Anche qui una materia forte, ma ampiamente svolto il sentimento che si porta, quindi poco interessante ciò che si può rendere. Dichiara il voler parlare di uranio impoverito, quindi un tema rischioso di banalità e di scarso conflitto, che già prima dello spettacolo trae in accordo tutti sul rifiuto; avrebbero potuto fare informazione, anche se poco fruttuosa, invece scelgono una strada tortuosa di piatta rappresentazione, ricalcando non la materia ma l’esposizione mediatica della stessa. Da apprezzare il gioco di luci e insieme l’energia che non risparmiano. Simone Nebbia
Sulla vicenda riguardante l’uso dell’uranio impoverito il teatro potrebbe dire molto,l’idea perciò di Carrozzeria Orfeo, che con questo spettacolo ha vinto il Dante Cappelletti due anni fa, poteva dunque risultare interessante, ma la ricerca dei giovani Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti eAlessandro Tedeschi non affonda le mani nel teatro documentario (e un tema del genere ne avrebbe bisogno) e non riesce a trovare un equilibrio recitativo che si allontani da certi stereotipi cinematografici, colpisce invece lo sviluppo di un linguaggio visivo che trova il proprio specifico nell’efficace alternanza di parole e immagini.
Andrea Pocosgnich