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Aldo Morto 54. Due mesi intorno al sequestro Moro

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Ogni progetto ha bisogno di una casa, più folle e utopistico è l’obiettivo e più ricettivo deve essere lo spazio che lo accoglie: la capacità di guardare oltre gli ostacoli e oltre l’attuale momento di stagnazione economica e culturale deve essere prerogativa non solo di intellettuali e artisti, ma anche (o forse soprattutto) di chi con gli artisti condivide il tempo nel quale la creazione deve formalizzarsi nel momento pubblico. E qui ci tocca ribadirlo ancora, nella nostra bella Roma è ormai più facile trovare un nuovo Papa che un impresario teatrale degno di questo nome. Impresario, che parola vecchia, certo e anche inadatta, ma che sia una società, una fondazione o un Teatro Stabile, il soggetto mancante è sempre lo stesso: la produzione. Hanno tentato con puntualità Sergio Lo Gatto e Graziano Graziani di fotografare proprio questa tendenza nell’ultimo decennio del teatro d’arte romano in un libro voluto dalla Provincia di Roma intitolato La scena contemporanea a Roma. Strategie di produzione e supporto nel teatro e nella danza e a cui la nostra redazione ha contribuito. Ma esiste un territorio di confronto e come spesso è accaduto nei territori più sperimentali del teatro romano alcune voci sono destinate a incontrarsi, nonostante gli onnipresenti problemi del sistema. Accadrà al Teatro Orologio, lo spazio gestito da un paio di anni dalla compagnia Ck Teatro, equipe capitanata da Fabio Morgan che sta dimostrando apertura e voglia di rischiare. Forse proprio le due caratteristiche principali di cui aveva bisogno il progetto di Daniele Timpano: Aldo Morto 54, prodotto dal Teatro Orologio in collaborazione con la Fondazione Romaeuropa.

Spettacoli, performance, incontri, dibattiti animeranno per quasi due mesi i sotterranei di Via de Filippini con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione da una parte sull’immaginario relativo alla tragedia del Presidente della Democrazia Cristiana catturato e giustiziato dalle Br trentacinque anni fa e dall’altra alla percezione di quell’immaginario da parte non solo di chi ha vissuto i tragici momenti, ma anzi soprattutto con un particolare ascolto verso chi non c’era. Questo filtro è stato messo in evidenza da Timpano durante la conferenza stampa di presentazione: il punto di vista è quello di un trentacinquenne che ha iniziato a conoscere l’uomo e la vicenda avvicinandosi all’età adulta. Questo approccio è d’altronde anche il cuore dello spettacolo. aldo morto 54  orologioPer chi non lo sapesse la questione Aldo Morto per l’artista romano è stata prima un spettacolo di successo, Aldo Morto Tragedia (che verrà replicato tutte le sere fino al 8 maggio) e poi un progetto di auto-detenzione. Timpano catturato, detenuto 24 ore al giorno (idealmente si intende), osservato in streaming con tanto di possibilità di visita durante le ore d’aria, momenti in cui chi vorrà potrà testimoniare la propria esperienza rispetto all’assassinio Moro. Per un totale di 54 giorni non 55, lasciando così fuori dall’esperienza proprio il giorno della morte. Dal testo dello spettacolo: «Desolato, io non c’ero quando è morto Moro. Aldo è morto senza il mio conforto. Era il 9 maggio 1978. Non avevo ancora quattro anni. Quando moro è morto, non me ne sono accorto. Ma dov’ero io quel 9 maggio? E cosa facevo? A che pensavo? E soprattutto a voi che ve ne importa?».

Numerosi gli eventi correlati al progetto: durante lo streaming lo spettatore avrà la possibilità di spiare gli incontri del pubblico con Timpano, le sue letture delle Avventure di Pinocchio di Collodi, dei Quaderni dal carcere di Gramsci, dei comunicati delle Br. Flavio De Bernardinis animerà invece i lunedì cinematografici con un seminario intitolato Il cinema e le immagini degli anni Settanta. Musica, letteratura, saggistica saranno protagonisti grazie a incontri coordinati da Christian Raimo alla presenza di autori come Lorenzo Pavolini e Marco Baliani. A Graziano Graziani il compito di riannodare i fili di un teatro che peschi negli anni del riflusso con la maratona di letture Piombo su piombo/Come il teatro ha riletto gli anni ’70. Tra le partnership ci teniamo a segnalare quella delle colleghe del Tamburo di Kattrin, con la loro consueta rassegna stampa dal web terranno aggiornato il “detenuto”.

Andrea Pocosgnich

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info su: www.aldomorto54.it

Teatro dell’Orologio
16 marzo. 9 maggio
ALDO MORTO 54 / 54 giorni di reclusione
un progetto di Teatro dell’Orologio e Daniele Timpano
in collaborazione con Fondazione Romaeuropa
media partner Kataklisma, Tamburo di Kattrin, Grapevine Studio
social media partner fattiditeatro
ideazione e realizzazione della cella Alessandra Muschella
live-streaming Andrea Giansanti
ideazione e realizzazione video teaser Emiliano Martina, Grapevine Studio
progetto grafico Angelo Sindoni
ufficio stampa Donatella Maresca
promozione Bruna Benvegnù, Filippa Piazza
cordinamento sezione Incontri: Bruna Benvegnù, Marzia Pacella, Flavio De Bernardinis, Christian Raimo, Graziano Graziani, Stefano Betti, Dario Morgante
organizzazione Katia Caselli
drammaturgia della prigionia di Daniele Timpano
in collaborazione con Elvira Frosini

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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