Festival, rassegne, concorsi, siamo nel fulcro di quelle due settimane che Roma e dintorni stanno dedicando al teatro di ricerca.
A Frascati, presso lo Spazio Zip, si sta svolgendo Frammenti teatro, una rassegna che giunta alla seconda edizione ha tra i suoi obiettivi quello di scovare massimo tre compagnie da inserire in un progetto di residenza creativa.
Nella serata del 17 settembre, oltre allo spettacolo in concorso, Camera a Due, il festival ha ospitato Lùisa, monologo interpretato da Luisa Merloni per la regia di Manuela Cherubini, Psicopompo Teatro per intenderci.
La Cherubini, abituata a percorrere le strade degli autori ispanici (Premio Ubu con Hamelin di J. Mayorga e curatrice con Davide carnevali della sezione Nueva Hispanidad del Patalogo 2008), si confronta con Lùisa di Daniel Veronese, è il racconto di una storia d’amore finita male. Eppure non è stata la tematica a rapire gli spettatori che occupavano la platea dello Spazio Zip, ma la forma stessa del racconto unita all’ingenuità della protagonista. Lùisa per tutto il monologo si rivolge alla madre morta dandole del “voi” (segno di rispetto, devozione e sentimento nei paesi latini e a ragione mantenuto nella versione italiana), un “voi” che ben presto contribuisce a coinvolgere lo spettatore.
La regia della Cherubini è accurata quanto la sua traduzione, ma allo stesso tempo è praticamente invisibile, concentra tutto il lavoro sull’ ironica ed efficace Luisa Merloni. La fa recitare prima seduta e poi in piedi, ma sempre immobile, quasi sempre con le mani in tasca. E’ un’immobilità piena di tensione che, grazie alla vocalità della Merloni, fatta di paradossali pianti, ironici singhiozzi, repentini cambi di ritmo e di toni, trasmette al meglio il testo di Veronese
Questo era però lo spettacolo di chiusura, la serata era cominciata con Camera a Due, uno studio di e con Francesco Laterza e Serena Noto. I due giovani, che hanno dalla loro parte l’anagrafica, 25 anni l’uno e 22 l’altra, portano sul palco dello Spazio Zip un’idea ancora troppo acerba e ingenua. Scenicamente troviamo un corpo in canottiera e mutande, è quello di La Terza, sempre in scena, si muove su un tappeto di frammenti di carta, musiche accattivanti e testi poetici di stampo tardoadolescienziale fanno il resto.
lo studio diventa interessante quando anche la “voce off” (Serena Noto) entra in scena, si crea uno spunto un rapporto tra i due corpi, Laterza si infila il vestito lungo della ragazza, si intravede uno spiraglio drammaturgico c’è forse un accenno ai rapporti con il proprio sesso, ma la scrittura scenica sembra imprigionata, ritorna alla coreografia iniziale incapace di andare aldilà di una partitura visiva e testuale fin troppo prevedibile.
visti il 17 luglio 2009
Spazio Zip
Frammenti teatro 2009 – Frascati (Rm)
Andrea Pocosgnich
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