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Biennale 2013 – Venezia alle quattro stagioni dell’arte

Venezia
Venezia – Panorama

Da trecento anni esatti la città di Venezia risuona dei concerti per violino di Antonio Vivaldi, composti all’inizio del secolo Settecento e più noti come Le quattro stagioni. Oggi che riprende corpo il progetto artistico della Biennale di Venezia per il biennio che lega 2013 e 2015 – presentato in conferenza stampa all’ex Chiesa di Santa Marta di Roma alla presenza del Presidente Paolo Baratta e dei tre direttori – a giudicare dal programma si sente risuonare ancora quella vitalità espressiva fra i calli e i campielli, fino alle grandi aperture verso il mare aperto. Da maggio a ottobre saranno danza, teatro e musica ad abitare la città in cui più difficile è l’abitare, città inadatta all’appartenenza che forse – proprio per questo – all’arte ha piena vocazione.

L’inizio – la Primavera – sarà quella della Biennale Danza. Il nuovo e recentissimo direttore Virgilio Sieni ha voluto accanto a sé una schiera di danzatori contemporanei che in questi anni si sono imposti a livello nazionale e internazionale, da Michele Di Stefano (Mk) ad Alessandro Sciarroni, da Simona Bertozzi a Cristina Rizzo, fino ad Arkadi Zaides, Ambra Senatore e tanti altri, facendo in modo che il loro operato fosse implicitamente cardine all’apertura – guarda un po’ – delle danze: già perché dalla fine di maggio prenderanno il via i laboratori di Biennale College, con giovani danzatori e coreografi selezionati tramite bando, per tradurre l’idea che presiede da tempo alla creatività di Sieni e che ha definito i caratteri dell’Accademia sull’arte del gesto, quell’idea di danza come cura del movimento, plasticità elementare e capace di conservare l’intenzione dalle scalfiture della sovrastruttura intellettuale. Poi alla fine di giugno (28-30), ci sarà la presentazione dei lavori in giornate piene di spettacoli che dal mattino alla sera animeranno di 26 coreografie inedite i luoghi di San Marco e dell’Arsenale, presentando le creazioni con danzatori adulti e bambini nate attraverso 7 pratiche (Prima Danza, Invenzioni, Agorà, Trasmissioni, Vita Nova, Visitazioni, Atleta donna) che rispondono al titolo di questa edizione con particolare efficacia di rimando: Abitare il mondo, abitando l’uomo e ogni luogo del suo mondo.

Venezia
Venezia – Calli

L’estate si andrebbe anche al mare, ma a Venezia per prendere il sole in pace (salvo il Lido) ci si spinge fino a Jesolo o più lontano ancora, allora meglio restare e dall’1 all’11 agosto farsi il bagno nella Biennale Teatro. Il confermato direttore Àlex Rigola, per trattenere tutti lontani dalle località balneari, quest’anno ce l’ha proprio messa tutta e ha composto un programma davvero intrigante: Romeo Castellucci e Angélica Liddell (rispettivamente Leone d’Oro e Leone d’Argento di questa edizione), ma con loro ci saranno il teatrista argentino Claudio Tolcachir, Declan Donnellan, Jan Lauwers, Anna Viebrock, Thomas Ostermeier, Guy Cassiers, David Espinosa, Peeping Tom, Motus e tanti, tanti altri ad animare la prima decade di agosto con spettacoli e workshop (tra i quali quelli di drammaturgia di Wajdi Mouawad e Fausto Paravidino) nati, la maggior parte, in relazione al grande progetto della Biennale College. Al centro di questa edizione si annota un forte connotato di ricerca sul classico, con molti spettacoli declinati tra i personaggi dei testi shakespeariani, ma forte è soprattutto l’intenzione di far deflagrare creatività sommerse tenendo a contatto grandi maestri e giovani di sicura prospettiva. E, non ultimo, tutto questo sarà raccontato da un laboratorio ulteriore, quello tenuto da Andrea Porcheddu che darà vita alla redazione del quotidiano La Tempesta.

A ottobre Venezia sviluppa un’umidità tangibile, viscosa, una sorta di nebbiolina che dell’autunno svela il clima e i sentimenti. Cosa meglio che far vibrare le sonorità della Biennale Musica allora, diretta e immaginata da Ivan Fedele, al secondo mandato, con 33 concerti e ben 81 compositori (più della metà trentenni!) ad esibirsi dal 4 al 13 ottobre. «Facciamo parlare i giovani, invece di parlare di loro», questo il motto del direttore che l’ha reso concreto investendo nelle nuove generazioni perché potessero iniziare un percorso di esperienza internazionale altrimenti impossibile; l’ha fatto per compositori ed interpreti, ma anche scrittori di spettacoli musicali, promuovendone la spinta alla creazione sotto due numi tutelari: Luciano Berio e Karlheinz Stockhausen (a quest’ultimo sarà dedicata un’apertura spettacolare con Helicopter String Quartet di Arditti Quartet). Altra voce, altro spazio, è il titolo di questa edizione che lo prende in prestito proprio dal grande compositore ligure a dieci anni dalla scomparsa e che consegna il Leone d’Oro all’artista “irresponsabile” (così fu definita dai suoi oppositori politici in URSS) Sofija Gubajdulina: c’è sempre voce a far risuonare uno spazio, anche quando questo sembra annegare nel silenzio non serve che un fruscio, un accenno appena, perché tutto ritorni a circolare vitalità. Ecco perché di queste quattro stagioni vivaldiane manca quella che mai vorremmo, quella che la Biennale contrasta con tutta l’eversione degli altri luoghi della danza, le altre voci della musica, l’altra faccia dei classici teatrali: l’inverno, freddo e triste, che l’arte – si spera – non vivrà mai.

Simone Nebbia

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