L’autunno teatrale romano si muove ogni anno secondo un andamento a ondate: settimane scarne e desertiche in cui non più di qualche serata periferica stimola a partecipare, si alternano ad altre invece più dense di una carica spettacolare da fare invidia ai palcoscenici più importanti d’Europa. Roma è dunque ogni volta la sua storia, il suo presente disabitato, capitale e provincia dell’impero. Quando lo scorso anno al Teatro Argentina fummo colti dal desiderio di vedere Circus Klezmer, accadde per una volontà di indagare le potenzialità del grande spettacolo magico in uno spazio del Teatro Stabile che stava da un po’ di tempo provando a divincolarsi dalla sua immagine statica. Quest’anno invece la compagnia Aire Aire, spagnoli di Barcellona, prenota per tre giorni il Teatro Vascello, da domenica 3 fino a martedì 5 novembre (e poi dal 7 al 10 al Teatro della Tosse di Genova), ancora una volta in una settimana intensa di questa rassegna di grandi eventi teatrali che è Le vie dei festival, edizione 2013.
In questa città di ristrettezze di spazi e opportunità, violata la dignità dell’arte dalla richiesta del dazio per potersi esibire in teatri che si tende per convenzione a chiamare tali, ma non lo sono che per le mura, capita molto di rado di poter assistere a uno spettacolo che assembli in un’unica soluzione acrobati ed equilibristi, poetiche cadenze senza tempo e magiche melodie musicali klezmer, affondate nell’umorismo della cultura yiddish.
Adrian Schvarzstein, artista ideatore di questa espressiva e insieme decadente creazione, ha immaginato un villaggio ebraico dell’est Europa in cui già da principio la musica si espande per l’aria e instilla all’ascolto i caratteri di una civiltà affascinante, sempre tesa verso il tramonto: decadente, mai caduta. Nel villaggio si muoveranno una serie di personaggi che attraverso la clownerie e la composizione visuale sapranno innescare quell’incanto che in molto teatro si tende a tralasciare, vinti più dalla volontà di rappresentare sé stessi che in contrario dare stimoli perché ciò che accada sia esclusivamente nel “qui e ora” di una sala teatrale, che contiene il mondo e contemporaneamente riesce nel grande sforzo di escluderlo, nella vita di fuori, dove l’incanto ha tutt’altre regole e rischi.
Nel grande impianto visivo dunque si gioca la partita di Circus Klezmer, l’attrazione circense accoglie in uno spazio teatrale affinché si possa compiere il passaggio di stato e il circo, molte volte immaginato come pure intrattenimento giocoso, si trasformi in un lascito materiale per una volta oltre i confini della rappresentazione pura. Nei colori di Chagall, nei voli degli acrobati, nelle tinte prosperose di un’esplosione visiva, tra i respiri mozzati di un sussurro all’impossibile, nelle immagini rubate ai tanti villaggi che dagli anni ’90 abbiamo di fronte agli occhi e ci ricordano che noi, tutti, siamo popolani del mondo, l’espressività si mescola alla malinconia, la musica di matrimoni e funerali cela in sé il suo contrasto e lo porta, con piena coscienza di esistere in quel momento esatto di fronte a noi, negli occhi di chi saprà guardarlo. E trovarci sé stesso.
Simone Nebbia
domenica 3, lunedì 4, martedì 5 novembre 2013
ore 21
Teatro Vascello – Le vie dei Festival
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CIRCUS KLEZMER
idea originale e regia Adriàn Schvarzstein
drammaturgia Irma Borges
con Eva Szwarcer, Emiliano Sanchez, Cristina Solé,
Joan Català, Adriàn Schvarzstein
musicisti Petra Rochau fisarmonica,
Rebecca Macauley violino,
Nigel Haywood clarinetto,
Quile Estevez percussioni e suono
luci Charly Aparicio
produzione Aire Aire (Barcellona)