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Teatri di Vetro 4: pronti per l’edizione 2010, dal 14 al 23 maggio

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Ci sono degli appuntamenti che di anno in anno diventano sempre più importanti, sempre più centrali nella vita culturale di una città, ci sono degli appuntamenti ai quali difficilmente potremo rinunciare, Teatri di Vetro è uno di questi.

Come giustamente ha sottolineato Fabrizio Grifasi (direttore della Fondazione Romaeuropa, impegnata nella produzione del festival insieme con la Provincia e Triangolo Scaleno Teatro), alla conferenza stampa tenutasi ieri a Palazzo Valentini, parliamo di una manifestazione che arriva a un importante punto di maturazione, tanto da potersi fregiare del sottotitolo “Festival delle arti sceniche contemporanee”. Sempre secondo Grifasi il lavoro di Teatri di Vetro svolto negli anni nel concepire gli spazi e gli eventi teatrali sta pian piano “per impollinazione” contagiando altre istituzioni, si veda il Quirino con la rassegna Revolution o la neonata creatura di Corsetti all’Auditorium, Vertigine.

Teatri di Vetro non più solo come risposta alla crisi degli spazi o dei fondi evidenziata dall’Assessore della provincia Cecilia D’Elia, non più solo vetrina insomma, ma anche vero e proprio Festival. Per questo Roberta Nicolai ( direzione Triangolo Scaleno) ha sottolineato gli sguardi che si intrecceranno nel festival, i rapporti che si sono stretti con soggetti produttivi e artistici come Ipercorpo, Nutrimenti, Ztl e Festival Quartieri dell’Arte, un fitto intreccio di soggetti che però forse ci fa perdere proprio il contatto con la concezione originale della rassegna. Mi spiego meglio: a dicembre fu pubblicato come ogni anno un avviso pubblico di selezione, centinaia di artisti e compagnie risposero inviando la domanda e i materiali, bisognerebbe però capire quanti degli spettacoli che andranno in scena negli spazi della Garbatella (tra il palco del Palladium, i lotti, l’estensione verso gli asili, le facciate) sono stati selezionati direttamente con quel bando e quanti invece sono frutto di altre relazioni, per carità rapporti validissimi e trasparenti, ma ci sarebbe piaciuto vedere la stessa trasparenza anche nel meccanismo della selezione, evidenziando magari nel programma proprio quegli artisti che hanno usato solo l’avviso pubblico per arrivare al Festival di Triangolo Scaleno, in questo modo sarebbe stato ancora più evidente lo scarto sottolineato da Grifasi, ovvero la consapevolezza e il dovere di prendersi delle responsabilità verso alcune scelte che superano il concetto di “vetrina”. In questo discorso rientra anche la stessa presenza di Anima, ultimo spettacolo di Triangolo Scaleno, nel programma di Tdv e non penso che la Nicolai si sia autoselezionata attraverso il suo stesso bando. Il problema è sempre lo stesso, è simile a quello di Vertigine, “la trasparenza”, quella cosa che chiediamo ai nostri politici, alle istituzioni, a chi stenta a erogarci i fondi. Allora che l’evoluzione verso il Festival si completi del tutto e si arrivi alla struttura chiara che hanno eventi come Avignone, Edimburgo e ad esempio i nostri Santarcangelo e Napoli Teatro Festival, dove il programma ufficiale è creato solamente grazie alle scelte critiche dei direttori artistici e degli organizzatori e poi parallelamente vi è un festival off (o fringe o chiamatelo come volete) dove le compagnie sono selezionate tramite bando.
Questa trasparenza che io invoco è se non altro un’ affermazione di rispetto verso coloro che a questi bandi partecipano con impegno e duro lavoro, inoltre in una manifestazione come Teatri di Vetro sarebbe tutto il programma, peraltro interessantissimo chi può negarlo, a giovarne.

Ci sentiamo in dovere di mettere in luce anche le ombre di un evento che, come osservavamo all’inizio, è ormai entrato nel tessuto culturale di questa città dandoci comunque la possibilità di assistere a spettacoli che difficilmente vedremmo sui palcoscenici diversi da quelli dei piccoli teatri o dei festival estivi fuori porta, con un calendario quest’ anno che propone una serie di novità da non perdere per una piazza come Roma. A parte artisti come Cosentino, Nanou, Vincenzo Schino, Fibre Parallele e Gli Omini, il primo in scena da poco all’Argot con il suo ultimo e splendido Primi Passi sulla luna, gli altri tre già presenti a Vertigine e i toscani in scena a Tor Bella Monaca, per il resto il programma è un rutilante susseguirsi di spettacoli visti poco o per niente nella capitale che vanno dalle esperienze, a metà strada tra arti visive e performative, di gruppi come Nufactory (aprirà il festival con Painting Tango) alla nuova drammaturgia di Imargini (presentano un testo di Rodrigo Garcia) fino all’esplosione della danza anche quest’anno contenuta nella vetrina coreografica, un magma artistico insomma dal quale ci faremo catturare giorno per giorno e del quale e proveremo a darvi un fedele, ma critico racconto.

Andrea Pocosgnich

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