La scena che racconta, che si fa specchio della realtà in forma chiara e misurabile, dove il pubblico riesce a ritrovarsi, a ridere e piangere della vita che scorre sulle assi del palco, questa scena ha ancora un senso? Probabilmente sì, quando la scrittura, impalcatura sempre più necessaria, racchiude contenuti e dunque finalità che vanno oltre la scena obbligandoci così a ripensare un sistema sociale, un avvenimento storico o un tempo presente difficile da fermare in un semplice autoscatto. Torna in mente l’intervento dell’ultimo vincitore del Premio Riccione Michele Santeramo sui Quaderni del Teatro di Roma, che senza timore affrontava l’argomento sin dalle prime battute: “Ho l’impressione sempre più radicata che si spinga da più parti verso la disabitudine alla frequentazione della realtà. Questo costruisce una comunità di persone più docile, più malleabile, più silenziosa. La drammaturgia serve a costruire la realtà”.
Di questi impulsi probabilmente vive anche la compagnia Kit (Kairos Italy Theater) che con la sua sede newyorkese è artefice proprio di un interessante progetto di drammaturgia bilingue. Ultima fatica della struttura nata nel 2000 per praticare un proficuo scambio culturale tra gli States e l’Italia è la messa in scena di Sister, Cousin, Aunt (Sorella, Cugina, Zia), dramma scritto da Dave Johnson e diretto da Laura Caparrotti, in scena fino alla scorsa settimana al Teatro Due di Roma in chiusura della rassegna Sguardi S-velati e acquistabile nella sua versione bilingue su Blurb.com, un sito dedicato al self-publishing, l’editoria fai-da-te. Al web la compagnia ha guardato anche per trovare i fondi per la produzione: grazie al crowdfounfing e a una delle tante piattaforme online che sono nate con questo scopo lo spettacolo in parte è stato finanziato dalla “web community”.
Ma torniamo alla drammaturgia. Il Kairos Italy Theater arriva a Roma con il testo di Johnson dopo aver messo in scena negli Stati Uniti Pier Paolo Pasolini, Franca Valeri ed Ennio Flaiano, tutti nell’ambito del progetto di teatro bilingue. Dopo tanta scena italiana a New York eccoli tornare con qualcosa di profondamente americano da un lato, ma allo stesso tempo umanamente universale. Louise (Lydia Biondi, semplice e vera al contempo), Marta (Giulia Adami la interpreta nel segno della purezza, forse con eccessiva ingenuità) e Jackie (Laura Caparrotti è dura e mascolina, quasi mai banale, emozionante il suo monologo finale), unite da legami familiari, sono tre donne diverse per età, approccio alla vita e destino. La giovane Marta, spensierata e allegra, cova un male che le impedirà di andare al college e realizzare i propri desideri, legge l’Ars Amatoria di Ovidio mentre Jackie pulisce e lamenta la propria patologica incapacità di trovare un uomo. La zia Louise, parrucchiera ormai verso la pensione, sta per risposarsi. Tenta per l’ennesima volta di rialzarsi dopo numerose cadute. Le tre attendono che il futuro marito arrivi a casa insieme a Jim, fratello di Marta che ha lasciato gli studi per i Marines.
Nell’attesa si consuma il dramma. Ognuna delle tre donne aspetta che un uomo la salvi dalle ferite di qualche altro passato, tutte e tre attendono i due Marines di ritorno dall’ennesima missione, fin quando il chiacchiericcio tra donne lascerà posto al dolore e alla tragedia. La condizione femminile non è rappresentata, ma è vissuta nei racconti, nelle violenze di un padre/pastore più affettuoso con la Bibbia che con la giovane figlia, nelle vite spezzate dalla guerra e dall’alcol.
Nonostante una regia poco coraggiosa, che si limita a mettere in scena il testo senza intervenire quasi mai nel racconto teatrale, il merito di Kit è quello di aver portato a Roma un testo contemporaneo americano mai rappresentato in Europa. Di sicuro nulla di nuovo nei i temi e nella realizzazione, ma una qualità media alla quale, quando si tratta di nuova drammaturgia, siamo poco abituati. Forse proprio per quel rapporto difficile che abbiamo con la realtà.
Andrea Pocosgnich
andato in scena dal 18 al 20 novembre 2011
Teatro Due (Rassegna Sguardi S-velati)
Roma
KIT – Kairos Italy Theater presenta
Sister, Cousin, Aunt (Sorella, Cugina, Zia)
con Giulia Adami, Lydia Biondi, Laura Caparrotti
tradotto e adattato da Laura Caparotti e Dave Johnson
regia di Laura Caparrotti