Lucia Calamaro era già stata in cartellone al Teatro India con questo suo spettacolo l’anno scorso, andò in scena a dicembre, questa rivista neanche esisteva, era ancora nella testa di chi vi scrive. In quella serata fredda e piovosa lo spettacolo della Calamaro fu una sorpresa, una vertigine.
Dopo il debutto nella stagione passata (nel progetto Oggi verso domani), quest’anno Autobiografia della vergogna (Magick) torna all’India dal 10 al 15 novembre. Nel titolo troviamo già gran parte della sinossi dello spettacolo, certo parliamo di un autobiografia, ma non delle più pure. La Calamaro racconta la propria storia facendoci entrare nei meandri di una memoria distorta.
Ecco parte della recensione che scrissi dopo il debutto:
In scena troviamo il padre di Lucia, interpretato da un’attrice, quasi fosse un’altra proiezione dello stesso io della regista, ma la memoria con i suoi scherzi ci mostra solo alcune sue caratteristiche, quelle più peculiari, distorte. Un po’ come lo ricorderebbe un bambino, ci viene mostrato come una marionetta, nei suoi movimenti caratteristici. E’ un padre buffone, che fa ginnastica nudo in casa. E’ il padre che millanta una falsa laura in medicina, giudica i libri senza averli letti e cita Sartre e la nonna allo stesso modo. Poi c’è la madre e la malattia che la consuma all’inizio dei suoi 50 anni. C’è anche George in scena, una specie di mago conosciuto dall’autrice in Francia durante gli studi. In fine ci sono i ricordi della Lucia bambina costretta a dieci anni a confrontarsi con tutto questo.
Con il suo teatro la Calamaro rende partecipe il pubblico della propria vergogna, la manifesta senza pudori, con ironia, asciugandola da banali patetismi. Lo fa attraverso un rigoroso lavoro sulla recitazione, scavando nel linguggio dei pensieri e cercando la musicalità del flusso di coscienza, ideando insomma una precisa struttura registica. Sfruttando la grande profondità della sala del Teatro India le attrici (Benedetta Cesqui e Monika Mariotti) con i loro personaggi sono costrette nella propria solitudine a muoversi all’interno di geometrici spazi di luce.
Nella stanza della memoria ognuno ha il proprio cantuccio, il pubblico ascolta la confessione non sapendo che lì sulla scena, tra i personaggi, si nasconde proprio l’autrice che ogni sera rivive la sua personale vergogna. Articolo completo su: http://guide.supereva.it/teatro_contemporaneo/interventi/2008/12/autobiografia-della-vergogna-magik
Andrea Pocosgnich
redazione@teatroecritica.net
Leggi la recensione di Simone Nebbia su Autobiografia della vergogna
in scena
dal 10 al 15 novembre 2009
Teatro India [Vai alla stagione 2009/2010 del Teatro India]
Roma