Il sopraggiungere di temperature più miti e clementi insieme alle prime folate d’aria primaverile segnano i passi iniziali della bella stagione, la quale ormai di prassi riempie il calendario degli appuntamenti teatrali di festival e rassegne in più parti d’Italia. Il mese delle rose vedrà Torino abitata da una manifestazione nuova e che lascia, a giudicare dalle intenzioni propositive, ottime speranze su più fronti. Il Torino Fringe Festival, nato sulla falsa riga del Fringe Festival di Edimburgo, dispiegherà a pieno le ali della sua prima parabola dal 3 al 13 maggio, diramando i suoi campi d’azione in diversi punti della città, componendo inoltre la sua mappa di sviluppo di una serie di eventi-satellite tra approfondimento e pura ricerca dell’incontro o del divertimento comunitario.
Il progetto nasce già la scorsa estate quando via web i suoi ideatori richiamano l’attenzione di gestori o ensamble differenti e stabiliscono per la fine di ottobre il termine della richiesta di partecipazione; le adesioni si protraggono invece fino a parecchi giorni dopo, riscuotendo così una risposta con ogni probabilità inaspettata. Da quel momento e sino all’incipit propriamente detto, che di qui a pochissimo ne segnerà il primo vagito, diversi momenti hanno cooperato nella ricerca di fondi, senza tralasciare le necessità e i tentativi di avvicinamento e di motivazione conoscitiva. Una struttura che perciò si roda e prende corpo nel tempo tramite le presentazioni aperte degli Open-day, l’ideazione e pubblicazione della Torino Fringe Review e la serie di feste a tema di Before-Tofringe che fungono da modello per alcune delle tappe inserite nel cartellone.
Gli spettacoli verranno proposti per l’intera durata dell’iniziativa in sette spazi animati dai lavori di una cinquantina di compagnie nazionali ed europee, reclutate con l’intento di creare un luogo di ritrovo, di commistione, di scambio tra giovani artisti, apparato produttivo, addetti ai lavori e spettatori. Accanto ai luoghi, le arterie dell’ambiente urbano diventeranno occasioni di invasione gentile, chance di epifanie involontarie: le performance del Tofringe Tostreet, sezione dedicata agli spettacoli di strada, vogliono infatti incrociare come per caso «Anche quelli che il Tofringe non l’hanno nemmeno sentito nominare. Anche quelli che proprio non ci volevano venire» e tentare di catturarli fra danza, clownerie, giocoleria, musica dal vivo, acrobazie, rappresentazione. Ci saranno poi gli Aterfringe, tre feste ad ingresso gratuito che il 4, 10 ed 11 maggio cifreranno il finire delle programmazioni allo scopo di unire partecipanti e non, appassionati, disinteressati, spettatori professionisti e fautori in un clima di ritrovo che interessi, nell’interazione di diversi linguaggi, una più ampia fetta della città. Si troveranno pure da riempir le mattinate con le due colazioni dell’ Industrybreak, pensate il 5 e il 12 maggio come opportunità ulteriori di generare scambio e interesse per gruppi, specialisti e operatori. E poi ancora le quattro Agorà (4, 7, 10 e 13 maggio) che intendono presentarsi come tavole di riflessione utili a sviscerare alcuni aspetti in riferimento al tema della scrittura, della produzione e dell’esperienza scozzese cui gli organizzatori si sono ispirati per l’ edizione piemontese. L’ultima di queste occasioni sarà dedicata ad una sorta di metabolizzazione immediata da mettere a punto per via condivisa, con l’esposizione delle esperienze di fruizione e i percorsi da cui trarre spunti di idee per l’anno avvenire e gli eventuali aspetti da redimere.
Torino da tempo ormai si conferma uno dei centri pulsanti e forse più vitali dell’innovazione intellettuale. Gli si apra dunque un sipario fresco e attuale che scandagli il tentativo di liberar lo sguardo verso un teatro che sia pure pensiero prospettico, comunità e contagio.
Marianna Masselli
Info su www.tofringe.it