La maestosità del teatro, il colpo di scena. Arriva di solito quando il ritmo un poco cala, quando la drammaturgia volge al silenzio e gli attori sembrano stanchi, c’è come un senso di attesa fremente eppure nascosta, come quella dolce qualità opalina fa penetrare il sole del pomeriggio dentro un salotto affasciato di tende bianche, proprio allora si vede la polvere attraverso il sole e si sente un senso di attesa, di qualcosa che sovverta la fine e che la stasi, si faccia placenta. In teatro è quello il momento del colpo apoplettico, il brivido che scalda e tutto reinventa, che tutto fa sembrare nuovo e il teatro torna ogni volta, una dolce e struggente magia. Così, mentre si avvicina l’ultimo atto di tredici della grande avventura Armunia di Massimo Paganelli, tra poco pensionato di lusso e di necessità, e mentre sta arrivando il suo ultimo Inequilibrio Festival di Castiglioncello Costa degli Etruschi, dal 17 al 21 novembre 2010, falciato dalle amministrazioni e spostato da luglio a novembre l’anno in cui riceve il Premio Ubu, proprio ora che stiamo per partire tutti a salutare il grande nobile caduto mi chiedo e rilancio: non sarà forse questo il momento del grande maestoso colpo di teatro? Io lo attendo, io ci spero, io partirò con la penna e l’armatura, al solito, a fare il mio dovere. Per Castiglioncello, per Massimo, per la grande squadra conosciuta in questi anni: questo e altro, ho detto confermando la presenza a Fabio Masi che ne è una colonna.
Partirò e saremo in tanti, e vedremo tanti spettacoli compressi in pochi giorni, perché quest’anno va così e la lentezza viva di cui potevamo dire negli anni precedenti sarà tradita, come tante cose, le residenze, il più grande servizio al teatro nazionale che ora gira per il mondo: qui si sono formati artisti del calibro di Pippo Delbono, Cesar Brie, lo stesso Civica, Danio Manfredini, Alfonso Santagata, Marco Paolini e moltissimi altri; per tanti questa qui è casa, in modo così speciale e unico per uno come Claudio Morganti di cui un giorno si dirà la straordinaria grandezza e ora è lasciato in disparte, come solo i grandi e per tanti anni sanno rimanere. Tanti i progetti in tanti anni, tanti da non poterne dire qui, troppi valori per terminare in una nuvola passeggera. Tanti anche gli artisti che verranno nei prossimi giorni al Castello dove sono cresciuti, in un modo o nell’altro, come si porta un saluto ai luoghi cari dell’infanzia, come si guarda la polvere dietro i carri in partenza, dietro le ruote e i vecchi desideri sopiti. Ci saranno Sacchi di Sabbia, Malasemenza, Teatropersona, Timpano, Cosentino, Nerval di Maurizio Lupinelli con il suo progetto Schwab da Armunia prodotto, Gogmagog, il Lucignolo di Latini (leggi la recensione) ma anche altri e un finale con il ritorno di un grande evento degli ultimi anni: l’incontro sul palco fra Bobo Rondelli, cantautore straordinario che qui è a casa anche lui, e Franco Loi, poeta. Cosa meglio della poesia, per chiudere. Ci saranno le riunioni del neonato comitato CRESCO per i valori etici presieduto da Luca Ricci, dove se non qui. L’ultimo giorno, domenica, è inoltre annunciato un incontro pubblico con le amministrazioni, perché c’è sempre bisogno di far sentire una voce, anche quando è flebile. È a questo punto che mi domando: ma siamo proprio così morti? Finché c’è voce c’è vita, e allora pure d’un fiato appena, quel respiro che tiene in sé la fertilità dell’esperienza, la saggezza del silenzio cosciente, del tempo perduto e insieme recuperato, il tempo dell’arte e della creazione, “tempo fermo” lo disse un anno fa Massimiliano Civica, proprio ora che tutto sembra finire, siamo davvero così convinti che tutto finirà? Dov’è una fine, qualcosa nasce segreto. Saranno molte, le nostre sembianze e le nostre morti. E che nel suono della mesta campana, s’ascolti chiaramente, la voce di una vita appena nata.
Simone Nebbia
dal 17 al 21 novembre 2010
Castello Pasquini di Castiglioncello (Livorno) – vai al programma di Inequilibrio 2010