Il teatro è politico quando non resta rappresentazione – di sé o del mondo – ma pone una discussione, si mette in relazione al mondo che lo circonda cercando di capirne i cardini e svolgerne i sensi più profondi; tutto questo per l’etimologia: politico significa che partecipa e avvicina necessariamente tutti gli elementi che della comunità fanno parte, accoglie cioè la vastità del pensiero e ne forma coscienza in rapporto con lo spazio che circonda l’umano. Quindi il teatro, laddove rispetta certi cardini etici, è sempre politico. O almeno così dovrebbe. Lo sanno bene a Cascina dove sta per avere inizio Metamorfosi 2010, festival del teatro politico a cadenza biennale ideato da Alessandro Garzella, giunto alla sua quarta edizione.
Dal 2 al 5 giugno 2010 saranno proposti quattordici spettacoli con sette debutti, una sorta di record insomma, una voglia di riempire lo spazio dell’espressione perché sia preponderante al silenzio, perché incidere soprattutto oggi è parte del clamore; molto si potrebbe dire della necessità del teatro civile, sfiorando la retorica, anche quella di ritorno con cui potrei dire: esiste forse un teatro che non è civile? Ma non m’importa stare qui a dire come deve o non deve essere il teatro, importa proprio che esista e finché Cascina propone qualcosa di simile allora è una possibilità ancora viva: nel programma del festival saranno progetti che sulla carta sembrano e credo saranno di livello eccellente, come l’omaggio ad Artaud in prima assoluta di Enzo Moscato, così il Re Nudo proprio di Garzella ispirato a Orwell e Andersen, i Gogmagog con Tommaso Taddei che dicono Quanto mi piace uccidere…, e poi Teatro dell’Argine, Giulio Cavalli, Moni Ovadia, Armando Punzo, poi gli appuntamenti di Radio Zolfo con Altre Velocità, i laboratori di Punzo, Liberti e Della Monica, infine gli incontri, vero punto fondante del festival, oggi con Andrea Porcheddu e Carlo Mangolini, domani con Cristina Valenti, a seguire con Daniele Segre e ultimo giorno con Gabriele Rizza.
Il programma è dunque ricchissimo e la politica, quella cosa sporca che ci fa pensare al doppiopetto e alle poltrone, per una volta si riprende il suo significato originale e torna, finalmente, a discutere e far discutere. Che lo faccia con il teatro è la cosa più naturale che potesse accadere.
Simone Nebbia
Dal 2 al 5 giugno 2010
Cascina (Pi) – www.lacittadelteatro.it