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Lo spettacolo di Castellucci deve andare in scena. Un appello

Pubblichiamo e sottoscriviamo un appello di Massimo Marino, Attilio Scarpellini e Oliviero Ponte di Pino che invita a prendere una posizione decisa sul boicottaggio dell’imminente spettacolo di Romeo Castellucci al Teatro Franco Parenti di Milano. Via mail (redazione@teatroecritica.net) le vostre adesioni. TeC

I “se” e i “ma” su uno spettacolo o su un’opera d’arte sono materia del dibattito critico o delle sempre legittime reazioni del pubblico. Ma quando la censura preventiva prende il posto del dissenso e diviene intimidazione, non è più questione di questa o quella interpretazione, è la libertà stessa di interpretare che viene messa in pericolo. E’ quanto sta accadendo con lo spettacolo di Romeo Castellucci “Sul concetto di Volto nel figlio di Dio” in programmazione al Teatro Franco Parenti di Milano: un’orchestrata campagna di minacce e di anatemi lo ha preceduto nel tentativo, sfacciatamente dichiarato, di non farlo andare in scena. Di fronte allo sconfortante avanspettacolo dell’intolleranza che si traveste da diritto di critica e dell’intimidazione che si richiama alla libertà di parola, pensiamo di non potere e di non dovere restare indifferenti. Tanto meno indifferenti nel momento in cui l’offensiva integralista contro lo spettacolo ha rivelato la sua vera natura investendo la persona della direttrice del Franco Parenti André Ruth Shammah con le espressioni dell’antisemitismo più classico ed abietto. Non si tratta di scegliere tra chi dice di aver scritto il suo spettacolo come una preghiera e chi, senza averlo visto, lo accusa di essere blasfemo (due cose che in molte opere d’arte del novecento si sono spesso confuse senza che questo generasse guerre di religione). Si tratta semplicemente di garantire a Romeo Castellucci la prima ed essenziale libertà di ogni arte e di ogni artista: quella di essere compreso o frainteso con cognizione di causa, di essere giudicato secondo la sua opera e non secondo il pregiudizio di un manipolo di fondamentalisti che agita la fede in Cristo come una clava identitaria. Chiediamo ai cittadini, agli intellettuali, agli artisti e a chiunque consideri la libertà dell’espressione artistica un cardine irrinunciabile della nostra esistenza civile, di non lasciare Romeo Castellucci e la sua opera nel cerchio di solitudine che l’alleanza tra il fanatismo di pochi e la reticenza di molti rischia di creargli attorno. “Sul concetto di Volto nel figlio di Dio” deve andare in scena.

Massimo Marino (critico di teatro), Attilio Scarpellini (critico di teatro), Oliviero Ponte di Pino (critico di teatro)

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ENGLISH
Romeo Castellucci’s play must be staged: an appeal

The “ifs” and “buts” with regard to a performance or to an artwork are a topic for discussion among critics, or for the always legitimate reactions from the audience. But whenever preventive censorship replaces dissent and becomes intimidation, then it is no longer a matter of one interpretation or another: it is the freedom of interpretation itself which is being jeopardised. This is what has happened to Romeo Castellucci’s production “On the Concept of the Face, Regarding the Son of God”, programmed at the Teatro Franco Parenti in Milan: a carefully orchestrated campaign of threats and anathemas has preceded it, in the outspokenly brazen attempt to prevent it from being staged. Faced with the disheartening spectacle of intolerance masquerading as the right to criticise and of intimidation advocating freedom of speech, we cannot and should not remain indifferent. We certainly cannot remain indifferent considering that the fundamentalist offensive against the performance has shown its true colours with a personal attack against the theatre’s manager, Andrée Ruth Shammah, using expressions typical of the most traditional and abject anti-Semitism. The issue is not choosing between those who say that the play was written as a prayer and those who, without having seen it, accuse it of being blasphemous (two sides which, in many twentieth century artworks, often merged without this leading to confessional conflicts). It is simply a question of making sure that Romeo Castellucci is granted the primary and fundamental freedom which every art and every artist should enjoy: that of being understood or misunderstood with full knowledge of the facts, of being judged on the basis of his work and not of the prejudice of a handful of fundamentalists who brandish their faith in Christ as if it were an identity truncheon. We ask citizens, intellectuals, artists and all those who regard the freedom of artistic expression as an irreplaceable tenet of civil coexistence, not to abandon Romeo Castellucci and his work to the circle of solitude which the alliance between the fanaticism of a few people and the widespread reticence of many risks creating around him. “On the Concept of the Face, Regarding the Son of God” must be staged.

Massimo Marino (theatre critic), Attilio Scarpellini (theatre critic), Oliviero Ponte di Pino (theatre critic)

FRANÇAIS
La pièce de Castellucci doit être représentée. Un appel

Les « si » et les « mais » sur un spectacle ou sur une oeuvre d’art sont matière du débat critique ou des toujours légitimes réactions du public. Mais lorsque la censure préalable prend la place du désaccord et devient intimidation, ce n’est plus une question d’interprétation, c’est la liberté même d’interpréter qui est à risque. C’est ce qu’on arrive pour le spectacle de Romeo Castellucci « Sur le concept du Visage du fils de Dieu » en programmation au Théatre Franco Parenti de Milan. En fait, il a été précedé par une orchestrée campagne de menaces et d’anathèmes dans le but, effrontément déclaré, de ne pas le faire débuter. Face au décourageant spectacle de varieté de l’intolérance qui se déguise en droit de critique et de l’intimidation s’ appellant à la liberté de parole, nous pensons qu’on ne peut pas et on ne doit pas rester indifférents. Encore plus dans un moment dans lequel l’offensive intégriste contre le spectacle a révélé sa vraie nature en attaquant la personne du directeur du Franco Parenti André Ruth Shammah par les expressions de l’antisémitisme le plus classique et ignoble. Il ne s’agit pas de choisir entre celui qui dit d’avoir écrit sa pièce comme une prière et l’autre qui, sans l’avoir vue, l’accuse d’être blasphématoire (deux choses qui dans beaucoup d’oeuvres d’art du 1900 ont étées souvent confuses sans que ceci entrenait des guerres de religion). Il s’agit tout simplement de garantir à Romeo Castellucci la première et essentielle liberté de toute art et de chaque artiste : celle d’être compris ou mal compris avec cognition de cause, d’être jugé pour son oeuvre et non pas préjugé par un groupe de fondamentalistes agitant la foi en Jesus Christ comme une massue identitaire. Nous demandons aux citoyens, aux intellectuels, aux artistes et à tous ceux qui considèrent la liberté de l’expression artistique un pivot inaliénable de notre existence civile, de ne pas laisser Romeo Castellucci et son oeuvre dans le cercle de solitude où l’alliance entre le fanatisme de quelques’uns et la réticence d’un grand nombre de personnes risquent de l’entourer. “Sur le concept du Visage du fils de Dieu” doit être représenté.
Massimo Marino (critique de théatre), Attilio Scarpellini (critique de théatre), Oliviero Ponte di Pino (critique de théâtre).

Hanno aderirito:

Massimo Marino (critico di teatro), Attilio Scarpellini (critico di teatro), Oliviero Ponte di Pino (critico di teatro, direttore editoriale Garzanti), Graziano Graziani (critico di teatro), Sergio Lo Gatto (critico di teatro), Katia Ippaso (critica e scrittrice), Mariateresa Surianello (critica di teatro), Simone Nebbia (critico di teatro), Andrea Pocosgnich (critico di teatro), Matteo Antonaci (critico di teatro), Chiara Pirri (critico di teatro), Lorenzo Pavolini (scrittore), Giancarlo De Cataldo (scrittore), Yun-Cheol Kim, (President of International Association of Theatre Critics), Marco Belpoliti (scrittore e saggista), Mario Martone (regista, direttore del Teatro Stabile di Torino), Dimitris Tsatsoulis, (Professore associato, Dpt. di Studi Teatrali, Università di Patrasso, Grecia, Critico di teatro), Armando Punzo (regista teatrale), Liam Murphy (Arts and Theatre Critics), Carola Susani (scrittrice), Marco Martinelli (drammaturgo e regista), Ermanna Montanari (attrice), Andrea Nanni (direttore artistico Festival Inequilibrio-Armunia), Marco De Marinis (docente universitario, direttore del Centro la Soffitta di Bologna), Diana Damian (Performance Critic), Cristina Ventrucci (co-direttrice artistica Festival di Santarcangelo), Silvia Bottiroli (direttrice artistica Festival di Santarcangelo), Festival di SantarcangeloValentina Valentini (docente universitario), Daria Deflorian (attrice e regista), Alfredo Pirri (artista visivo), Walter Le Moli (regista teatrale), Pietro Valenti (Direttore Emilia Romagna Teatro), Antonio Tagliarini (performer e coreografo), Renato Quaglia (organizzatore teatrale), Giuseppe Liotta (presidente Associazione Nazionale Critici di Teatro), Jacopo Quadri (montatore cinematografico), Karl Svantesson (Dance and theatre critic), Nicola Viesti (critico di teatro), Roberto Giambrone (giornalista, critico di teatro e danza), Renzo Francabandera (critico di teatro e pittore), Rita Martins (PhD student on  Theatre Studies and member of the Portuguese Association of Theatre Critics), Christian Raimo (scrittore), Barbara Regondi, Sara Bertelà (attrice), Anna Carofiglio, Giacomo Strada, Elena di Palma, Debora Pietrobono (organizzatrice teatrale), Emma Dante (regista teatrale) e Compagnia Sud Costa Occidentale, Giordano Montecchi (musicologo) Andrea Porcheddu (critico teatrale), Sonia Bergamasco (attrice), Fabrizio Gifuni (attore), Francesca De Sanctis (giornalista e critica di teatro), Luca Archiburgi (scrittore e drammaturgo), Maddalena Giovannelli (critico di teatro), Silvia Costa (attirce), Openspace Teatro, Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani(direttori artistici Teatro dell’Elfo), Ana Pais, Phd candidate at the University of Lisbon, Simona Banchi (Direttore artistico Teatro Ambra alla Garbatella), Paolo di Stefano (giornalista), Roberto Canziani(critico di teatro, Università di Udine, Tamara Bartolini (attrice), Marco Cremonini, Monica Faggiani (Teatri Possibili), Corrado d’Elia (regista e attore – Teatri Possibili), Lorenzo Cherubini (Jovanotti), Filippo Vendemmiati (giornalista e regista), Renata Colorni ( direttrice editoriale de “i Meridiani” Mondadori), Giacomo Garaffoni(attore e regista), Altre Velocità (critici), Cira Santoro (Responsabile Teatro Comunale A. 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Leggi Castellucci a Milano – cronaca di un equivoco culturale

Prossime date per Sul concetto di volto nel figlio di Dio

17 e 18 Febbraio 2012
ERT, Teatro Testoni [cartellone] Casalecchio di Reno

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95 COMMENTS

  1. sottoscrivo in pieno. lo spettacolo deve andare in scena. ci mancherebbe altro.(raffaella russo-regista teatrale, genova)

  2. Sottoscrivo! Non possiamo assoggetarci al revisionismo da Santa Inquisizione della Chiesa Romana Cattolica! In tutta Europa lo spettacolo è stato visto non censurato, quindi vediamo di liberarci dal retaggio e di cominciare a vivere nel XXI secolo, per favore!

  3. Sottoscrivo. Per la libertà di espressione, contro il fanatismo, Romeo Castellucci DEVE andare in scena.
    Eleonora Romeo(produzione&diffusione teatrale/chroniques scène sur INFERNOla revue-Avignon)

  4. Un paese civile e laico non può nè deve sopportare l’ingerenza pretestuosa ed oscurantista della chiesa e dei suoi seguaci. Questo è quanto!

  5. Trasmetto la mia adesione al Vostro appello. Vorrei che non ci fosse nemmeno il bisogno di motivarla, tanto assurda appare la polemica. Auspichiamo, in un rigurgito di ottimismo, che serva almeno a risvegliare le menti “a riposo” e a invogliarle, almeno, a dibattere, non dico a scandalizzarsi, chè allora l’ottimismo sarebbe vera utopia.

  6. Impedire la messinscena di un qualsiasi spettacolo è segno di inciviltà, perché va a ledere lo spazio libero di democrazia che è il teatro, quando questo è portatore sano di pensiero. Evitiamo che ciò accada con un’azione solidale nei confronti dell’arte e a difesa del libero pensiero

  7. Lo spettacolo è splendido e commovente. L’ho visto a Londra e l’ho rivisto ad Avignone. Sarebbe davvero triste che venisse censurato proprio nella mia città.

  8. il chiodo fisso dei cattolici: l’inquisizione, vediamo di piantarglielo a fondo una buona volta ‘sto chiodo…

  9. Sottoscrivo. Ho visto questo spettacolo ad Avignone, e a Parigi mi sono imbattuta nei manifestanti, con cui ho parlato, che ovviamente non lo avevano nemmeno visto. Erano tronfi e, quel che fa più paura, accecati dalle loro idiologie (molto politicizzate). L’ignoranza in questo caso genera violenza, diciamo basta a questi estremismi arroganti e pericolosi. Libertà di espressione!!!!!!!!!!!!

  10. Che si viva in un rinnovato -e mai sopito- clima di “caccia alle streghe” era noto,e purtroppo tollerato, da troppo tempo e da parte dei soliti trasformisti di recidiva estrazione. Ricordate “I diavoli” del compianto Ken Russel?
    Ecco: ci stiamo ritornando -a quel nefasto universo-al gran galoppo. Tentiamo di salvarci almeno “l’anima” del libero gusto, del libero parere, dalla libera visone

  11. Sottoscrivo, firmo, aderisco. E’ indegno lo scempio che Vaticano e governanti senza memoria né anima continuano a fare della cultura. Questo spettacolo deve andare in scena!

  12. Sottoscrivo! E’ paradossale che uno dei registi più vicini al senso del Sacro, sia censurato da uomini di fede.

  13. Sono Armando de Ceccon,

    carla manzon
    Sottoscrivo! Non possiamo assoggetarci al revisionismo da Santa Inquisizione della Chiesa Romana Cattolica! In tutta Europa lo spettacolo è stato visto non censurato, quindi vediamo di liberarci dal retaggio e di cominciare a vivere nel XXI secolo, per favore!

    un uomo di teatro ,autore dello spettacolo”rifiuti umani”, che affronta l’analisi della contemporaneità nell’interrogazione di Dio . Non ho visto lo spettacolo di Castellucci, ma ho tutte le ragioni del mondo per difendere il diritto -dovere di testimoniare la serietà del suo lavoro .Di una proposta importante, che intende credo, riscralizzare la vita, il senso del teatro. Questo vale anche per me.

  14. A nome del mio gruppo, La nuova Complesso Camerata, rivolgiamo un appello perchè sia tolto ogni impedimento alla libertà d’espressione, contro ogni integralismi, e certi dell’assoluta religiosità non solo dello spettacolo, ma dell’intera visione artistica di Romeo Castellucci e di tutta la Societas Raffaello Sanzio. Bruno Venturi

  15. sosteniamo Romeo Castellucci.
    Fibre Parallele è contro il fondamentalismo religioso in favore di un’arte libera.

  16. Sottoscrivo in pieno la difesa a spada tratta della libertà d’espressione, la difesa del teatro portatore sano di pensiero, la difesa della possibilità di frequentare la cultura del dubbio nel rispetto di chi vive certezze e ha la fortuna del dono della fede… Difendere la crezione di Romeo Castellucci è difednere un pensiero critico, che usa la dialettica e il contraddittorio e non innalza barriere…

  17. Solo alcune righe di un libro per me memorabile e la sollecitazione a che si parli alfine degli splendidi manufatti di Romeo e della Societas tenendo a bada i narcisismi egomorfistici di ognuno:
    “The fact ist that the superlatives of Omnipotence and Omniscience are not true superlatives but merely loose ways of asserting very great power and very great knowledge. They express an emotion of reverence and not a metaphysically defensible statement. If God surpasseth the human intellect, and cannot be compassed by intellectual forms – and this is at least a defensible position – it is not intellectually honest to stultify the intellect itself by forcing God into intellectual forms which should have a very definite intellectual meaning” Norbert Wiener, God & Golem Inc., M.I.T., 1964, pp. 8-9 (ibid., pp. 8-9).

  18. Seguo da molti anni il lavoro straordinario di Romeo Castellucci e della Raffaello Sanzio Societas. Come sempre faccio, molto prima di questa recente accensione di polemiche catto-integraliste, da settimane ho acquistato il biglietto per la prima dello spettacolo al Teatro Franco Parenti. Spero che nessuno m’impedisca di assistere alla rappresentazione, altrimenti se ne vedranno delle belle (tollerante e pacifista di natura, ma – in questo caso – à la guerre comme à la guerre)…

  19. Sottoscrivo. Arte libera in uno stato libero. Sono altri gli spettacoli che andrebbero censurati in Italia, a partire dalla politica arrivando alla TV passando per certi messaggi perniciosi che lancia la chiesa stessa.

  20. sottoscrivo. no agli oscurantisti, profeti dell’ignoranza al potere, pavidi manipolatori lanciatori di anatemi. purtoppo non ho visto lo spettacolo e spero tanto di riuscirci, ma ahimè, che tristezza ancora e ancora… dover battagliare sempre sul nulla, e fare il gioco di coloro che vogliono far bruciare le energie che potrebbero essere convogliate altrimenti nel fare, invece che nel difendere! che dio li fulmini!

  21. occorre conoscere la bellezza per comprendere la decadenza..la vecchiaia..il disfacimento dei corpi..la bestemmia contro la divinita’ dell’essere..cio’ che e’ blasfemo sono le guerre..la poverta’..i sopprusi di uomini contro i loro simili..le guerre di religione..a tutto questo si dedichi chi crede nella divinita’ dell’essere umano..a cominciare dalla chiesa..queste manifestazioni sono l’esempio di chi fa del proprio credo..unicamente un soppruso

  22. Sottoscrivo oltre che come cattolico democratico (e, constato, liberale) anche come assessore alla cultura di Besnate

  23. La censura. Abbiamo aggirato l’ostacolo presentando La Madre di Gor’kij in spettacolo privato ad inviti. Non c’é ancora – tocchiamo ferro – una censura teatrale. Ma a seguito di scandali ripetuti, é noto che il questore può imporre modifiche allo spettacolo, fino alla soppressione pura e sepmlice o alla chiusra del teatro. Purtroppo non abbiamo mai tenuto il cartellone abbastanza a lungo per provocare un simile intervento. Viva la libertà in ogni caso.

    La polizia. In quanto alla polizia, interviene sempre automaticamente a questo genere di spettacoli. Tutti lo sanno, anche i surrealisti di destra. Il giorno della conferenza di Ejzenstejn alla Sorbona, per esempio, c’erano, oltre al questore, un centinaio di poliziotti dislocati un po’ ovunque. Non c’é niente da fare. Bisogna prendersela col regime.

    Il sabotaggio sistematico. È generalmente opera di gente malevola o di cialtroni che con le loro provocazioni attirano sistematicamente su di sé, e di conseguenza sul pubblico e sullo spettacolo, l’attenzione della forza pubblica che, se no, se ne starebbe tranquillamente alla porta. Fatto il colpo, non resta altro a questi agenti provocatori che accusare il Teatro Alfred Jarry di essere d’accordo con la polizia, e il gioco è fatto. Prendono due piccioni con una fava. Impediscono lo spettacolo e gettano discredito sugli organizzatori.
    Se la manovra è potuta qualche volta riuscire, ora, per fortuna, il trucco è scoperto e non inganna più nessuno.

    Antonin Artaud, Il teatro e il suo doppio, Torino? 2010? pp. 28, 29

  24. Gli integralisti non sanno nè cosa fanno gli altri, nè cosa fanno essi stessi, ma non lo sanno in modo violento.

  25. Sottoscrivo in nome della libertà di parola, di pensiero, di satira e di espressione artistica dell’individuo come della collettività, intesa come valore identitario di un popolo democratico, consapevole e socialmente costruttivo.

    Attrice Centro Artistico Internazionale “Il Girasole” e Studentessa.

  26. Eccerto che lo spettacolo deve andare in scena!! tanto il Vaticano non fa paura, no? ha “solo” l’arma della preghiera…eppoi con tutti i crimini che ha commesso…ci mancherebbe se può permettersi di indignarsi…
    Peccato che se al posto dell’immagine di Cristo ci fosse stata quella di un presunto Maometto, la direttrice del teatro si sarebbe trovata l’esplosivo sotto la poltrona, e in quel caso Boeri, in modo politicamente corretto, avrebbe vietato la rappresentazione, perchè poverini questi musulmani…bisogna pur rispettarla la loro religione!
    Povera identità cristiana…deve difendersi pure dalla digos che ha paura della recita del rosario di certi “estremisti”!

    • Ma quale bannata? Entrambi i commenti sono stati pubblicati. Vedi sotto le freccette per sfogliarli tutti?

      redazione

  27. non sottoscrivo affatto, oltre ad essere di cattivo gusto, commette pure un reato (perchè il vilipendio alla religione è un reato per chi non lo sapesse!)

    In ultimo se tutti quelli che qui sottoscrivono e hanno aderito lo avessero fatto ugualmente se al posto del volto di Cristo ci fosse stato il volto della loro madre o del loro padre…

    saluti

  28. So bene che vuol dire essere accusati e giudicati da imbecilli arroganti che pretendono che cosa è sacro e cosa non lo è. Solo che nel caso di Castellucci ci ritroviamo quattordici anni dopo ancora allo stesso punto, in un paese che non riesce a cacciare via a pedate in culo questi squadristi pseudo cristiani benedetti da una chiesa che solo da noi continua a dire la sua in ogni questione. Pensavo che casi come quello di Totò Che Visse Due Volte fossero ormai archeologia, invece è proprio vero che l’Italia è unica al mondo, nessuno è come noi. Esprimo a Castellucci, la mia sincera solidarietà e la mia stima.
    Franco Maresco

  29. Il consiglio del corso di laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo e del corso di laurea in Saperi e Tecniche dello Spettacolo teatrale, Cinematografico, Digitale , Sapienza, Università di Roma; aderisce all’appello promosso da larga parte del mondo culturale a sostegno della libertà dell’espressione artistica e contro la censura – e per di più nella sua forma peggiore, quella preventiva – rivolta contro lo spettacolo di Romeo Castellucci “Sul concetto di volto nel Figlio di Dio”, in programma a Milano, al teatro Franco Parenti.

    i docenti dei due corsi di laurea: Paolo Bertetto, Silvia Carandini, Guido Di Palma, Giulia Fanara, Luciano Mariti, Antonella Ottai, Paola Quarenghi, Giovanni Ragone, Luca Ruzza, Luisa Tinti, Valentina Valentini.

  30. Sig. Maresco, di quali squadristi “pseudo cristiani” e di quali “imbecilli arroganti” e “pedate in culo” a CHI, sta parlando?
    Stia molto attento alla forma che usa, poichè io ero piazza a fianco di chi ha recitato un rosario in modo composto. Questi e SOLO QUESTI sono stati i manifestanti sostenuti dalla Chiesa.
    E poi, se “l’esempio di perfezione” della “sacralità” secondo Castellucci non è condivisa da tutti ma solo dalla “superiorità” del vostro intelletto, cosa c’è di illecito in una protesta composta da chi ha visto nello spettacolo una offesa alla propria religione, scusi?

    Un consiglio: usi dei toni più civili, visto che si è riempito la bocca di “sacralità” senza sapere evidentemente di che sta parlando. Il codice civile sanziona le sue offese gratuite e la diffamazione, dunque presti più attenzione alle sue esclamazioni variopinte.

    Lo stesso Castellucci in una intervista, senza magari capirne le ragioni, ha accettato la protesta.
    La smetta duque di farsi portavoce del vittimismo, di chi, sapeva benissimo, che lo spettacolo poteva risultare tranquillamente una provocazione, visti i precedenti in Francia. Apputo per questo non è un caso che dal “vangelo” secondo Castellucci siano state “strappate” alcune delle pagine contestate. Del resto, palesemente, lui stesso parla di m***a, anche se probabilmente ha la memoria corta, ma il rimedio c’è: andare a rivedere sul web o su “il Giornale” un video che inchioda le sue bugie.

  31. Fatemi capire… la definite “arte”? Troppo comodo fare QUALSIASI cosa e definirla “arte”. Prendere l’immagine di uno che, in base alla tradizione, si è fatto uccidere per amore verso gli altri e tirargli contro escrementi… Ma vi rendete conto? Che centrano poi le solite storie sul vaticano, il clero e l’inquisizione? Quella è una figura che prescinde dalle beghe terrene dei cristiani e degli atei, e lordarla è solo un gesto vigliacco. Tanto più vigliacco perchè col cavolo che lo fate ad un’immagine di Maometto. Paura, eh?

  32. x carla manzon
    Si informi meglio. In Francia (non propriamente una terra cristiano-oscurantista) ci sono state pacifiche ma decise manifestazioni per ostacolarne la messa in scena.
    Criticate tanto chi vorrebbe “censurare” a prescindere, e poi voi stessi fate affermazioni… a prescindere, per partito preso, senza sapere come stanno le cose. Complimenti per la coerenza. Beati voi che vi realizzate giocando con la merda.

  33. Detto questo, e mettendo da parte le polemiche, sono veramente amareggiato per l’accanimento con cui si reclama la libertà di imbrattare di merda l’immagine di una persona che, esistita o meno, non ha nulla a che fare con vaticanesimi e oscurantismi, che parla di tolleranza, amore, generosità, rispetto, attenzione per i più deboli. E’ veramente una cosa… brutta.

  34. Ma che fate, parlate tanto e poi censurate chi non la pensa come voi esprimendo dissenso senza usare toni sopra le righe?

    • Quale censura??? I commenti devono essere prima approvati come in quasi tutti i siti web. Più che altro per le tonnellate di pubblicità che arrivano. Un attimo di pazienza cari e sarete tutti online per dire la vostra. Ricordo di andare avanti con le frecce per leggere tutto.

      Redazione.

      ps. Renzo, in verità nessuno scaglia feci sul dipinto, lo abbiamo spiegato tante volte, non solo noi. Per tutto il resto le tue sono opinioni sono rispettabilissime. A. P.

      • “Ce l’hanno spiegato più volte non era m***a…” a noi mentecatti.
        Gentile redazione, abbiamo capito che era “solo” una metafora.
        …E ci mancherebbe pure che il Castellucci si fosse presentato alla prima dello spettacolo con il muletto carico di boasse!
        Le vostre vuote giustificazioni sono davvero ridicole.

        • Non sono giustificazioni, semplice e fredda analisi di chi ha visto lo spettacolo. Una cosa avviene o non avviene. Solo per chiarezza, senza polemica. Poi possiamo parlare di tutto: arte e religione, il rispetto doveroso da entrambe le parti, eccetera A.P.

  35. Sottoscrivo pienamente l’appello. Se lo spettacolo non dovesse andare in scena, sarebbe un segnale davvero preoccupante.

  36. J’ ai vu la pièce au Festival d’ Athènes; elle est formidable. Il faut battre la censure de tout moyen, l’ art que Castellucci nous offre est une des rares choses précieuses qui restent dans l’ Europe de la crise, une crise avant tout culturelle.
    Je condamne toute expression de censure sur les oeuvres d’ art, et surtout sur une pièce de Romeo Castellucci qui est actuellement le meilleur ambassadeur de son pays, l’ Italie.

    Dimitris TSATSOULIS

    Professeur associé, Dpt. d’ Etudes de théâtre, Université de Patras, Grèce
    Critique de théâtre

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