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Untitled_: seconda tappa di una sfida per Alessandro Sciarroni

uno scatto del debutto ad Ancona, Teatro Studio alla Mole, foto ufficio stampa
uno scatto del debutto ad Ancona, Teatro Studio alla Mole, foto ufficio stampa

L’utilizzo di attività quotidiane o provenienti da altri – e precisi – sistemi sociali e artistici, è stata una costante di numerose ricerche nelle performing arts del secondo Novecento, un nodo centrale per Happening e Performance Art in genere. Tra i tentativi italiani recenti ricordiamo le esperienze del gruppo nanou (Sport) e di Pathosformel (An afternoon love): entrambi gli ensemble – seppur con nette differenze – hanno trovato nello sport una serie di prassi e attività da trasportare in ambito teatrale senza aggiungere connotati narrativi se non l’uso di musiche e suoni.

È il caso anche dell’ultima performance ideata da Alessandro Sciarroni, untitled_I will be there when you die, prodotta dallo Stabile delle Marche (a cui si aggiunge il sostegno di circuiti e festival nazionali e internazionali), in debutto ad Ancona il 17 luglio scorso prima di replicare a Santarcangelo dei Teatri, a Drodesera e, in autunno, a Roameuropa Festival. Il lavoro è il secondo capitolo di un progetto più ampio (leggi la conversazione) Will you still love me tomorrow?, di cui fa parte il precedente Folk-s e il prossimo S.P.O.R.T., che intende interrogarsi su concetti quali sforzo, resistenza e costanza; insomma quegli elementi che regolano le principali azioni umane e che emergono come postulati essenziali quando un’attività si basa sulla ripetizione estenuante.

momenti di prova di UNTITLED di Alessandro Sciarroni
un momento delle prove. Foto ufficio stampa

In questo secondo capitolo Sciarroni si appropria di una precisa forma di arte e abilità, quella del juggling con le clave, la ripulisce da qualsiasi orpello circense (come le musiche e i gesti roboanti che sottolineerebbero i passaggi più complessi), la porta via dai tendoni e dai contesti di strada per inserirla in uno spazio teatrale classico: scatola scenica e visione frontale. Al sottotitolo l’artista marchigiano affida le uniche parole narrative dello spettacolo: I will be there when you die, che liricamente ci trasportano proprio in quel tempo, lontanissimo, nel quale tutto sarà finito, gesti e suoni cesseranno per lasciare, forse, qualcosa di umano. Perché al di là delle componenti linguistiche ed estetiche che inducono a idealizzare il teatro come luogo fisico e mentale unico proprio per la capacità di accogliere qualsiasi processo, oltre i virtuosismi dei giocolieri protagonisti, ciò che rimane è proprio il loro sguardo: impassibile in alcuni, divertito in altri, immerso nel lavoro, triste quando l’errore (voluto o casuale che sia) li sorprende.

Al pubblico viene chiesto un processo di ascolto e partecipazione profondamente soggettivo e personale: si respira insieme ai performer, ci si annoia per poi essere, un attimo dopo, sorpresi, ci si lascia ipnotizzare dalla ritmica ossessiva – esaltata dal pavimento microfonato – , dal tappeto sonoro. In un impianto visivo inteso come involucro leggero, in cui il bianco della scena è scalfito solo dai tenui pastelli dei corpi, il tempo della performance è scandito dal susseguirsi degli esercizi. Dai più semplici ai più elaborati, da quelli eseguiti singolarmente e sul posto fino a lanci in movimento e azioni collettive: articolazione di volumi spaziali che si comprimono e rigonfiano mentre l’aria si riempie dell’incessante danza delle bianche clave.

Andrea Pocosgnich

Leggi altri articoli su Alessandro Sciarroni

UNTITLED_I will be there when you die

di Alessandro Sciarroni
con Lorenzo Crivellari, Edoardo Demontis, Victor Garmendia Torija, Pietro Selva Bonino
musica originale, casting, training Pablo Esbert Lilienfeld
consulenza drammaturgica Peggy Olislaegers, Antonio Rinaldi
osservazione dei processi creativiMatteo Ramponi
cura del progetto Lisa Gilardino
direttore di produzione Marta Morico
organizzazione Luana Milani
organizzazione casting Benedetta Morico
ufficio stampa Beatrice Giongo

produzione Teatro Stabile delle Marche – Corpoceleste_C.C.00#
coproduzione Comune di Bassano del Grappa / Centro per la Scena Contemporanea – Biennale de la danse / Maison de la Danse de Lyon – AMAT – Mercat de les Flors/Graner, Barcelona – Dance Ireland, Dublin
realizzato nell’ambito del progetto europeo Modul Dance
e promosso dall’ European Dancehouse Network
con il sostegno del Programma Cultura 2007-13 dell’Unione Europea
con il sostegno di Centrale Fies, Santarcangelo dei Teatri •12 •13 •14 Festival Internazionale del Teatro in Piazza

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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