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Edipo Re

edipo-re-calendaEdipo Re
di Sofocle
regia Antonio Calenda
traduzione Raul Montanari
con Franco Branciaroli, Giancarlo Cortesi, Alfonso Veneroso, Emanuele Fortunati
e con (in ordine alfabetico) Livio Bisignano, Tino Calabrò, Angelo Campolo, Filippo De Toro, Luca Fiorino, Daniele Gonciaruk, Oreste De Pasquale, Gianfranco Quero
scene Pier Paolo Bisleri
costumi Stefano Nicolao
musiche Germano Mazzochetti
luci Gigi Saccomandi
coproduzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro de Gli Incamminati e Teatro di Messina

“Un percorso nella coscienza, dal buio verso la chiarezza, individuale e collettivo”. Così intende la parabola dell’Edipo sofocleo il regista Antonio Calenda, di nuovo al fianco di Franco Branciaroli, dopo il successo di Vita di Galileo.

L’Oracolo di Delfi suggerisce a Edipo, per salvare Tebe da un’orribile pestilenza, di scoprire chi abbia ucciso il re Laio. Da qui, un folgorante flash back che rivelerà a Edipo di essere l’assassino del genitore e lo sposo della propria madre.

“Edipo – spiega Branciaroli – è l’eroe tragico che non sa chi è. La conoscenza di sé avviene attraverso il dolore. Appena lui conosce diventa cieco: la cecità, come il dolore, nella cultura greca è strettamente legata alla conoscenza”.

Nella messa in scena di Calenda diventa protagonista la dimensione dell’incubo che Edipo attraversa per raggiungere la conoscenza, proprio come una ricerca psicoanalitica nel passato.

Nell’interpretazione di Branciaroli si raccolgono gli altri personaggi della tragedia, a dimostrare che in lui si convoglianotutti i frutti e leradici della colpa. Lo affianca un coro tutto maschile a fare da eco e moderno commento, come voleva la consuetudine teatrale antica.

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