È uno scrigno magico. È un antico carillon nel quale si nascondono creature inquietanti e bellissime. È il posto più sfortunato della terra, ma a tratti il più divertente. È un’alcova dove nascondersi. È un sogno proibito. È un circo di poveri saltimbanchi. È una casa di bambole rotte. Tutto questo è l’ultimo spettacolo di Emma Dante, Le pulle, Operetta amorale, in scena fino al 24 di gennaio al Teatro Valle di Roma all’interno della monografia che l’Eti ha dedicato alla regista siciliana.
Lo spettacolo coprodotto dallo Stabile di Napoli, dal Théâtre du Rond-Point di Paris e dal Théâtre national de la Communauté Française di Bruxelles, mostra una scrittura scenica che si allontana dai precedenti lavori, l’atmosfera creata dalla Dante è leggera e onirica, la struttura ricorda quella della rivista, con canzoni cantate dal vivo, parti recitate e danzate. Ad animare quello che è a metà tra un postribolo e un’anticamera infernale ci pensano le pulle ( Ersilia Lombardo, Sandro Maria Campagna, Sabino Civilleri, Carmine Maringola e Antonio Puccia, attori e attrici che non perdono un colpo), ovvero le trans (in palermitano), sono loro le protagoniste di questo avanspettacolo triste. Tre fate (Elena Borgogni, Clio Gaudenzi e Manuela Lo Sicco, performer e attrici di altissimo livello), le aiutano nel trucco e nella vestizione; la regina delle fate, Emma Dante, ne canta le gesta nei panni della shakespeariana Mab. La regista, di tanto in tanto, quasi di soppiatto, fa sua la scena, in un lungo vestito nero, un po’ sacerdotessa un po’ maîtresse, fa scendere improvvisamente le rosse quinte triangolari che veleggiano sul palco, alza sipari di tappezzeria altrettanto rossa e canta. Tutto lo spettacolo d’altronde è impreziosito da melodie scritte dalla stessa Emma Dante e musicate da Gianluca Porcu. Ogni pulla ha una storia da raccontare e una canzone da cantare, c’è Moira, fatta prostituire dalla madre a 11 anni, c’è Stellina che sogna un matrimonio impossibile nella vita reale, ma probabile nella favola teatrale, c’è Rosi violentata e picchiata mentre si prostituiva, Sara persa nell’anoressia e Ata in terapia ormonale per farsi crescere il seno.
Quest’ultimo lavoro della regista siciliana ha un pregio: rapisce lo spettatore (alla rappresentazione della domenica pomeriggio, deserta in circostanze normali, c’era la fila per prendere il biglietto), ci riesce grazie ai ritmi calcolati, all’ eterogeneo susseguirsi di occasioni teatrali, al perenne movimento degli attori, allo spiazzamento che crea grazie a immagini costantemente sopra le righe, all’uso dei corpi dalla sessualità posticcia e iperesposta (le donne folleggiano sul palco con membri in lattice fra le cosce), grazie alle musiche (rap di stellina a parte, a mio avviso fuori luogo). Se c’è un difetto, e lascio al pubblico la facoltà di giudicarlo tale, è il non prendere posizione da parte dell’autrice rispetto alla morale di una società che non accetta le pulle e il diverso in generale. Per taluni insomma potrebbe mancare quel piglio d’accusa tipico del teatro civile, ma è pur sempre un’opera d’arte e non ha perciò bisogno di entrare in particolari da romanzo verista o spettacolo d’accusa, il messaggio non risente della mancata collocazione geografica precisa (naturalmente siamo in un ipotetico sud), dell’assenza di scansione cronologica dei fatti o della loro coerente esposizione narrativa, è la crudeltà della realtà che conta e questa, il pubblico, la percepisce anche sulle note di una ninna nanna.
Andrea Pocosgnich
redazione@teatroecritica.net
in scena fino al 24 gennaio 2010
Teatro Valle [vai al programma 2009/2010 del Teatro Valle]
Roma
Prossime date per Le pulle
27 -30 gennaio 2010 Teatro della Tosse, Genova [vai al programma 2009/2010 del Teatro della Tosse]
2 – 14 febbraio 2010 Teatro CRT, Milano [vai al programma 2009/2010 del Crt]
15 febbraio 2010 Teatro Sociale, Como
17 febbraio 2010 Teatro delle Celebrazioni, Bologna
19 febbraio 2010 Città Teatro, Cascina
21 febbraio 2010 Grosseto
23 – 24 febbraio 2010 Teatro Kismet Bari