppa
musical fusion DJ Laurel (Lavr Berzhanin)
Belarus Free Theatre (Bielorussia ) produzione
spettacolo in lingua russa sottotitolato in italiano