E se un uomo come tanti, disperato nella propria incapacità di accettare un mondo diventato troppo qualunquista, nella sua evidente alterità rispetto alla società che lo circonda, partisse dalla sua città, Napoli, problematica e affascinante per natura, e andasse nel cuore dell’impero a farsi esplodere?
E’ questa la domanda che tenta di porsi l’attore e autore beneventano Arcangelo Iannace in scena fino all’11 ottobre presso il Teatro Argot di Roma. Iannace, in un’intervista rilasciata a Radio Città Futura, spiega come questo spettacolo sia nato da un corto presente all’interno di Dignità autonome di prostituzione lavoro teatrale di Luciano Melchionna, dove le prostitute attrici contrattavano con i clienti-spettatori la propria arte.
“Ci vuole un motivo più grande per morire, ma ci vuole un motivo più grande anche per campare”, così Iannace definisce il sentimento che Rosario, il suo protagonista, sente nel momento in cui compie una scelta radicale: morire per amore della vita. L’esplosione per Iannace è “la metafora di un uomo che vuole esprimere”.
Dal comunicato stampa:
Andare a morire per sentirsi vivo. È questa la condizione di un uomo pronto per il suo ultimo viaggio. Un uomo qualunque che non è mai riuscito a dare un senso alla sua vita e che è alla disperata ricerca di ”…un motivo più grande…”. Un uomo disperato che fugge da un mondo bigotto dove “…c’è troppa approssimazione..troppo qualunquismo…”
Un uomo solo che traccia le tappe della sua vita attraverso un percorso dritto alla morte.
È questa la tragicomica esistenza di Rosario, il piccolo kamikaze napoletano che pensa di aver trovato finalmente la sua salvezza nel martirio, forse.
in scena
dal 29 settembre all’11 ottobre 2009
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