di e con Saverio La Ruina
produzione Scena Verticale
Lo spettacolo mette a fuoco le storie di due donne che affrontano l’aborto clandestino: il calvario in un sud arretrato e opprimente della più anziana; la via crucis in un sud a noi più vicino della più giovane, per tanti versi simile a quella di una qualsiasi sedicenne di oggi nonostante le garanzie espresse dalla legge.
Storie necessarie non solo perché appare ormai offuscata la memoria del passato, quando di clandestinità spesso le donne morivano o restavano per sempre gravemente danneggiate, ma anche per il diffondersi esponenziale degli aborti clandestini fra le donne immigrate.
La messinscena vuole evitare le ideologie. Si attiene ai fatti nudi e crudi. Ricorre a una scrittura amaramente ironica, realistica e visionaria al tempo stesso, come è proprio dei racconti, anche drammatici, di certe donne del sud. Per divenire infine asciutta e concreta nel sofferto racconto di una giovane non ancora maggiorenne.