Addio a Giancarlo Nanni,
il direttore artistico del Teatro Vascello e della Fabbrica dell’attore se n’è andato ieri (5 gennaio 2010). Ci ha lasciato a 69 anni con “molto amore per la vita”. Oggi (6 gennaio) presso il Teatro Vascello dalle ore 11 è allestita la camera ardente, i funerali si terranno nella Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo a Roma, giovedì 7 gennaio alle ore 14,30.
Tornare per un attimo al percorso di Giancarlo Nanni è doveroso, anche se chi vi scrive non l’ha mai conosciuto di persona. Rispolverare per un vecchio album di fotografie di quei lontani anni ’70, per la mia generazione distanti nel tempo, ma vicini per sentimento, è fondamentale. Dal punto di vista storico parliamo di una sorta di seconda ondata, dopo quella strabordante del periodo di Bene: Nanni e la Kustermann fondano il Teatro La Fede, primo spazio del movimento SPACE RE(v)ACTION. In quel teatro di via Portuense iniziano a passare artisti internazionali come John Cage e il Living Theatre e, soprattutto, si affermano registi come Vasilicò, Pippo di Marca, Memè Perlini e Valentino Orfeo, la cosiddetta “scuola romana” era pronta.
L’esperienza del Teatro Vascello arriva nel 1990, dopo anni di tournée anche all’estero nelle quali la compagnia arriva a gettare un ponte proprio con coloro che a quella rivoluzione artistica diedero inizio, Nanni approda in America, all’Università della California e al Caffè La Mama di New York con lavori storici come Franziska, A come Alice e Risveglio di primavera.
In quel folgorante inizio del Teatro Vascello era già chiara la lungimirante visione organizzativa dei suoi direttori, Nanni e Kustermann inaugurarono la stagione con uno spettacolo che poi rimase nella storia, Qui non ci torno più, una delle ultime creazioni di Tadeusz Kantor. Da quel momento gli artisti italiani e internazionali che hanno calcato il palco di via Carini sono tanti: da Moni Ovadia a Barberio Corsetti, e poi Teatro Valdoca, Marcido Marcidoris e Famosa Mimosa, la Socìetas Raffaello Sanzio, Pippo Delbono, Bob Wilson e Peter Brook.
Negli ultimi anni, nonostante i sempre urgenti problemi finanziari e il fantasma della chiusura, il Vascello di Giancarlo Nanni era sempre più aperto ai nuovi artisti, alle esperienze più innovative e, soprattutto, è diventato un luogo di “nuova cultura” dove il teatro presta i suoi spazi alla filosofia, alle arti visive (comprese quelle del video, e le installazioni) e poi i numerosi momenti dedicati alla danza con la collaborazione nell’ultimo Romaeuropa Festival, e allora ci immaginiamo la figura di colui che tutto questo ha contribuito a far nascere e crescere, ci immaginiamo Giancarlo Nanni che, magari nelle vesti di un solitario spettatore, si immerge negli spazi del suo teatro aggirandosi tra un’esposizione, un reading e uno spettacolo.
Andrea Pocosgnich
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