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La “Città di M.” secondo Sinigaglia al Teatro Furio Camillo: tra noir e inchiesta la tetra foto della realtà metropolitana

qui-citta-di-mAbitare una città, viverne la frenesia, l’indecifrabilità, gli ambigui e contraddittori rapporti umani, significa probabilmente far sì che lo spazio urbano penetri la nostra personalità e la plasmi a sua immagine e somiglianza. Qui città di M. è un racconto cupo e tetro, tratto dall’omonimo romanzo di Piero Colaprico, che tenta di descrivere la realtà dei dinamismi metropolitani con sguardo critico, ma mai giudizioso, verso i meccanismi perversi dei media. Diretto da Serena Sinigaglia, lo spettacolo, che ha aperto la rassegna Transiti al Teatro Furio Camillo di Roma, narra le vicende di sette personaggi coinvolti in un duplice omicidio, oscillando tra toni ironici e drammatici, fiabeschi e noir. Ad interpretare i sette personaggi del racconto è la talentuosa Arianna Scommegna che scivola da veste in veste e plasma la sua partitura corporea modulando continuamente fisico e muscolatura facciale. Il corpo della Scommegna muta rapidamente nell’età e nel sesso, ripudiando o ritrovando la sua bellezza femminile e descrivendo la psicologia di caratteri completamente differenti tra loro. Allora ogni costume diventa un mondo in cui sono rinchiuse le voci dei personaggi che si dispiegano velocemente nel tentativo di risolvere il terribile enigma. Sullo sfondo se ne sta la città di M., probabilmente la città natia di Sinigallia e Colaprico, Milano, probabilmente la fotografia esatta di qualunque città italiana. Qui la morte arriva imperterrita e oscena, nelle vesti di un becchino o di un killer, di un membro della scientifica o di un poliziotto; arriva deteriorando i rapporti umani e intasando comunicazioni mediatiche e televisive.

Serena Sinigaglia costruisce uno spettacolo perfetto, un piccolo diamante che brilla tanto nella costruzione drammaturgica quanto nell’utilizzo dei materiali scenici. Se pur in maniera accademica, lo spettacolo muove la materia teatrale nella direzione del sogno, utilizzando scatoloni, teli bianchi, valigie e vernici per costruire e decostruire la scena del crimine ossia la foto spietata di uno squarcio di città. Bare, letti, armi e sangue scorrono dinanzi gli occhi dello spettatore lasciando che l’immaginazione si intersechi all’inchiesta, a una vera e propria denuncia rivolta alla vita della metropoli. Per ritrovarsi tutti un po’ vittime e un po’ carnefici.

Matteo Antonaci

Visto il 19 aprile 2010
al Teatro Furio Camillo – Rassegna Transiti
Roma

QUI CITTA’ DI M.
Di Piero Colaprico
Con Arianna Scommegna
Regia Serena Sinigaglia
Produzione A.T.I.R.

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