Nato dalla rielaborazione dell’omonima breve performance ispirata all’immaginario fantastico dell’universo marino, Cinquanta Urlanti Quaranta Ruggenti Sessanta Stridenti, ultimo spettacolo dei giovani Dewey Dell, è al contempo cartina di tornasole dell’estetica e della poetica della compagnia e ipotetico punto di svolta verso una scrittura scenica più rigorosa e asciutta.
Abbandonando le dinamiche site-specific della precedente performance, Dewey Dell costruisce il proprio spettacolo come una nenia mistico-elettronica giocata tutta su atmosfere da incubo e delicato immaginario infantile. Cartoons, storie di pirati, fiabe nere, marinai, piovre, navi di legno, timoni e vele appaiono in una scatola scenica -ideata e costruita dallo scenografo e tecnico luci Eugenio Resta – delimitata sui lati e sullo sfondo da enormi teli neri e continuamente attraversata da fasci di luce e ombre. A dare vita a queste immagini, in un continuo rinvio di richiami e suggestioni, sono i corpi delle tre danzatrici (Sara Angelini, Agata e Teodora Castellucci) mascherati da costumi neri che accentuano le curve delle gambe e assottigliano il loro profilo. Allo stesso tempo, viso e mani tinte di bianco appaiono come frammenti di ossa, scheletri galleggianti nella penombra, nel tetro abisso in cui si consumano amori e lotte, sogni e orrori. Una danza basata su movimenti secchi, ritmici, martellanti e precisi, raramente disciolti in linee più curve e sensuali, descrive il viaggio onirico di una nave in un paesaggio indefinito e cupo. Le dinamiche narrative di tale avventura sono da trovarsi nell’intelaiatura sonora elaborata da Demetrio Castellucci. Ritmi elettro-dance sono congiunti a urla e grida piratesche, atmosfere gotiche si ibridano con brevi motivi da cartone animato o film d’avventura, soffici note di piano accarezzano il martellare continuo dei bassi.
Se difetto del precedente spettacolo della compagnia, Kin Keen King (recensione), era il rapporto irrisolto tra scenografia e coreografia, se gli elaborati ed eccentrici costumi indossati dai performer non rendevano lo spessore psicologico dei personaggi tramutando la scena in una successione di immagini semplicemente abbozzate, proprio questa mancanza è pregio di Cinquanta Urlanti Quaranta Ruggenti Sessanta Stridenti. Lo studio coreografico diviene, infatti, mezzo per costruire schizzi bidimensionali che, bucati dallo sguardo dello spettatore, lasciano precipitare in un vorticoso abisso di insensatezza, in un pathos nero in cui si annulla ogni possibile riferimento celebrale, in cui la razionalità lascia definitivamente spazio al mero istinto.
Così, lo spettacolo appare meravigliosamente risolto nel contrasto continuo tra detto e non detto, tra l‘immagine e il nulla che la circonda, tra la mancanza di strutture intellettuali che siano motivazione della messa in scena e l’esigenza viscerale di strutturare elementi puramente emozionali, tra la semplicità dei riferimenti iconografici e la loro continua negazione. Intorpidito e disorientato, come guidato dai nomi dei venti che danno il titolo allo spettacolo, il pubblico è lasciato libero di intraprendere il suo viaggio a vele spiegate nell’oceano dell’immaginazione.
Matteo Antonaci
Visto al Teatro Palladium
Romaeuropa Festival 2010
ottobre 2010
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DNA danza nazionale autoriale
CiINQUANTA URLANTI, QUARANTA RUGGENTI, SESSANTA STRIDENTI
Progetto di Romaeuropa Promozione Danza
Con Sara Angelini, Agata Castellucci, Teodora Castellucci
Coreografia Teodora Castellucci
Musiche originali Demetrio Castellucci
Scene e luci Eugenio Resta
Realizzazione scene Rinaldo Rinaldo
Prosthesis Istvan Zimmmerman, Giovanna Amoroso, Chiara Bocchini
Fonica Marco Canali
Organizzazione Simona Barducci, Alba Pedrini
Produzione Dewey Dell/Fies Factory One
Coproduzione Centrale Fies, Rencontres Chorégraphiques Internationales de Seine-Saint-Denis, Romaeuropa Promozione Danza, Uovo performing arts festival, NEXT/Regione Lombardia
Con il sostegno del Programma Cultura della Commissione Europea, progetto Focus on Art and Science in the Performing Arts
Grazie a Paride Piccinini, Anagoor, Carmen Castellucci, Zapruder Filmmakersgroup Teatri del Tempo Presente, l’Eti Ente Teatrale Italiano per le nuove creatività
Coprodotto da Romaeuropa Promozione Danza